Il dato è drammatico: ben il 70% dei ragazzi in età scolare in Francia non è catechizzato. Molti non hanno mai nemmeno sentito parlare di Gesù Cristo. Ma le brutte notizie non finiscono qui. Di quelli catechizzati – ovvero del restante 30% – solo uno su dieci si prepara per ricevere il Battesimo. Che non è più un Sacramento “scontato”, dato per acquisito. Anzi…
Per questo i Vescovi d’Île-de-France hanno sentito il bisogno di rivolgere un accorato appello. A tutti. Alle famiglie, ai catechisti, agli educatori: «Sino a poco tempo fa – si legge – i primi passi sul cammino della fede si compivano nelle mura del focolare domestico». Oggi non è più così: «Molti genitori sono preoccupati di come potranno crescere i propri figli». Ed hanno assolutamente ragione ad esserlo. Perciò i prelati hanno predisposto questo documento. Si tratta di nomi importanti: dell’Arcivescovo di Parigi, Card. André Vingt-Trois, e dei Vescovi di Versailles, mons. Eric Aumonier, di Nanterre, mons. Michel Aupetit, di Saint-Denis, mons. Pascal Delannoy, di Evry, mons. Michel Dubost, di Pontoise, mons. Stanislas Lalanne, di Meaux, mons. Jean-Yves Nahmias, e di Créteil, mons. Michel Santier. Hanno deciso, tutti insieme, di lanciare una nuova campagna di sensibilizzazione, in grande stile, dal titolo «Tu aimeras ton prochain comme toi-même», “amerai il prossimo tuo come te stesso”. Campagna, il cui successo dipenderà da ogni fedele: «Non è sufficiente affiggere manifesti alle chiese – hanno affermato – Spesso i genitori non sanno a chi rivolgersi e attendono che qualcuno compia il primo passo per informarli. Decideranno di iscrivere i loro figli al catechismo, se avran potuto parlarne con qualcuno che, conoscendo la parrocchia, abbia saputo mostrar loro la strada da seguire». E’, in pratica, quell’apostolato cui ci chiama il fatto stesso di esser battezzati, come ben ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Mediante il Battesimo siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della Sua missione» (n. 1213). Ed ancora: «[I battezzati] sono partecipi del sacerdozio di Cristo, della Sua missione profetica e regale» (n. 1268). Ed oggi la prima missione è proprio qui, nell’Occidente cristiano.
Ciò non significa limitarsi a procurare iscrizioni per il catechismo, tutt’altro. E lo sanno bene i Vescovi firmatari, che precisano nell’appello: si tratta di «sostenere per l’intero anno il cammino di questi ragazzi e di accoglierli calorosamente alla S. Messa [il che presuppone l’esserci, alla celebrazione liturgica, a differenza di quel che fan purtroppo tante famiglie!-NdR]».
Perché «noi ne siamo testimoni, dare a ciascun fanciullo la possibilità di conoscere Cristo e di scegliere di seguirLo fa parte di ciò che gli permetterà di trovare la propria piena dimensione». Commenta l’agenzia Riposte Catholique, che ha dato ampio risalto alla notizia: alle lezioni di catechismo, dunque, «è davvero finito il tempo del colorare, del vivere assieme, di una solidarietà troppo umana,…? Si studia finalmente la fede cattolica ricevuta dagli Apostoli, adesso?». Sarebbe buona cosa che ne tenessero conto anche le Diocesi italiane e quelle di tutto il mondo. Perché l’analfabetismo spirituale è drammaticamente diffuso ed occorre evitare di ripercorrere gli errori già compiuti e vissuti Oltralpe, bisogna trarne una lezione anche per ciascuno di noi e rettificare il tiro, finché si sia in tempo.
nocristianofobia, 4 settembre 2015
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