venerdì 29 luglio 2022

Germania: il “Cammino sinodale” … verso il disastro





di Julio Loredo

Si parla ancora del “cammino sinodale” intrapreso dalla Chiesa in Germania, specialmente dopo il recente documento della Santa Sede che pone alcuni paletti. Lo spirito del “Weg” tedesco, anche se non necessariamente tutte le sue conclusioni, sembra inserirsi in quello che il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, propone come un nuovo “modello” di Chiesa in stato di “sinodalità permanente”, che coinvolgerebbe clero e laici.

Il modello “cammino sinodale” intende dare alla luce una nuova “Chiesa sinodale” animata da una nuova “spiritualità della sinodalità”. “Non basta avere un sinodo, bisogna essere sinodo”, ha ribadito Francesco[1].

L’entusiasmo con cui i progressisti di tutto il mondo hanno abbracciato questo modello di sinodalità permanente – che nella loro visione scardinerebbe la presente struttura gerarchica nella Chiesa – cozza, però, con il fatto che la crisi ecclesiastica è stata da loro stessi provocata, in primis, in Germania. Facile affermare, come fa l’ineffabile cardinale Marx dopo decenni di gestione in prima persona della situazione, che la crisi non si deve a loro ma che è “sistemica”. Cioè, da attribuire all’abuso di autorità nella Chiesa, un pretesto per darle un nuovo profilo più democratico e accettabile agli occhi della società contemporanea.

Nel solo 2021, ben 359.338 cattolici hanno lasciato la Chiesa in Germania. Per la prima volta nella storia del Paese, i cattolici sono una minoranza. Dichiarandosi “sconvolto per l’altissimo numero di persone che stanno lasciando la Chiesa”, il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Bätzing, ha detto: “I numeri testimoniano una profonda crisi, non c’è niente da dire”[2].

Questa moria di fedeli non coinvolge soltanto i cattolici non praticanti. Secondo mons. Bätzing, “C’è un feedback crescente sul fatto che anche le persone precedentemente coinvolte nella parrocchia stanno facendo questo passo”.

La presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK), Irme Stetter-Karp, ha affermato che i numeri riflettono un cambiamento fondamentale nella società: “Il potere delle Chiese di interpretare la religione non è più una cosa ovvia, a differenza di molti decenni, persino secoli fa”. Un bel modo per dire che la Chiesa non viene più ascoltata, e forse nemmeno creduta.

Ora, dai tempi del Concilio Vaticano II si è fatto di tutto e di più per “avvicinare” la Chiesa ai fedeli, spogliandosi di tutto ciò che potesse rappresentare sacralità e gerarchia. Ed ecco il risultato: più la Chiesa si desacralizza, più i fedeli la abbandonano. Non sarebbe l’ora di trarre qualche lezione dalla realtà?



Note

[1] https://www.synod.va/it/in-evidenza/per-una-spiritualita-della-sinodalita.html

[2] Katch.ch 27 giugno 2022.



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