martedì 14 giugno 2022

Argentina, cattolici a picco. Stati Uniti, cattolici reattivi. Due indagini







di Sandro Magister
13 giu 22

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Tra le recenti indagini sociologiche sulle religioni nel mondo, due sono di particolare interesse. La prima registra il netto arretramento del cattolicesimo in Argentina. La seconda misura le opinioni dei cattolici degli Stati Uniti riguardo all’aborto, proprio mentre la corte suprema si appresta a revocare la sentenza Roe v. Wade che nel 1973 legalizzò l’aborto in tutti gli Stati, con la conseguenza che saranno i singoli Stati a legiferare in materia.

IN ARGENTINA


In Argentina i “senza religione” sono arrivati ad essere il 22 per cento della popolazione, quando mezzo secolo fa erano praticamente assenti. Mentre i cattolici sono calati nello stesso arco di tempo dal 90 al 52 per cento.

A riferire questi dati è Sergio Rubin, vaticanista e biografo di Jorge Mario Bergoglio, citando Marita Carballo, fondatrice del centro di ricerca argentino “Voices!”.

Sono in calo anche gli argentini che dichiarano di aver fiducia nella Chiesa cattolica: dal 52 per cento nel 2017 al 31 per cento oggi. Così come i giudizi positivi su papa Francesco, scesi nello stesso arco di tempo dal 62 al 52 per cento.

Viceversa, tra coloro che continuano a dichiararsi cristiani, aumentano gli “evangelical”, i carismatici e i pentecostali, che oggi in Argentina sono il 12 per cento della popolazione.

In tutto ciò l’Argentina riproduce una tendenza che investe da anni l’intera America latina, dove già nel 2018 erano almeno sette gli Stati in cui i cattolici erano scesi sotto la metà della popolazione, con in testa l’Uruguay, storicamente il più irreligioso, seguito da altri Stati del Centroamerica.

Ma oggi anche in un gigante come il Brasile i cattolici sono calati a meno della metà. Nello Stato di Rio de Janeiro sono il 46 per cento, con le punte più basse, inferiori a un terzo, nelle favelas.

Papa Francesco ha dedicato nel 2019 un intero sinodo all’Amazzonia e pochi giorni fa ha nominato cardinale il vescovo della maggiore città della regione, Manaus. Ma mentre la Chiesa si batte per la salvaguardia della natura, il numero dei cattolici è in continuo calo. Oggi sono solo il 46 per cento dei 34 milioni di abitanti del bacino amazzonico.

Anche in Cile i cattolici sono recentemente scesi sotto la soglia della metà della popolazione. E l’Argentina, come s’è visto, vi è vicinissima, per di più orfana del papa suo connazionale, che da quando è stato eletto non vi ha più rimesso piede, né intende farlo in futuro.

NEGLI STATI UNITI


Quanto ai giudizi dei cattolici degli Stati Uniti in materia d’aborto, a fare testo è una recente indagine del Pew Research Center di Washington:

> Like Americans overall, Catholics vary in their abortion views, with regular Mass attenders most opposed

Ai due estremi opposti ci sono quei cattolici, il 13 per cento, che vogliono l’aborto sempre legale, senza eccezioni, e quegli altri, il 10 per cento, che invece lo vogliono sempre illegale, mentre in mezzo ci sono quelli che lo vogliono legale o illegale “nella maggior parte dei casi”.

Ma tra chi va a messa tutte le domeniche le proporzioni cambiano sensibilmente. Quelli che vogliono l’aborto sempre illegale salgono al 24 per cento e quelli che lo vogliono illegale nella maggior parte dei casi al 44 per cento. Sommati, sono oltre i due terzi dei praticanti regolari, contro un minuscolo 4 per cento che lo vuole sempre legale e un 26 per cento che lo vuole legale nella maggior parte dei casi.

Nel caso in cui ad essere in pericolo con la gravidanza sono la vita o la salute della madre, il 69 per cento dei cattolici opta per l’aborto legale e il 13 per cento vi si oppone, ma tra chi va a messa ogni domenica quelli che sono per l’aborto legale calano al 49 per cento, mentre salgono al 29 per cento quelli che vi si oppongono.

A dirsi d’accordo con l’affermazione che “la vita umana comincia con il concepimento, per cui un feto è una persona con tutti i diritti” sono il 44 per cento dei cattolici in genere, ma ben il 70 per cento di quelli che vanno a messa ogni domenica.

Negli Stati Uniti l’opposizione dei cattolici praticanti regolari alla legalizzazione dell’aborto, sempre o nella maggior parte dei casi, è molto vicina alla quota record, 77 per cento, dei protestanti bianchi “evangelical”.

Invece i giudizi si differenziano parecchio, tra i cattolici, a seconda delle loro propensioni politiche, indipendentemente dalla frequenza alla messa.

I cattolici che propendono per i repubblicani sono al 60 per cento per l’illegalità dell’aborto, sempre o nella maggior parte dei casi, e al 59 per cento per l’affermazione che “la vita comincia con il concepimento”.

Mentre i cattolici che propendono per i democratici sono al 73 per cento per l’aborto legale, sempre o nella maggior parte dei casi, e appena al 30 per cento per l’affermazione che “la vita comincia con il concepimento”.

Le opinioni sull’aborto dei cattolici che propendono per i repubblicani sono molto simili a quelle dei repubblicani non cattolici.

In campo democratico, invece, in qualche caso le opinioni tra i cattolici e i non cattolici differiscono un po’. Ad esempio, i cattolici democratici che non ammettono l’aborto al di là delle 24 settimane di gravidanza sono il 38 per cento, mentre i democratici non cattolici che non lo ammettono sono il 27 per cento. E viceversa, i cattolici democratici che ammettono l’aborto anche al di là delle 24 settimane sono il 24 per cento, mentre i democratici non cattolici che lo ammettono sono il 37 per cento.

Nel riportare questi dati, il Pew Research Center omette di confrontarli con precedenti sondaggi. Ma un fatto è certo: ancora oggi negli Stati Uniti i cattolici sono molto più sensibili e reattivi alla serietà della questione aborto di quanto lo siano i cattolici dell’Europa.





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