Marco Tosatti
E’ certamente un gesto di buona volontà, ma potrebbe essere anche uno sbaglio colossale. Parliamo dell’iniziative del cappellano di Malpensa, che ha deciso di mettere a disposizione dei fedeli dell’islam la cappella della Madonna di Loreto per le loro preghiere.
Abbiamo letto qui dell’iniziativa; e ci sembra frutto di buone intenzioni, ma forse non troppo saggia. E cerchiamo di spiegare perché.
Perché il luogo in cui cuna comunità musulmana prega, diventa Dar al-Islam, la casa dell’islam; un luogo per sempre di proprietà dei seguaci del Profeta. A differenza del resto del mondo, occidentale in particolare, che è Dar al-harb, la casa della guerra, cioè terreno da conquistare alla vera fede.
Ed è proprio per questo motivo che il Saladino, quando conquistò Gerusalemme, e visitò la Chiesa del Santo Sepolcro, si comprtò come si comportò. E cioè: fece abbattere la Croce, e spezzare le campane, ma non volle pregarvi dentro, proprio per evitare che il Sepolcro diventasse dar al-Islam. Volle infatti che restasse un luogo di pellegrinaggio cristiano (per ragioni anche economiche, sembra: i pellegrini portavano fior di affari).
Non è un caso che la Conferenza Episcopale Italiana, in un suo documento pastorale, abbia scritto:
“Le comunità cristiane, per evitare inutili fraintendimenti e confusioni pericolose, non devono mettere a disposizione, per incontri religiosi di fedi non cristiane, chiese, cappelle e locali riservati al culto cattolico, come pure ambienti destinati alle attività parrocchiali. Così pure, prima di promuovere iniziative di cultura religiosa o incontri di preghiera con i non cristiani, occorrerà ponderare accuratamente il significato e garantire lo stile di un rapporto interreligioso corretto, seguendo le disposizioni della chiesa locale”.
E infatti nei mesi scorsi, in una riunione ad altissimo livello del Papa con i suoi collaboratori, si è trattato del problema del dialogo con l’Islam, e dei suoi molteplici aspetti. Un capo dicastero importante, che ha una grande esperienza del problema, e del mondo islamico, ha detto che bisogna mettere in guardia i nostri operatori pastorali, che magari per ingenuità prestano chiese e locali. Nella memoria collettiva dei fedeli islamici quel dato resta registrato; e può diventare oggetto di rivendicazione in un futuro più o meno lontano.
Quindi forse se c’è un vescovo a Milano dovrebbe attivarsi per rimediare alla buona volontà del cappellano…
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