venerdì 16 settembre 2022

L’“antispecismo” galoppa







ABORTO | CR 1760, 14 Settembre 2022

di Mauro Faverzani

Non mancano di suscitare quanto meno perplessità i due titoli affiancati sul numero di settembre del mensile Con, edito dalla Coop, alle pagine 36 e 37. Titoli, che cozzano l’uno contro l’altro. Sulla facciata di destra, «Il diritto all’aborto negato anche online» e, su quella di sinistra, «Mettere fine alla strage dei pulcini maschi».

Nel primo articolo non una bioeticista, nemmeno una filosofa od una sociologa, bensì una «docente ed esperta di comunicazione web», come viene presentata, ovvero la professoressa Alessandra Farabegoli, definisce «inquietante», dopo la famosa sentenza della Corte Suprema americana, che, negli Stati Usa ove l’aborto sia stato bandito per legge, le autorità possano richiedere l’accesso ai dati individuali, per capire chi vi si sia sottoposto e chi no attraverso le app per il monitoraggio del ciclo, quelle per la geolocalizzazione presso cliniche abortiste di altri Stati e l’eventuale acquisto di medicinali abortivi. Perciò «le attiviste pro-choice hanno iniziato a consigliare di interrompere» quelle app, «senza limitarsi a disinstallarle dallo smartphone, ma richiedendo la cancellazione completa dei dati del proprio account». Esse temono anche quei gruppi pro-life, che fanno ricorso a database commerciali «per indirizzare le loro campagne a donne, i cui comportamenti lascino presumere l’intenzione di abortire»: sia mai che qualcuna di queste possa ripensarci e salvare la vita del figlio, che tiene in grembo! La professoressa Farabegoli conclude prevedibilmente il proprio articolo con l’appello, da donna a donne, a «continuare a impegnarci per difendere e ampliare i nostri diritti».

Dopo tanto accanimento a favore dell’aborto lascia perplessi il vigore con cui, nella pagina accanto, ci si scaglia invece contro «l’uccisione dei pulcini maschi nelle filiere delle galline ovaiole», perché «considerati “scarti” improduttivi», definendola una «prassi inutile e crudele». Lo stridore tra le due notizie è evidente. Com’è possibile che ai pulcini maschi si voglia riconoscere quel diritto alla vita che viceversa viene negato ai bambini nel grembo materno? Com’è possibile definire «prassi inutile e crudele» l’eliminazione dei pulcini e non l’aborto? Com’è possibile inorridire per il fatto che i pulcini vengano definiti «scarti improduttivi» e non per il fatto che i piccoli umani abortiti vengano considerati nelle cliniche e negli ospedali «materiale organico di scarto»?

Del resto, l’antispecismo, specie nelle Sinistre, sta galoppando, è diventato una delle nuove battaglie ideologiche, da tenere ben nascosta durante la campagna elettorale, ma da sventolare a più non posso in tutte le altre occasioni, come è accaduto con i vari «Gay Pride» svoltisi su e giù per la Penisola nei mesi scorsi. A beneficio di chi non sappia in cosa consista, l’antispecismo vorrebbe tutte le specie viventi col medesimo status morale e col medesimo valore, sullo stesso piano insomma, il che consente assurdità quali, appunto, quella di riconoscere più diritti ai pulcini che all’embrione umano e di preoccuparsi più per i primi che per il secondo! Incredibile!

È quanto, del resto, già avviene in Spagna, dove il governo socialcomunista, guidato da Pedro Sánchez, ha dato il via libera alla cosiddetta legge «sul benessere e sulla protezione degli animali», che intende, per l’appunto, azzerare la macellazione degli animali domestici (prevista solo per motivi di salute pubblica o di eutanasia), eliminare le pratiche che causino loro sofferenza, nonché impedire il loro abbandono, oltre ad una sfilza di altre tutele. Secondo l’agenzia InfoCatólica, tale normativa «concede più diritti agli animali che agli esseri umani non ancora nati»; questi ultimi, in Spagna, «possono essere sacrificati sugli altari delle cliniche abortive» e non solo per eventuali problemi di «salute pubblica»…

Insomma, nel mondo del non-senso è giunta l’ora di riportare un po’ di ordine…






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