di don Francesco Capolupo, 16 aprile 2019
Di fronte alle fiamme che divampano dal tetto della Cattedrale di Notre Dame di Parigi, è normale che scaturiscano sentimenti di dolore e di angoscia nel vedere la distruzione del simbolo della Cristianita’ francese.
Notre Dame non è purtroppo la prima chiesa francese che va distrutta negli ultimi anni, si va ad aggiungere a molte chiese vendute, chiuse o letteralmente distrutte da mani violente e criminali che secondo i dati della Conferenza Episcopale francese, solo quest’anno, hanno attaccato circa mille edifici sacri.
Secondo le prime ricostruzioni, seguendo anche il pertinente commento di Vittorio Sgarbi a commento delle immagini televisive, sembra che l’incendio sia divampato dal cantiere che si occupava del restauro stesso della Cattedrale: un corto circuito che avrebbe scatenato quest’inferno.
La Francia è sotto attacco, per la precisione sotto due attacchi: uno esterno da parte della violenza anti cristiana che si sta scagliando con estrema precisione sui luoghi ma soprattutto sull’identità e sulla cultura dell’Europa e che trova nel paese transalpino una culla molto accogliente a causa di anni di politiche falsamente aperte alle migrazioni che hanno avuto il solo scopo di creare un meticciato del tutto ingovernabile e senza una base culturale e identitaria comune; se si semina il caos culturale è inevitabile raccogliere la disgregazione sociale.
Il secondo attacco, quello interno, è purtroppo quello paradossalmente più pericoloso. La Chiesa francese da ormai più di quaranta anni non insegue più la via del Cielo per i cristiani ma insegue le vie del mondo per allinearsi alle false filantropie del nostro tempo che figlie dell’illuminismo non hanno altro intento che quello di pianificare un dominio delle coscienze che condiziona fortemente anche le anime: in una parola la frantumazione della fede in favore di un fideismo razionalista che distrugge l’umanità.
La guglia di Notre Dame che crolla frantumata a terra è l’immagine della stessa cristianità che in Francia, come del resto in Europa, ha abdicato al suo ruolo di madre della Patria ed è a partire da questo ruolo che la Chiesa deve ripensarsi e ritornare al centro della vita teologale dell’uomo e non ad agenzia sociale di secondo livello.
Molti opinionisti si soffermano sul concetto di simbolo o segno ( i termini non sono sinonimi) che la cattedrale rappresenta: simbolo della Francia, simbolo della cultura, simbolo della storia ma occorre sempre tenere presente che un simbolo è forma di una sostanza, non può esserci simbolo che non abbia la propensione a rappresentare ciò di cui è fatto e ciò a cui rimanda; una cattedrale gotica o neogotica spicca verso il Cielo e non possiamo omettere dalla nostra storia che arrivare al Cielo ero lo scopo dei grandi costruttori medievali, veri maestri dell’arte metafisica, simbolica appunto. Togliere il vero significato alla parola simbolo vuol dire tradire ancora una volta la storia dell’Europa, impedire la rinascita del popolo, tagliare le ali della salita verso il Cielo.
Ironia della sorte ma in linea con quanto sostengo, al momento l’unica parte rimasta indenne e non toccata dalle fiamme, è il portale della facciata centrale che porta il ciclo del giudizio universale. Un giorno risponderemo anche di questo.
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