Approvata a Strasburgo una risoluzione che chiede di inserire l'aborto nella carta dell’Unione. Si aggiunge la censura: basta fondi ai pro life e una deputata chiede di negare loro anche le aule.
di Giuliano Guzzo
L'aborto è un diritto, anzi va perfino incluso «nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea». Questo chiede il testo dì una risoluzione approvata ieri dal Parlamento europeo a vasta maggioranza: 324 voti favorevoli, 155 contrari e 38 astensioni. Ufficialmente, il testo varato è una presa di distanza dalla decisione con cui lo scorso 24 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti, rovesciando la storica sentenza Roe v. Wade del 1973, ha stabilito che l'aborto non è un diritto costituzionale; di fatto però il documento votato a Strasburgo contiene molto altro.
In primis, come si diceva poc'anzi, la risoluzione -che era stata presentata dai socialisti da Renew Europe, dai Verdi e da La Sinistra- chiede l'inserimento del diritto all'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'U.E. A tal fine, il documento afferma che urge «presentare al Consiglio una proposta per modificare» l'articolo 7 affinché reciti: «Tutti hanno diritto all'aborto sicuro e legale». A seguire, il Parlamento europeo ha invitato il «governo degli Stati Uniti a garantire la protezione dei dati per tutti, in particolare per, coloro che cercano, forniscono e facilitano l'aborto»; come se Joe Biden e Kamala Harris non stessero già osteggiando abbastanza la decisione della Corte Suprema.
Non è finita: nella risoluzione di ieri figurano pure attacchi al non meglio precisato «flusso di denaro che finanzia gruppi contrari al genere e alla libertà di scelta nel mondo, anche in Europa». In altre parole, la sinistra europea non si accontenta di elevare l'aborto a diritto umano; aspira pure ad azzoppare il più possibile i gruppi a difesa della vita nascente. «La risoluzione votata», ha commentato Simona Baldassarre, euro-deputata della Lega, evidentemente contraria a tale provvedimento, «rappresenta l'assurdità ideologica delle sinistre al Parlamento Europeo che, per la seconda volta nel giro di solo un mese, presentano un testo in plenaria sull'aborto. Non si danno pace».
In effetti, è così. Lo prova anzitutto il fatto che già lo scorso 9 giugno a Strasburgo era stata approvata -e con una maggioranza, pure più larga: 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni- un'altra risoluzione per condannare, «il deterioramento dei diritti e della salute sessuale e riproduttiva delle donne nel mondo, compresi gli Stati Uniti». A quale titolo l'euro-parlamento metta il naso negli affari americani, ovviamente, non è chiaro; viceversa appare chiarissimo il clima che si respira nelle istituzioni comunitarie. Basti vedere l'attivismo dì soggetti come onorevole olandese Samira Rafaela la quale, oltre a figurare tra i firmatari della risoluzione approvata ieri, non più tardi qualche giorno fa, aveva perfino preso carta e penna scrivendo direttamente alla Presidente dell’europarlamento, Roberla Metsola, per chiederle di bandire dalle sale riunioni di Bruxelles e Strasburgo le lobby pro life. «Metsola ha ormai ricevuto la nostra lettera che chiede di togliere i badget, ai lobbisti antiabortisti. Non c'è spaziò nel Parlamento europeo per la loro tossica agenda contro le donne», aveva tuonato su Twitter Rafaela le cui parole tornano particolarmente utili per farsi un'idea di quale sia il clima europeo in questo momento. Anche perché, se è vero che le risoluzioni del Parlamento non sono testi legislativi -e quindi non vincolatiti per gli Stati membri- è altresì innegabile come l'approvazione di ben due documenti del genere, per giunta in meno di un mese, costituisca un segnale.
Non a caso le associazioni anti-abortiste, anche italiane, dopo la votazione di ieri sono entrate in allarme. Jacopo Coghe, portavoce di Pro vita & Famiglia, ha parlato di «un colpo mortifero che condanna i bambini e dunque le future generazioni europee a non vedere mai la luce», sottolineando che «in modo vergognoso i socialisti europei hanno tradito la memoria del compianto David Sassoli che, nel dicembre 2013, insieme ad altri eurodeputati di sinistra, si astenne». In questo modo, anche grazie, a Sassoli, ha continuato Coghe, fu «possibile la bocciatura del rapporto Estrela pro-aborto, che -pur vergognoso e pericoloso- era addirittura meno estremista dell'attuale risoluzione». Mai, in effetti, s'era vista Strasburgo, occuparsi dell'aborto in modo così ripetuto, quasi ossessivo, e pure con la pretesa di indicare agli Stati Uniti la linea da seguire su temi tanto delicati.
Senza dimenticare infine i toni che la sinistra a livello europeo, riserva a chi ancora osi discostarsi dalla sua linea. Ne sono un esempio le parole dell’onorevole Ignazio Corrao, che oggi milita nei Verdi ma che viene dal Movimento 5 stelle il quale, ieri, su Twitter ha scritto: «Nella risoluzione del Parlamento europeo per inserire l'aborto tra i diritti fondamentali secondo voi chi, dei partiti nostrani, ha votato contro? Ovviamente, Lega, Fdi e pure Forza-Italia». Già che scandalo questi retrogradi che ancora non vedono un diritto umano fondamentale nella soppressione del nascituro.
Da: La Verità, 8 luglio 2022
di Giuliano Guzzo
L'aborto è un diritto, anzi va perfino incluso «nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea». Questo chiede il testo dì una risoluzione approvata ieri dal Parlamento europeo a vasta maggioranza: 324 voti favorevoli, 155 contrari e 38 astensioni. Ufficialmente, il testo varato è una presa di distanza dalla decisione con cui lo scorso 24 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti, rovesciando la storica sentenza Roe v. Wade del 1973, ha stabilito che l'aborto non è un diritto costituzionale; di fatto però il documento votato a Strasburgo contiene molto altro.
In primis, come si diceva poc'anzi, la risoluzione -che era stata presentata dai socialisti da Renew Europe, dai Verdi e da La Sinistra- chiede l'inserimento del diritto all'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'U.E. A tal fine, il documento afferma che urge «presentare al Consiglio una proposta per modificare» l'articolo 7 affinché reciti: «Tutti hanno diritto all'aborto sicuro e legale». A seguire, il Parlamento europeo ha invitato il «governo degli Stati Uniti a garantire la protezione dei dati per tutti, in particolare per, coloro che cercano, forniscono e facilitano l'aborto»; come se Joe Biden e Kamala Harris non stessero già osteggiando abbastanza la decisione della Corte Suprema.
Non è finita: nella risoluzione di ieri figurano pure attacchi al non meglio precisato «flusso di denaro che finanzia gruppi contrari al genere e alla libertà di scelta nel mondo, anche in Europa». In altre parole, la sinistra europea non si accontenta di elevare l'aborto a diritto umano; aspira pure ad azzoppare il più possibile i gruppi a difesa della vita nascente. «La risoluzione votata», ha commentato Simona Baldassarre, euro-deputata della Lega, evidentemente contraria a tale provvedimento, «rappresenta l'assurdità ideologica delle sinistre al Parlamento Europeo che, per la seconda volta nel giro di solo un mese, presentano un testo in plenaria sull'aborto. Non si danno pace».
In effetti, è così. Lo prova anzitutto il fatto che già lo scorso 9 giugno a Strasburgo era stata approvata -e con una maggioranza, pure più larga: 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni- un'altra risoluzione per condannare, «il deterioramento dei diritti e della salute sessuale e riproduttiva delle donne nel mondo, compresi gli Stati Uniti». A quale titolo l'euro-parlamento metta il naso negli affari americani, ovviamente, non è chiaro; viceversa appare chiarissimo il clima che si respira nelle istituzioni comunitarie. Basti vedere l'attivismo dì soggetti come onorevole olandese Samira Rafaela la quale, oltre a figurare tra i firmatari della risoluzione approvata ieri, non più tardi qualche giorno fa, aveva perfino preso carta e penna scrivendo direttamente alla Presidente dell’europarlamento, Roberla Metsola, per chiederle di bandire dalle sale riunioni di Bruxelles e Strasburgo le lobby pro life. «Metsola ha ormai ricevuto la nostra lettera che chiede di togliere i badget, ai lobbisti antiabortisti. Non c'è spaziò nel Parlamento europeo per la loro tossica agenda contro le donne», aveva tuonato su Twitter Rafaela le cui parole tornano particolarmente utili per farsi un'idea di quale sia il clima europeo in questo momento. Anche perché, se è vero che le risoluzioni del Parlamento non sono testi legislativi -e quindi non vincolatiti per gli Stati membri- è altresì innegabile come l'approvazione di ben due documenti del genere, per giunta in meno di un mese, costituisca un segnale.
Non a caso le associazioni anti-abortiste, anche italiane, dopo la votazione di ieri sono entrate in allarme. Jacopo Coghe, portavoce di Pro vita & Famiglia, ha parlato di «un colpo mortifero che condanna i bambini e dunque le future generazioni europee a non vedere mai la luce», sottolineando che «in modo vergognoso i socialisti europei hanno tradito la memoria del compianto David Sassoli che, nel dicembre 2013, insieme ad altri eurodeputati di sinistra, si astenne». In questo modo, anche grazie, a Sassoli, ha continuato Coghe, fu «possibile la bocciatura del rapporto Estrela pro-aborto, che -pur vergognoso e pericoloso- era addirittura meno estremista dell'attuale risoluzione». Mai, in effetti, s'era vista Strasburgo, occuparsi dell'aborto in modo così ripetuto, quasi ossessivo, e pure con la pretesa di indicare agli Stati Uniti la linea da seguire su temi tanto delicati.
Senza dimenticare infine i toni che la sinistra a livello europeo, riserva a chi ancora osi discostarsi dalla sua linea. Ne sono un esempio le parole dell’onorevole Ignazio Corrao, che oggi milita nei Verdi ma che viene dal Movimento 5 stelle il quale, ieri, su Twitter ha scritto: «Nella risoluzione del Parlamento europeo per inserire l'aborto tra i diritti fondamentali secondo voi chi, dei partiti nostrani, ha votato contro? Ovviamente, Lega, Fdi e pure Forza-Italia». Già che scandalo questi retrogradi che ancora non vedono un diritto umano fondamentale nella soppressione del nascituro.
Da: La Verità, 8 luglio 2022
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