mercoledì 11 marzo 2020

Coronavirus? In Polonia moltiplicano le Sante Messe




Libera traduzione da infovaticana.com di Carlos Esteban

I vescovi polacchi non sono indifferenti alla minaccia rappresentata dall'epidemia proveniente dalla Cina, ma la loro soluzione è palesemente diversa da quella di altre conferenze episcopali: aumentare le masse domenicali, in modo che i fedeli possano essere distribuiti e meno sovraffollati.

Il presidente della Conferenza episcopale polacca, Stanisław Gądecki, arcivescovo di Poznan, ha inviato una lettera ai fedeli polacchi in risposta alla crisi sanitaria causata dal coronavirus COVID-19 con istruzioni che, sebbene piene di buon senso e pragmatismo, contrastano fortemente con le misure di molti suoi colleghi in altre parti d'Europa, in particolare gli italiani, che hanno sospeso le messe fino a venerdì prima della domenica delle Palme: aumentare il numero delle messe domenicali, in modo da evitare un'eccessiva concentrazione di fedeli in ogni celebrazione.

La lettera di Gądecki osserva che, "in relazione alle raccomandazioni dell'ispettore capo della salute, nel senso che non ci sono agglomerati di persone, chiedo che il numero di messe domenicali sia aumentato il più possibile in modo che limitare il numero di fedeli presenti a ogni celebrazione, seguendo le linee guida dei servizi sanitari.

Allo stesso tempo, Gądecki voleva ricordare che se gli ospedali curano le malattie del corpo, le chiese servono, tra le altre cose, a curare le malattie dello spirito. "Pertanto, è impensabile che non preghiamo nelle nostre chiese", sottolinea l'arcivescovo.

Le persone anziane e vulnerabili, aggiunge la lettera, possono rimanere a casa e seguire la Santa Messa in televisione, e Gądecki sottolinea che "non vi è alcun obbligo di stringere la mano come segno di pace durante la Santa Messa".

L'arcivescovo termina la sua lettera chiedendo ai fedeli di pregare per coloro che sono morti a causa della malattia e per la fine dell'epidemia.












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