martedì 16 aprile 2019

Notre-Dame brucia. C’era una volta la Francia “figlia prediletta della Chiesa”






Aldo Maria Valli 16/04/2019

Notre-Dame brucia e vengono in mente certe statistiche
. Come quelle sul deserto vocazionale francese, con cinquantotto diocesi su novantotto che nell’ultimo anno non hanno avuto nemmeno un’ordinazione sacerdotale (e Parigi in costante calo rispetto agli anni precedenti). O come quelle sulla media dei cattolici che vanno regolarmente a Messa, crollata al quattro per cento. O come quella sul numero dei battesimi, crollati in modo così impressionante che, secondo alcune proiezioni, nel 2048 a Parigi ci sarà l’ultimo battesimo, mentre l’ultimo matrimonio cattolico sarà nel 2031 e nel 2044 non ci sarà più nemmeno un sacerdote nato in Francia.

Notre-Dame brucia e vengono in mente certe definizioni.
Come quella di un recente studio che parla di cattolicesimo francese “in fase terminale” dato che ormai il paese è quasi completamente post-cristiano, con molti edifici di culto chiusi, venduti o addirittura demoliti.

Notre-Dame brucia e viene alla mente quanto ha detto tempo fa il cardinale Sarah
, quando ha messo in relazione il crollo del cattolicesimo in Francia con il declino dell’Occidente, un “Occidente che non sa più chi è, perché non sa e non vuole sapere chi lo ha formato e costituito”. Una sorta di suicidio che apre la strada ai nuovi barbari.

Notre-Dame brucia e vengono alla mente certe notizie
. Come quelle sulla recente ondata di chiese profanate in Francia: devastazione di oggetti sacri, Madonne distrutte o decapitate, tabernacoli aperti e ostie gettate per terra, crocifissi spezzati, cappelle incendiate, mura imbrattate di escrementi. Un accanimento che lascia costernati.

Notre-Dame brucia e torna alla mente il martirio del padre Jacques Hamel
, assassinato nella Chiesa di Saint-Etienne, a Saint-Etienne-du-Rouvray, in un assalto jihadista seguito da una profanazione del luogo di culto.

Notre-Dame brucia e tornano alla mente le parole della Vergine apparsa a rue du Bac
, a poca distanza dall’Ȋle de la Cité: “Figlia mia, la Croce sarà disprezzata…”.

Notre-Dame brucia e…

Se oggi un novello Hitler volesse riproporre la sua celebre domanda, “Parigi brucia?”, qualcuno potrebbe rispondere che l’anima della città è stata consumata dalle fiamme. E sì, d’accordo, in gran parte di tratta di strutture ricostruite nell’Ottocento, per porre rimedio alle devastazioni della rivoluzione francese, ma i simboli restano simboli.

C’era una volta la Francia “figlia prediletta della Chiesa”. Oggi qualcuno parla di “vedova prediletta”. Ma c’è poco da ridere.

Aldo Maria Valli












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