venerdì 23 agosto 2019

L'Immacolata, gli angeli e i demoni







Dagli scritti di
San Massimiliano Maria Kolbe

"Innumerevoli schiere di spiriti angelici salutarono con gioia Colei che il loro Creatore aveva deciso di elevare in modo così sublime e resero omaggio con umiltà alla loro Signora. Alcuni di essi, tuttavia con Lucifero a capo, dimenticando che tutto ciò che erano e quanto possedevano l’avevano ricevuto da Dio, mentre da loro stessi erano assolutamente nulla, si ribellarono e non vollero sottomettersi alla volontà di Dio.

Si considerarono, infatti, assai superiori ad un essere umano rivestito di carne. Un simile atto di venerazione sembrò ad essi uno svilimento della loro dignità; si lasciarono trasportare dalla superbia e rifiutarono di compiere la volontà di Dio.

A causa di ciò si abbatté su di essi una punizione immediata, eterna: l’allontanamento da Dio, l’inferno. Essendo puri spiriti, essi possedevano un’intelligenza penetrante, per tal conseguenza la loro azione fu pienamente cosciente e volontaria, e nella loro colpa furono evidenti le caratteristiche del peccato mortale, unite con l’assoluta consapevolezza di quanto commettevano.

Ecco perché da angeli divennero immediatamente demoni, e per sempre. E da allora il ricordo del fatto che quella creatura era divenuta la conferma degli angeli buoni e l’assicurazione della loro felicità eterna, mentre per i demoni era stata la pietra dello scandalo e a causa dell’allontanamento da Dio, colmò questi ultimi di odio infernale verso di Lei, un odio simile a quello che essi avevano nei confronti di Dio, di cui Ella doveva essere un’ immagine tanto fedele... ".


L’Immacolata prima della sua venuta nel mondo

Nel numero incalcolabile degli esseri possibili riproducenti le sue svariate perfezioni, Dio vide pure, da tutta l’eternità, un Essere perfetto sotto qualsiasi aspetto, non contaminato da alcuna macchia di peccato e che rifletteva i suoi attributi divini nel modo più fedele possibile ad un essere creato. Si rallegrò per questa prospettiva e decise, dall’eternità, di chiamare tale Essere all’esistenza in un tempo determinato.

Creando gli angeli, Dio volle che essi dessero, in piena coscienza e volontà, la prova che sempre e in perpetuo avrebbero desiderato compiere la sua volontà. Manifestò loro il mistero dell’incarnazione e annunciò che avrebbe chiamato all’esistenza un essere umano, dotato di anima e di corpo e che avrebbe innalzato tale creatura alla dignità di Madre di Dio, ragion per cui Ella sarebbe diventata pure la loro Regina, ed essi l’avrebbero dovuta altresì venerare.

Innumerevoli schiere di spiriti angelici salutarono con gioia Colei che il loro Creatore aveva deciso di elevare in modo così sublime e resero omaggio con umiltà alla loro Signora. Alcuni di essi, tuttavia con Lucifero a capo - dimenticando che tutto ciò che erano e quanto possedevano l’avevano ricevuto da Dio, mentre da loro stessi erano assolutamente nulla – si ribellarono e non vollero sottomettersi alla volontà di Dio. Si considerarono, infatti, assai superiori ad un essere umano rivestito di carne. Un simile atto di venerazione sembrò ad essi uno svilimento della loro dignità; si lasciarono trasportare dalla superbia e rifiutarono di compiere la volontà di Dio.

A causa di ciò si abbatté su di essi una punizione immediata, eterna: l’allontanamento da Dio, l’inferno. Essendo puri spiriti, essi possedevano un’intelligenza penetrante, per tal conseguenza la loro azione fu pienamente cosciente e volontaria, e nella loro colpa furono evidenti le caratteristiche del peccato mortale, unite con l’assoluta consapevolezza di quanto commettevano. Ecco perché da angeli divennero immediatamente demoni, e per sempre. E da allora il ricordo del fatto che quella creatura era divenuta la conferma degli angeli buoni e l’assicurazione della loro felicità eterna, mentre per i demoni era stata la pietra dello scandalo e a causa dell’allontanamento da Dio, colmò questi ultimi di odio infernale verso di Lei, un odio simile a quello che essi avevano nei confronti di Dio, di cui Ella doveva essere un’ immagine tanto fedele.

Nel paradiso terrestre satana scorge un essere simile a colei che è l’oggetto della sua rabbia. Non riesce a raggiungere Dio, non riesce a raggiungere lei, ma riversa il suo odio sulla futura madre di Lei, sulla progenitrice dell’umanità. E riesce a persuaderla ad opporsi alla volontà di Dio e a cercare la perfezione non nella sottomissione alle intenzioni di Dio, ma nel seguire il proprio ragionamento. La vince con l’orgoglio.

L’essere umano, il quale accresce le proprie cognizioni con l’aiuto dei sensi, è lontano dalla chiarezza di conoscenza che un essere puramente spirituale possiede. Ed è per questo appunto che il peccato dell’uomo è assai meno grave; ecco perché la misericordia di Dio promette ( ai progenitori ) un redentore, mentre a satana Dio predice che la vittoria ottenuta sulla madre dell’Essere preannunciato non modifica affatto i piani divini; predice anzi che “Ella gli schiaccerà il capo”, anche se “egli insidierà” continuamente, come avviene fino al giorno d’oggi, “il calcagno di Lei”( Gen 3,15 ).






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