lunedì 17 ottobre 2011
Padre Pio: la santa Messa è tutto il Calvario
di Padre Stefano M. Manelli, FI
Anche il papa Giovanni Paolo II, nel suo Discorso del 1987 a San Giovanni Rotondo, sintetizzava molto bene la persona e la missione di Padre Pio dicendo che «come religioso visse generosamente l'ideale del Frate Cappuccino, come visse l'ideale del sacerdote. Per questo egli offre anche oggi un punto di riferimento, poiché in lui si trovano sviluppati i due elementi o poteri, che caratterizzano il Sacerdozio cattolico nella sua specificità e nella sua vera essenza: la facoltà di consacrare il Corpo e il Sangue del Signore e quella di rimettere i peccati. Non furono forse l'altare e il confessionale i due poli della sua vita? Questa testimonianza sacerdotale contiene un messaggio tanto valido quanto attuale».
Padre Pio, infatti, con la sua santa vita di frate cappuccino, offrì all'intero Ordine Serafico «una testimonianza di singolare fedeltà - afferma il papa Giovanni Paolo II nel Discorso del 2 maggio 1999 -. Praticò, in tutto il suo rigore la Regola cappuccina, abbracciando con generosità la vita di penitenza ... »; ed egli stesso chiedeva di rivolgere preghiere al Serafico Padre affinché «mi faccia la grazia di essere figlio meno indegno di san Francesco, che possa essere di esempio ai miei confratelli in modo che il fervore continui sempre e si accresca sempre più in me da far di me un perfetto cappuccino» (Ep. III, p. 1010).
E, in particolare, riguardo al valore sacrificale della vita sacerdotale, riflettendo sulla conformità straordinaria di Padre Pio a Gesù Crocifisso, il papa Giovanni Paolo II afferma che «un aspetto essenziale del sacerdote ravvisabile nella vita di Padre Pio è l'offerta che il sacerdote fa di se stesso in Cristo e con Cristo come vittima di espiazione e di riparazione per i peccati degli uomini [.. .]. Questa offerta deve raggiungere la massima espressione nella celebrazione del Sacrificio eucaristico. E chi non ricorda il fervore col quale Padre Pio riviveva, nella Messa, la Passione di Cristo? Di qui la stima che egli aveva della Messa -da lui chiamata "un mistero tremendo" - come momento decisivo della salvezza e della santificazione dell'uomo mediante la partecipazione alle sofferenze stesse del Crocifisso. "C'è nella Messa – diceva- tutto il Calvario". La Messa fu per lui "la fonte e il culmine ", il perno e il centro di tutta la sua vita e di tutta la sua opera».
E ancora, nel Discorso del 3 maggio 1999, il papa Giovanni Paolo II conferma ulteriormente:
«E che dire della sua vita, incessante, sostenuta con le armi della preghiera, centrata nei sacri gesti quotidiani della Confessione e della Messa? La Santa Messa era il cuore della sua giornata, la preoccupazione quasi ansiosa di tutte le ore, il momento di maggiore comunione con Gesù Sacerdote e vittima. Si sentiva chiamato a partecipare all’agonia di Cristo, fino alla fine del mondo». E riguardo ai sacerdoti in modo particolare, il Papa dice che «l'altare e il confessionale furono i due poli della sua vita: l'intensità carismatica con cui egli celebrava i divini Misteri e testimonianza quanta mai salutare per scuotere i presbiteri dalla tentazione dell'abitudine e aiutarli a riscoprire giorno per giorno l'inesauribile tesoro di rinnovamento spirituale, morale e sociale posto nelle loro mani».
Il papa Giovanni Paolo II parla di "intensità carismatica" con cui Padre Pio celebrava la Santa Messa, e si potrebbe anche parlare di fervore serafico o di pietà celestiale con cui Padre Pio celebrava, attirando e conquistando anche i fedeli che partecipavano.
Una testimonianza personale, autorevole e preziosa, è quella del padre Giovanni da Baggio, cappuccino, coetaneo di Padre Pio, teologo, scrittore, predicatore apostolico, direttore di anime, grande amico del Santo (negli incontri, si confessavano a vicenda). Nel suo primo incontro Padre Pio (nel 1935), padre Giovanni da Baggio scrive che la mattina, «celebra Padre Pio e io esco per assistere alla sua Messa. Avevo da dirmi tutto l’Ufficio e pensavo di dirlo in quell’ora e mezza che dura la Messa di Padre Pio. Ma non fui capace di aprire il breviario. Alla vista del celebrante incominciai a commuovermi e piansi per tutto il tempo della Messa. Perché? Non so. Ma è tanta la devozione e tale il fascino che emana da Padre Pio, che tutti ne siamo investiti e soggiogati. Pare che egli mediti ogni parola e che ogni cerimonia lo trasporti come fuori di sé. La Lettura la fa con commozione, con voce bassa, quasi stanca, senza precipitazione e spiccando bene ogni parola. Certe contrazioni nervose del viso, certi sguardi smorti verso il cielo, certe mosse di capo, come se scacciasse una cosa molesta fanno pensare a forti sofferenze e a forti reazioni per non lasciarsi sorprendere dall'estasi. Il suo volto in quei momenti è quasi paonazzo, gli occhi lacrimosi: che hanno bisogno di un fazzoletto a portata di mano, la voce si fa sempre più stanca tanto che appena si sente alla Comunione e dà l'impressione che il Padre debba cadere svenuto per terra... ».
Fonte: Il Settimanale di Padre Pio - 9 ottobre 2011
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