di Corrado Gnerre
Certamente la grave crisi che la Chiesa attuale sta patendo è una crisi di Verità, nel senso che questa (la Verità) sembra essere diventa una sorta di optional.
Eppure -se ci si riflette bene- non ci si ferma a questo, cioè non ci si ferma solo a dimenticare la Verità. C’è anche qualcos’altro che ovviamente a questa causa è strettamente legato. Ovvero l’incapacità di difendere la Verità, di lottare per essa, di sacrificarsi per essa. Di eventualmente riconoscere che esistono nemici di essa.
Già!… il termine “nemico”. Esso è qualcosa che fa paura al cattolico di oggi. Guai a parlare di nemici, di conflitto, di combattimento. Come se il nemico, il conflitto e il combattimento non possano voler comunque dire che bisogna amare anche colui contro cui si lotta. E l’amore verso il nemico non vuol dire non riconoscere il nemico come nemico. Anzi, è proprio questo riconoscimento che apre a quell’eroismo spirituale per cui si arriva doverosamente a pregare per i propri nemici.
Perché si arrivati a tale stato di cose? C’è qualche spiegazione teologica che spiega perché oggi nella Chiesa si ami più il quieto vivere che la lotta?
La spiegazione c’è e sta nel modo di concepire la natura di Dio.
Il neomodernismo non concepisce Dio come essere in cui c’è una priorità logica della Verità sulla Volontà, ma come essere in cui ci sarebbe solo la Volontà.
Ora, oltre al pericolo enorme di una convinzione di questo tipo, perché essa apre la strada a concezioni di Dio come essere contraddittorio, per cui Egli potrebbe decidere tutto e il contrario di tutto; dicevamo: oltre questo, una tale concezione di Dio apre la strada alla dimenticanza della Verità in favore della vita.
Senza la priorità della Verità, la vita deve giudicarsi con se stessa e la prassi deve giudicarsi con la prassi. E così non dobbiamo meravigliarci se si arriva all’estremo di pensare che più che lottare per la Verità occorra lottare per la propria vita. E quando il lottare per la Verità comportasse un disagio per la vita propria o degli altri, ecco che l’ideale diventa inevitabilmente il quieto vivere.
Ma, lo abbiamo detto più volte, non c’è peggiore mondanizzazione di questa. Quando cioè si parla e si agisce non come Dio (la Verità) esige, bensì come il mondo desidera. E perché? Per il semplice quieto vivere!
Gesù, però, è stato chiaro e ha detto: io sono la Via, la Verità e la Vita (Giovanni 14). Lo ha detto con questa precisa successione.
Dunque, Gesù è Via per la Verità e Verità per la Vita
E la Verità della Vita va difesa.
Dio ci chiederà conto di questo!
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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