mercoledì 4 gennaio 2012

4 gennaio: beata Angela da Foligno







Parole di Benedetto XVI all'Udienza Generale del 13-10-2010:

"Di solito, si è affascinati dai vertici dell’esperienza di unione con Dio che ella ha raggiunto, ma si considerano forse troppo poco i primi passi, la sua conversione, e il lungo cammino che l’ha condotta dal punto di partenza, il “grande timore dell’inferno”, fino al traguardo, l’unione totale con la Trinità. La prima parte della vita di Angela non è certo quella di una fervente discepola del Signore. Nata intorno al 1248 in una famiglia benestante, rimase orfana di padre e fu educata dalla madre in modo piuttosto superficiale. Venne introdotta ben presto negli ambienti mondani della città di Foligno, dove conobbe un uomo, che sposò a vent’anni e dal quale ebbe dei figli. La sua vita era spensierata, tanto da permettersi di disprezzare i cosiddetti “penitenti” - molto diffusi in quell’epoca – coloro, cioè, che per seguire Cristo vendevano i loro beni e vivevano nella preghiera, nel digiuno, nel servizio alla Chiesa e nella carità.

[...] Cari fratelli e sorelle, la vita di santa Angela comincia con un’esistenza mondana, abbastanza lontana da Dio. Ma poi l'incontro con la figura di san Francesco e, finalmente, l'incontro col Cristo Crocifisso risveglia l'anima per La presenza di Dio, per il fatto che solo con Dio la vita diventa vera vita, perché diventa, nel dolore per il peccato, amore e gioia. E così parla a noi santa Angela. Oggi siamo tutti in pericolo di vivere come se Dio non esistesse: sembra così lontano dalla vita odierna. Ma Dio ha mille modi, per ciascuno il suo, di farsi presente nell'anima, di mostrare che esiste e mi conosce e mi ama. E santa Angela vuol farci attenti a questi segni con i quali il Signore ci tocca l'anima, attenti alla presenza di Dio, per imparare così la via con Dio e verso Dio, nella comunione con Cristo Crocifisso. Preghiamo il Signore che ci renda attenti ai segni della sua presenza, che ci insegni a vivere realmente. Grazie.".





Parabola del convito

La fedele [la Beata Angela da Foligno, n.d.r.] mi disse che una volta, mentre stava chiedendo a Dio di comunicarle qualcosa di sé, si fece il segno della croce e pregò Dio di indicarle chi sono i suoi figli.

Egli, fra l’altro, le portò questo esempio: – «Mettiamo che ci sia un uomo che ha molti amici, li invita a un banchetto e dispone a tavola quelli che vanno; infatti, alcuni non accettano l’invito e per essi si addolora, perché ha preparato un convito molto abbondante. Sebbene voglia bene a tutti e a tutti offra il banchetto, nondimeno mette quelli che ama di più vicino a sé, alla mensa speciale, e con questi, che ama più intimamente, mangia in un’unica scodella e beve a un’unica coppa».

Io con grande compiacimento spirituale chiesi: «Quand’è Signore, che inviti tutti?».
Ed egli mi rispose: «Io ho amato e invitato tutti alla vita eterna; coloro che vogliono venire, vengano, perché nessuno può portare la scusa di non essere stato invitato. Se vuoi capire quanto li ho amati e scelti con piacere, guarda la croce».
Dopo disse: «Ecco, i chiamati vengono e sono disposti a tavola», e fece capire che era lui la mensa e il cibo.

Io chiesi: «Per quale strada son venuti i chiamati?». Ed egli rispose: «Per la via della tribolazione; sono i vergini, i casti, i poveri, i pazienti e i malati»; e nominò molti tipi di persone che si sarebbero salvate.

Di ogni parola capii il significato e la spiegazione e mi compiacqui molto e feci in modo di non muovere neppure gli occhi, per non perdere la consolazione. Questi furono definiti figli comuni.

In quella rivelazione disse che la verginità, la povertà, la febbre, la perdita dei figli, la tribolazione e la privazione della proprietà – e specificò molte cose con prove e spiegazioni che ben capivo – vengono mandate da Dio a quei figli, per il loro bene.

Essi non lo sanno e non se ne rendono conto, anzi all’inizio tribolano, ma poi sopportano in pace e riconoscono che è tutto permesso da Dio.

Invece gli invitati alla mensa speciale, che il Signore conduce con sé a mangiare in un’unica scodella e a bere a un’unica coppa, sono quelli che vogliono conoscere chi è l’uomo buono che li ha invitati, per potergli piacere. Dopo aver capito che hanno ricevuto l’invito, senza esserne degni e senza meritarlo, si danno da fare, per piacergli. Essi sono coloro che sanno d’essere stati amati molto da Dio onnipotente e se ne riconoscono indegni. Per scoprirlo, vanno alla croce, vi si fissano, la guardano e vi conoscono l’amore.


B. Angela da Foligno, Memoriale, p.28

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