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by Aldo Maria Valli
La teologa che ha inaugurato il sinodo in Vaticano chiede “di rivedere la teologia di tutti i sacramenti”.
Si tratta della teologa spagnola Cristina Inogés Sanz. Si definisce “teologa dallo spirito beghino ed ecumenico”, collabora regolarmente con Revista 21, Revista Nueva Vida e con Revista Ecclesia, espressione della Conferenza episcopale spagnola, ed è anche membro della Commissione metodologica della Segreteria generale del sinodo dei Vescovi.
Domenica 10 ottobre papa Francesco ha inaugurato ufficialmente il sinodo sulla sinodalità in Vaticano con la celebrazione dell’Eucaristia nella basilica di San Pietro. Il giorno prima si è tenuto un momento di riflessione nell’aula nuova del sinodo. L’incontro è iniziato con l’intronizzazione e l’annuncio della Parola di Dio (Ap 1,9-20). Poi c’è stata una meditazione del padre gesuita Paul Béré, del Burkina Faso, e una, appunto, di Cristina Inogés Sanz, invitata espressamente dal Vaticano. Dopo l’intervento della teologa, ha parlato il Santo Padre.
Di recente, sui suoi social la teologa ha condiviso una pubblicazione in cui, mettendo in rilievo bandiere arcobaleno, conferma di aver partecipato a una giornata di ritiro e riflessione con la Asociación de diversidad sexual, una comunità di Madrid che riunisce cristiani gay Lgbt.
La teologa si era già espressa in passato a favore dell’ordinazione delle donne affermando fra l’altro: “Poiché c’è un diaconato maschile permanente, cioè il diaconato che non è diretto al sacerdozio, non capisco perché non ci siano donne che possano accedere allo stesso diaconato. Riguardo al sacerdozio, sosterrò sempre che le donne possono essere sacerdoti”.
In base alla sua linea più protestante che cattolica, la teologa, rispondendo a Pedro Castelao, professore di teologia all’Università Pontificia Comillas e direttore della rivista Encrucillada (la domanda era: “La maggior parte delle coppie fidanzate vive insieme prima di sposarsi. È qualcosa che viene imposto su vasta scala. È giustificato per questa ragione: la convivenza è indispensabile per conoscersi. Chiedo solo: sarebbe possibile integrare questa realtà in una teologia del matrimonio?”) ha detto che “è necessario rivedere la teologia di tutti i sacramenti, in tutta naturalezza e in tutta tranquillità”.
In una delle sue ultime interviste, Cristina Inogés Sanz ha assicurato che “c’è un aspetto dell’esperienza della sinodalità che a volte ci sfugge, ed è la compassione. E bisogna viverlo senza spiegarlo molto, soprattutto con chi è più resistente al cambiamento”.
Fonte: infovaticana.com
Di recente, sui suoi social la teologa ha condiviso una pubblicazione in cui, mettendo in rilievo bandiere arcobaleno, conferma di aver partecipato a una giornata di ritiro e riflessione con la Asociación de diversidad sexual, una comunità di Madrid che riunisce cristiani gay Lgbt.
La teologa si era già espressa in passato a favore dell’ordinazione delle donne affermando fra l’altro: “Poiché c’è un diaconato maschile permanente, cioè il diaconato che non è diretto al sacerdozio, non capisco perché non ci siano donne che possano accedere allo stesso diaconato. Riguardo al sacerdozio, sosterrò sempre che le donne possono essere sacerdoti”.
In base alla sua linea più protestante che cattolica, la teologa, rispondendo a Pedro Castelao, professore di teologia all’Università Pontificia Comillas e direttore della rivista Encrucillada (la domanda era: “La maggior parte delle coppie fidanzate vive insieme prima di sposarsi. È qualcosa che viene imposto su vasta scala. È giustificato per questa ragione: la convivenza è indispensabile per conoscersi. Chiedo solo: sarebbe possibile integrare questa realtà in una teologia del matrimonio?”) ha detto che “è necessario rivedere la teologia di tutti i sacramenti, in tutta naturalezza e in tutta tranquillità”.
In una delle sue ultime interviste, Cristina Inogés Sanz ha assicurato che “c’è un aspetto dell’esperienza della sinodalità che a volte ci sfugge, ed è la compassione. E bisogna viverlo senza spiegarlo molto, soprattutto con chi è più resistente al cambiamento”.
Fonte: infovaticana.com
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