mercoledì 14 aprile 2021

Le querce per Notre Dame e l’anima del mondo

  


14APR

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by Aldo Maria Valli

di John Horvat

C’è qualcosa nella cattedrale di Notre Dame di Parigi che stupisce e affascina persino nella post-modernità in cui viviamo. Anche nel suo attuale stato così danneggiato, l’edificio bruciacchiato attira l’attenzione del mondo. L’autenticità della cattedrale ha prevalso sui tentativi di restaurarla mediante brutali riprogettazioni moderniste che l’avrebbero deturpata.

Tutti siamo rimasti come paralizzati quando la guglia e il tetto sono bruciati e crollati in quel fatidico 15 aprile 2019. In quel giorno il mondo ha pianto, poiché sembrava che qualcosa dell’anima della Francia fosse andata perduta. Infatti, da tutto il mondo sono arrivate condoglianze e sostegno finanziario.


Ora, mentre le prime querce per la ricostruzione vengono selezionate, il mondo guarda con ansietà. Questo non è un progetto ordinario; tocca l’anima cattolica della Francia e del mondo.

Il grande interesse per il processo di ricostruzione fa presente l’enorme potere della Chiesa sulle anime. Nonostante la crisi apocalittica della fede all’interno della Chiesa, oggetti come Notre Dame interrogano il vuoto superficiale della postmodernità odierna. I poveri orfani metafisici di questo secolo perduto bramano la bellezza, la profondità e la sublimità che solo la Chiesa può offrire.


Sfortunatamente, gli esponenti progressisti della Chiesa sprecano questa opportunità e sproloquiano in modo spaventoso su banalità riguardanti la giustizia sociale che non attraggono più nessuno, rifiutandosi di vedere quanto la Chiesa sia attraente quando rimane fedele a sé stessa e alla sua tradizione.

La ricostruzione di Notre Dame illustra questa verità. Curiosamente, tutti i grandi miti della modernità sono caduti davanti a essa, come era giusto che accadesse. Notre Dame sconfigge la menzogna marxista che definisce la Chiesa come “l’oppio del popolo”. Il popolo francese si è schierato a difesa della cattedrale medievale, insistendo affinché fosse ricostruita così com’era.


Ha rifiutato i disegni modernisti e ha chiesto a gran voce una Notre Dame “à l’identique”, identica a prima. E l’autorità pubblica ha dovuto piegarsi alla schiacciante volontà popolare dando il via libera al progetto medievale “arretrato”.

Notre Dame sconfigge il secolarismo militante. La politica della laicité della Repubblica francese ha sempre mostrato un’ostilità ufficiale nei confronti della Chiesa. Tuttavia, i funzionari del governo sono apparsi diligentemente alla cerimonia di selezione delle querce che si è tenuta con grande clamore. Questi amministratori pubblici, purtroppo non i vescovi, sono coloro che hanno compreso la necessità di riempire l’occasione di simbolismo, sfarzo e significato.


Così, contrariamente allo spirito materialista dei nostri tempi, questo progetto architettonico diventa un evento metafisico, assumendo una dimensione che va oltre le conoscenze fisiche e tecniche dei costruttori e che fa appello a un mondo pieno di simboli, principi e idee che conferiscono alle cose significato e contesto e connettono l’umanità a Dio.

Tutti hanno percepito che qualcosa di storico e importante stava accadendo durante quella cerimonia di selezione degli alberi nella foresta. Forse non fu molto diversa la selezione originale di querce tenutasi otto secoli prima…

I francesi si sono uniti ai rappresentanti del governo e ai forestali nella cerimonia, che si realizzava tra le imponenti querce che si ergono da centinaia di anni nella leggendaria foresta di Bercé, un tempo foresta della corona, nella regione della Loira. L’albero ufficiale “numero uno” era alto più di trenta metri, meticolosamente scelto per svolgere il suo ruolo in questa favolosa impresa.


Così, querce provenienti da ogni regione della Francia riceveranno un sacro destino nell’amata cattedrale. La metà degli alberi giungeranno da terreni demaniali e il resto da donazioni private. C’è una lodevole competizione tra le regioni francesi per fornire gli alberi necessari. Tutti vogliono contribuire liberamente alla causa. Arrivano offerte gratuite di querce anche da altri Paesi, poiché tutti desiderano far parte della storia.

Notre Dame sconfigge i “verdi”. Le obiezioni “di bandiera” sono state rapidamente superate e tutto si è limitato all’assenza alla cerimonia dei rappresentanti del movimento ecologico. Il restauro ad alto contenuto di carbonio dovrebbe essere un obiettivo naturale per i fanatici della Terra, ma sanno bene che l’umore nazionale è contro di loro. Un totale di mille querce giganti sono state scelte con cura e sono state abbattute durante il mese di marzo, ma nessun eco-attivista verrà trovato incatenato a un albero.


L’uso di questi alberi numerati individualmente verrà ordinato al servizio di Dio e dell’uomo. Essi devono misurare più di un metro di larghezza ed essere alti più di trenta metri. La raccolta deve essere effettuata rapidamente a marzo in modo che la linfa e una eccessiva umidità non possano danneggiare il legname. Una volta tagliati, gli alberi saranno essiccati per dodici-diciotto mesi prima del loro uso nella ricostruzione.

Notre Dame può superare gli ostacoli che si presentano perché non si tratta di un semplice restauro, ma di un’opera di amore e dedizione. Rappresenta la continuità di qualcosa di speciale che i francesi vogliono che si conservi ben oltre le loro vite. In effetti, i falegnami che lavorano al progetto ritengono che il tetto in quercia perdurerà almeno altri otto o dieci secoli, superando di gran lunga la durata dell’acciaio o del cemento.

“Questo è un progetto che riguarda l’intera Francia”, ha detto il generale Jean-Louis Georgelin, a capo dei lavori di restauro, correttamente segnalando che questo progetto tocca l’essenza della Francia. Questa conclusione è l’unica cosa che può spiegare perché il restauro di Notre Dame ribalta così tanti miti moderni. Il progetto coinvolge molto più di un edificio o mere espressioni di alta conoscenza e genialità.


Esso si basa sulla potente influenza della Chiesa che, con la grazia di Dio, suscita grande entusiasmo. In fondo in fondo, il restauro di Notre Dame rappresenta l’alleanza tenue ma ancora vitale che lega la Francia alla Madonna, alla quale fu dedicato l’edificio sacro.

Il restauro è anche una lezione per i cattolici: grandi cose sono possibili quando viene mantenuto un pur piccolo legame con la Madonna. I fedeli e il clero devono credere in questo potere che potrebbe cambiare tutto.

Ecco perché il restauro deve estendersi oltre la ricostruzione delle strutture di quella chiesa e riconquistare i cuori e le menti alla Fede. La Francia deve ricostruire la casa della Madonna e implorarla di tornare come regina. Quando ciò accadrà, il futuro della Francia sarà assicurato.

Fonte: Return to Order, traduzione a cura di Fatima oggi





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