giovedì 8 settembre 2022

L’8 settembre del 1907 viene resa pubblica la “Pascendi” di San Pio X. Se non hai tempo per leggerla, te ne offriamo una brevissima sintesi POSTED BY: ADMIN 7 SETTEMBRE 2022 di Corrado Gnerre La Pascendi di san Pio X ha un’architettura perfetta: esposizione degli errori del modernismo, individuazione delle cause della diffusione di questa eresia e infine individuazione dei rimedi contro di essa. Partiamo dagli errori. San Pio X afferma che il modernista può essere individuato sotto sei aspetti: di filosofo, di credente, di teologo, di storico-critico, di apologeta, e di riformatore. Primo aspetto: il modernista filosofo esprime il suo modernismo sotto due prospettive. Una di “negazione” ed un’altra di “affermazione”. La “negazione” riguarda il suo agnosticismo, l’ “affermazione” la sua convinzione secondo cui il divino è immanente nel creato, ovvero una sorta d’identità tra Dio e il creato. Secondo aspetto: il modernista credente afferma la cosiddetta esperienza del sentimento religioso, ovvero un’accettazione della definizione luterana della fede come pura esperienza di abbandono, piuttosto che (come invece afferma la dottrina cattolica) di assenso dell’intelletto alle verità rivelate. Terzo aspetto: il modernista teologo afferma che tanto la fede, tanto la formulazione dei dogmi, tanto il culto, quanto l’esistenza dei sacramenti sarebbero l’esito di inconsci bisogni nella natura umana. Quarto aspetto: il modernista storico-critico afferma che un conto sarebbe l’indagine storica, altro l’esperienza della fede; per cui un conto sarebbe il Cristo storico, altro quello della fede. Quinto aspetto: il modernista apologeta, cercando di far accettare a chi non crede l’ “esperienza” del cattolicesimo, utilizza due prospettive. Una oggettiva e l’altra soggettiva. Quella oggettiva, nel momento in cui cerca di provare che tutto nella Chiesa sarebbe mosso da un divino totalmente misterioso e inconoscibile. Quella soggettiva, quando cerca di dimostrare immanente in ogni uomo l’esigenza del soprannaturale e, quindi, della stessa “esperienza” cattolica. Sesto ed ultimo aspetto: il modernista riformatore vorrebbe cambiare tutto (l’insegnamento, la dottrina, il culto, il governo della Chiesa, perfino la morale). San Pio X, poi, passa ad analizzare le cause della nascita e della diffusione del modernismo, individuando cause “morali” ed “intellettuali”, ponendo però opportunamente le “morali” prima di quelle “intellettuali”, ovvero facendo capire che gli errori intellettuali nascono sempre da deficit morali. Le cause “morali” sono soprattutto la superbia e la vana curiosità. Quelle “intellettuali”, l’opposizione al metodo scolastico, alla Tradizione, alla Patristica e all’autorità del Magistero della Chiesa. Passando poi ai rimedi, san Pio X ribadisce l’insostituibilità del metodo scolastico. Indica l’importanza di scegliere per i seminari adeguati rettori e docenti; e, inoltre, la necessità che vi siano in ogni diocesi consigli di vigilanza della dottrina. Chiede, quindi, ai vescovi e ai superiori degli ordini religiosi una relazione dello stato dottrinale con cadenza triennale. Si potrebbe pensare: troppa rigidità. No. Tutto ciò che è moralmente possibile per difendere la verità deve essere perseguito. Discorso, questo, che l’uomo contemporaneo, ubriaco di relativismo, non riesce ad accettare. Oggi si è abituati a far di tutto per difendere se stessi (fioccano continuamente querele), ma non si fa nulla per la verità. Invochiamo la tolleranza se si offende la verità, ma poi se ci offendono riteniamo giusto e doveroso reagire. I Santi sono abituati a fare il contrario: se va di mezzo la propria persona, passi; ma se si offende la verità, allora no: non si possono incrociare le braccia. L’attualità della Pascendi Il modernismo figura come una sorta di fiume carsico che sparisce per poi riemergere. Sappiamo bene, infatti, che questa eresia non è affatto sparita, anzi ha ispirato molte posizioni teologiche contemporanee che hanno profondamente inciso nelle convinzioni e nei comportamenti di molti cattolici. Brevemente e schematicamente vediamo in che senso il modernismo ha influito su molti atteggiamenti dei cattolici contemporanei. Per questo riprendiamo lo schema che la Pascendi ci offre. 1.Il modernista filosofo. I due punti, agnosticismo ed immanentismo, li ritroviamo ampiamente in molte convinzioni di cattolici contemporanei. L’agnosticismo: oggi molti ritengono che le cose di Dio non possano essere conosciute nella loro verità e che quando si parla di fede è come se si entrasse in un campo totalmente “altro” rispetto alla vita, quasi in una possibilità di assentire su cose assurde. L’immanentismo: oggi molti ritengono che non vi sia più differenza tra vita naturale e vita soprannaturale; anzi, che la prima è senz’altro più importante, convincendosi che la malattia fisica –piuttosto che il peccato- sia il più grave dei problemi. 2.Il modernista credente. La fede ridotta ad esperienza comporta che ogni esperienza religiosa, in quanto esperienza, possa essere vera. Molte volte si sente dire: “L’importante non è la religione che si professa, ma sentirsi bene nella propria.” Ebbene, se la religione può essere giudicata solo dall’elemento esperienziale, ciò impedisce di capire dove sta la verità e dove sta l’errore. Teniamo presente che è la verità a dover giudicare l’esperienza, non l’esperienza la verità. 3.Il modernista teologo. La convinzione secondo cui la formulazione dei dogmi nascerebbe solo da una sorta di bisogno inconscio, conduce inevitabilmente ad uno di spirito critico nei confronti del Magistero della Chiesa, che si riduce da elemento vincolante a vago punto di riferimento. Certe posizioni di cosiddetti “cattolici adulti” tendono a concepire il Magistero della Chiesa come “magistero” inferiore ad un altro, quello della propria coscienza. 4.Il modernista storico-critico. La separazione tra indagine storica ed esperienza della fede, e soprattutto il ritenere che le verità della fede non possano accreditarsi storicamente, hanno condotto ad un atteggiamento oggi molto diffuso, prima nella teologia, e poi tra i credenti, e cioè la riduzione del Cristianesimo da “fatto” a “mito”. 5.Il modernista apologeta. La convinzione secondo cui nella Chiesa sia prevalente il “misterioso” e l’ “inconoscibile” conduce ad un rifiuto della formazione catechistica, o meglio ad una trasformazione di questa formazione in pura e fumosa formazione esperienziale. Pensiamo a tanti catechismi del postconcilio dispersivi e privi di contenuti precisi. Inoltre, il ritenere la perfetta coincidenza dell’esigenza del soprannaturale con l’adesione al cattolicesimo vuol dire negare la gratuità della Grazia arrivando ad una sorta di convinzione secondo cui l’Incarnazione di Cristo salverebbe ogni uomo indipendentemente dalla libera e personale adesione alla Grazia stessa. 6.Il modernista riformatore. Da tempo ormai è molto diffusa l’idea secondo cui la storia non sia il “luogo” in cui si è manifestata la Rivelazione, ma la Rivelazione stessa; per cui tutto ciò che viene dopo sarebbe sempre migliore e più conforme al vero di ciò che è venuto prima. Il modernismo: sintesi di tutte le eresie Insomma, un’enciclica, la Pascendi, capace di capire appieno la complessità del modernismo e soprattutto la sua pericolosità. San Pio X scrive a conclusione: “In tutta questa esposizione della dottrina dei modernisti vi saremo sembrati, o Venerabili Fratelli, prolissi forse oltre il dovere. Ma è stato ciò necessario, sì per non sentirCi accusare, come suole, di ignorare le loro cose, e sì perché si veda che, quando parlasi di modernismo, non parlasi di vaghe dottrine non unite da alcun nesso, ma di un unico corpo e ben compatto, ove chi una cosa ammetta uopo è che accetti tutto il rimanente. Perciò abbiam voluto altresì far uso di una forma quasi didattica, né abbiamo ricusato il barbaro linguaggio onde i modernisti fanno uso. Ora, se quasi di un solo sguardo abbracciamo l’intero sistema, niuno si stupirà ove Noi lo definiamo, affermando esser esso la sintesi di tutte le eresie.”



 7 SETTEMBRE 2022


di Corrado Gnerre

La Pascendi di san Pio X ha un’architettura perfetta: esposizione degli errori del modernismo, individuazione delle cause della diffusione di questa eresia e infine individuazione dei rimedi contro di essa.

Partiamo dagli errori.

San Pio X afferma che il modernista può essere individuato sotto sei aspetti: di filosofo, di credente, di teologo, di storico-critico, di apologeta, e di riformatore.

Primo aspetto: il modernista filosofo esprime il suo modernismo sotto due prospettive. Una di “negazione” ed un’altra di “affermazione”. La “negazione” riguarda il suo agnosticismo, l’ “affermazione” la sua convinzione secondo cui il divino è immanente nel creato, ovvero una sorta d’identità tra Dio e il creato.

Secondo aspetto: il modernista credente afferma la cosiddetta esperienza del sentimento religioso, ovvero un’accettazione della definizione luterana della fede come pura esperienza di abbandono, piuttosto che (come invece afferma la dottrina cattolica) di assenso dell’intelletto alle verità rivelate.

Terzo aspetto: il modernista teologo afferma che tanto la fede, tanto la formulazione dei dogmi, tanto il culto, quanto l’esistenza dei sacramenti sarebbero l’esito di inconsci bisogni nella natura umana.

Quarto aspetto: il modernista storico-critico afferma che un conto sarebbe l’indagine storica, altro l’esperienza della fede; per cui un conto sarebbe il Cristo storico, altro quello della fede.

Quinto aspetto: il modernista apologeta, cercando di far accettare a chi non crede l’ “esperienza” del cattolicesimo, utilizza due prospettive. Una oggettiva e l’altra soggettiva. Quella oggettiva, nel momento in cui cerca di provare che tutto nella Chiesa sarebbe mosso da un divino totalmente misterioso e inconoscibile. Quella soggettiva, quando cerca di dimostrare immanente in ogni uomo l’esigenza del soprannaturale e, quindi, della stessa “esperienza” cattolica.

Sesto ed ultimo aspetto: il modernista riformatore vorrebbe cambiare tutto (l’insegnamento, la dottrina, il culto, il governo della Chiesa, perfino la morale).

San Pio X, poi, passa ad analizzare le cause della nascita e della diffusione del modernismo, individuando cause “morali” ed “intellettuali”, ponendo però opportunamente le “morali” prima di quelle “intellettuali”, ovvero facendo capire che gli errori intellettuali nascono sempre da deficit morali. Le cause “morali” sono soprattutto la superbia e la vana curiosità. Quelle “intellettuali”, l’opposizione al metodo scolastico, alla Tradizione, alla Patristica e all’autorità del Magistero della Chiesa.

Passando poi ai rimedi, san Pio X ribadisce l’insostituibilità del metodo scolastico. Indica l’importanza di scegliere per i seminari adeguati rettori e docenti; e, inoltre, la necessità che vi siano in ogni diocesi consigli di vigilanza della dottrina. Chiede, quindi, ai vescovi e ai superiori degli ordini religiosi una relazione dello stato dottrinale con cadenza triennale.

Si potrebbe pensare: troppa rigidità. No. Tutto ciò che è moralmente possibile per difendere la verità deve essere perseguito. Discorso, questo, che l’uomo contemporaneo, ubriaco di relativismo, non riesce ad accettare. Oggi si è abituati a far di tutto per difendere se stessi (fioccano continuamente querele), ma non si fa nulla per la verità. Invochiamo la tolleranza se si offende la verità, ma poi se ci offendono riteniamo giusto e doveroso reagire. I Santi sono abituati a fare il contrario: se va di mezzo la propria persona, passi; ma se si offende la verità, allora no: non si possono incrociare le braccia.

L’attualità della Pascendi

Il modernismo figura come una sorta di fiume carsico che sparisce per poi riemergere. Sappiamo bene, infatti, che questa eresia non è affatto sparita, anzi ha ispirato molte posizioni teologiche contemporanee che hanno profondamente inciso nelle convinzioni e nei comportamenti di molti cattolici.

Brevemente e schematicamente vediamo in che senso il modernismo ha influito su molti atteggiamenti dei cattolici contemporanei. Per questo riprendiamo lo schema che la Pascendi ci offre.

1.Il modernista filosofo. I due punti, agnosticismo ed immanentismo, li ritroviamo ampiamente in molte convinzioni di cattolici contemporanei. L’agnosticismo: oggi molti ritengono che le cose di Dio non possano essere conosciute nella loro verità e che quando si parla di fede è come se si entrasse in un campo totalmente “altro” rispetto alla vita, quasi in una possibilità di assentire su cose assurde. L’immanentismo: oggi molti ritengono che non vi sia più differenza tra vita naturale e vita soprannaturale; anzi, che la prima è senz’altro più importante, convincendosi che la malattia fisica –piuttosto che il peccato- sia il più grave dei problemi.

2.Il modernista credente. La fede ridotta ad esperienza comporta che ogni esperienza religiosa, in quanto esperienza, possa essere vera. Molte volte si sente dire: “L’importante non è la religione che si professa, ma sentirsi bene nella propria.” Ebbene, se la religione può essere giudicata solo dall’elemento esperienziale, ciò impedisce di capire dove sta la verità e dove sta l’errore. Teniamo presente che è la verità a dover giudicare l’esperienza, non l’esperienza la verità.

3.Il modernista teologo. La convinzione secondo cui la formulazione dei dogmi nascerebbe solo da una sorta di bisogno inconscio, conduce inevitabilmente ad uno di spirito critico nei confronti del Magistero della Chiesa, che si riduce da elemento vincolante a vago punto di riferimento. Certe posizioni di cosiddetti “cattolici adulti” tendono a concepire il Magistero della Chiesa come “magistero” inferiore ad un altro, quello della propria coscienza.

4.Il modernista storico-critico. La separazione tra indagine storica ed esperienza della fede, e soprattutto il ritenere che le verità della fede non possano accreditarsi storicamente, hanno condotto ad un atteggiamento oggi molto diffuso, prima nella teologia, e poi tra i credenti, e cioè la riduzione del Cristianesimo da “fatto” a “mito”.

5.Il modernista apologeta. La convinzione secondo cui nella Chiesa sia prevalente il “misterioso” e l’ “inconoscibile” conduce ad un rifiuto della formazione catechistica, o meglio ad una trasformazione di questa formazione in pura e fumosa formazione esperienziale. Pensiamo a tanti catechismi del postconcilio dispersivi e privi di contenuti precisi. Inoltre, il ritenere la perfetta coincidenza dell’esigenza del soprannaturale con l’adesione al cattolicesimo vuol dire negare la gratuità della Grazia arrivando ad una sorta di convinzione secondo cui l’Incarnazione di Cristo salverebbe ogni uomo indipendentemente dalla libera e personale adesione alla Grazia stessa.

6.Il modernista riformatore. Da tempo ormai è molto diffusa l’idea secondo cui la storia non sia il “luogo” in cui si è manifestata la Rivelazione, ma la Rivelazione stessa; per cui tutto ciò che viene dopo sarebbe sempre migliore e più conforme al vero di ciò che è venuto prima.

Il modernismo: sintesi di tutte le eresie

Insomma, un’enciclica, la Pascendi, capace di capire appieno la complessità del modernismo e soprattutto la sua pericolosità.

San Pio X scrive a conclusione: “In tutta questa esposizione della dottrina dei modernisti vi saremo sembrati, o Venerabili Fratelli, prolissi forse oltre il dovere. Ma è stato ciò necessario, sì per non sentirCi accusare, come suole, di ignorare le loro cose, e sì perché si veda che, quando parlasi di modernismo, non parlasi di vaghe dottrine non unite da alcun nesso, ma di un unico corpo e ben compatto, ove chi una cosa ammetta uopo è che accetti tutto il rimanente. Perciò abbiam voluto altresì far uso di una forma quasi didattica, né abbiamo ricusato il barbaro linguaggio onde i modernisti fanno uso. Ora, se quasi di un solo sguardo abbracciamo l’intero sistema, niuno si stupirà ove Noi lo definiamo, affermando esser esso la sintesi di tutte le eresie.”






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