sabato 9 luglio 2022

Un Occidente, in preda alla follia, vuole uccidere i suoi figli




Approvata a Strasburgo una risoluzione che chiede di inserire l'aborto nella carta dell’Unione. Si aggiunge la censura: basta fondi ai pro life e una deputata chiede di negare loro anche le aule.




di Giuliano Guzzo

L'aborto è un diritto, anzi va perfino incluso «nella Car­ta dei diritti fondamentali dell'Unione europea». Que­sto chiede il testo dì una risoluzione approvata ieri dal Parlamento europeo a vasta maggioranza: 324 voti favo­revoli, 155 contrari e 38 asten­sioni. Ufficialmente, il testo varato è una presa di distanza dalla decisione con cui lo scorso 24 giugno la Corte Su­prema degli Stati Uniti, rove­sciando la storica sentenza Roe v. Wade del 1973, ha sta­bilito che l'aborto non è un diritto costituzionale; di fat­to però il documento votato a Strasburgo contiene molto altro.

In primis, come si diceva poc'anzi, la risoluzione -che era stata presentata dai so­cialisti da Renew Europe, dai Verdi e da La Sinistra- chiede l'inserimento del diritto al­l'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'U.E. A tal fi­ne, il documento afferma che urge «presentare al Consiglio una proposta per modifica­re» l'articolo 7 affinché reciti: «Tutti hanno diritto all'abor­to sicuro e legale». A seguire, il Parlamento europeo ha invitato il «governo degli Stati Uniti a garantire la protezio­ne dei dati per tutti, in parti­colare per, coloro che cerca­no, forniscono e facilitano l'aborto»; come se Joe Biden e Kamala Harris non stessero già osteggiando abbastanza la decisione della Corte Su­prema.

Non è finita: nella risolu­zione di ieri figurano pure at­tacchi al non meglio precisa­to «flusso di denaro che finanzia gruppi contrari al ge­nere e alla libertà di scelta nel mondo, anche in Europa». In altre parole, la sinistra euro­pea non si accontenta di ele­vare l'aborto a diritto umano; aspira pure ad azzoppare il più possibile i gruppi a difesa della vita nascente. «La riso­luzione votata», ha commen­tato Simona Baldassarre, euro-deputata della Lega, evi­dentemente contraria a tale provvedimento, «rappresen­ta l'assurdità ideologica delle sinistre al Parlamento Euro­peo che, per la seconda volta nel giro di solo un mese, pre­sentano un testo in plenaria sull'aborto. Non si danno pa­ce».

In effetti, è così. Lo prova anzitutto il fatto che già lo scorso 9 giugno a Strasburgo era stata approvata -e con una maggioranza, pure più larga: 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni- un'altra risoluzione per con­dannare, «il deterioramento dei diritti e della salute ses­suale e riproduttiva delle donne nel mondo, compresi gli Stati Uniti». A quale titolo l'euro-parlamento metta il naso negli affari americani, ovviamente, non è chiaro; vi­ceversa appare chiarissimo il clima che si respira nelle isti­tuzioni comunitarie. Basti vedere l'attivismo dì soggetti come onorevole olandese Samira Rafaela la quale, oltre a figurare tra i firmatari della risoluzione approvata ieri, non più tardi qualche giorno fa, aveva perfi­no preso carta e penna scrivendo direttamente alla Presidente dell’europarlamento, Roberla Metsola, per chiederle di bandire dalle sa­le riunioni di Bruxelles e Strasburgo le lobby pro life. «Metsola ha ormai ricevuto la nostra lettera che chiede di togliere i badget, ai lobbisti antiabortisti. Non c'è spaziò nel Parlamento europeo per la loro tossica agenda contro le donne», aveva tuonato su Twitter Rafaela le cui parole tornano particolarmente utili per farsi un'idea di quale sia il clima europeo in questo momento. Anche perché, se è vero che le risoluzioni del Parlamento non sono testi legislativi -e quindi non vincolatiti per gli Stati membri- è altresì innegabile come l'approvazione di ben due documenti del genere, per giunta in meno di un mese, costituisca un segnale.

Non a caso le associazioni anti-abortiste, anche italiane, dopo la votazione di ieri sono entrate in allarme. Jacopo Coghe, portavoce di Pro vita & Famiglia, ha par­lato di «un colpo mortifero che condanna i bambini e dunque le future generazioni europee a non vedere mai la luce», sottolineando che «in modo vergognoso i socialisti europei hanno tradito la me­moria del compianto David Sassoli che, nel dicembre 2013, insieme ad altri eurode­putati di sinistra, si astenne». In questo modo, anche grazie, a Sassoli, ha continuato Co­ghe, fu «possibile la bocciatu­ra del rapporto Estrela pro-aborto, che -pur vergognoso e pericoloso- era addirittura meno estremista dell'attuale risoluzione». Mai, in effetti, s'era vista Strasburgo, occu­parsi dell'aborto in modo co­sì ripetuto, quasi ossessivo, e pure con la pretesa di indica­re agli Stati Uniti la linea da seguire su temi tanto delica­ti.

Senza dimenticare infine i toni che la sinistra a livello europeo, riserva a chi ancora osi discostarsi dalla sua li­nea. Ne sono un esempio le parole dell’onorevole Ignazio Corrao, che oggi milita nei Verdi ma che viene dal Movimento 5 stelle il quale, ieri, su Twitter ha scritto: «Nella ri­soluzione del Parlamento europeo per inserire l'aborto tra i diritti fondamentali secondo voi chi, dei partiti nostrani, ha votato contro? Ov­viamente, Lega, Fdi e pure Forza-Italia». Già che scan­dalo questi retrogradi che an­cora non vedono un diritto umano fondamentale nella soppressione del nascituro.


 

Da: La Verità, 8 luglio 2022




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