È evidente che il pensiero di Benedetto XVI, affidato a poche righe riportate di seguito, ha una forte valenza, che conferma la sua chiara critica al modo con cui in Vaticano è stata considerata e gestita la questione degli abusi, di cui al documento: La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali . Una critica che si estende anche alla teologia odierna che ha provocato la drammatica crisi della fede che stiamo attraversando. Tuttavia ci si chiede come possa aspettarsi di essere ascoltato chi non lo era neppure da regnante, tant'è che ha abdicato certo non solo per questo; ma ha riconosciuto la sua debolezza che, sostanzialmente, era impotenza a fronteggiare una situazione non più gestibile e nel cui innesco non manca anche una sua responsabilità, se pensiamo al concilio e agli effetti della sua applicazione.
CITTÀ DEL VATICANO, 27 agosto 2019/ 9:00 AM (ACI Stampa) -
“Per quanto posso vedere, nella maggior parte delle reazioni al mio contributo, Dio non appare affatto, e perciò non viene affrontato proprio quello che volevo sottolineare come il punto chiave della questione”.
Così il Papa emerito Benedetto XVI risponde con poche righe pubblicate da Herder Korrespondenz ad alcune delle critiche scaturite dal suo testo di riflessione sulla questione degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica [qui]
“Il contributo della Signora Aschmann ("La vera sofferenza cattolica al 1968, HK, luglio 2019, 44-47), nonostante la sua unilateralità - si legge nel numero di settembre della rivista - può ispirare ulteriori riflessioni, ma come risposta alla mia pubblicazione sul Clergy Paper on the Abuse Crisis (No. 4/2019, 75-81) tuttavia è insufficiente e tipico del deficit generale nella ricezione del mio testo.
Mi sembra che nelle quattro pagine dell'articolo della Signora Aschmann non appaia la parola Dio, che ho posto al centro della questione. Ho scritto, "Un mondo senza Dio può essere solo un mondo senza significato" (78). "La società occidentale è una società in cui Dio è assente dal pubblico e non ha altro da dire. Ed è per questo che è una società in cui la misura dell'umanità si perde sempre più "(79).
Mi sembra che nelle quattro pagine dell'articolo della Signora Aschmann non appaia la parola Dio, che ho posto al centro della questione. Ho scritto, "Un mondo senza Dio può essere solo un mondo senza significato" (78). "La società occidentale è una società in cui Dio è assente dal pubblico e non ha altro da dire. Ed è per questo che è una società in cui la misura dell'umanità si perde sempre più "(79).
Per quanto posso vedere, nella maggior parte delle reazioni al mio contributo, Dio non appare affatto, e perciò non viene affrontato proprio quello che volevo sottolineare come il punto chiave della questione. Il fatto che il contributo di Aschmann trascuri il passaggio centrale della mia argomentazione proprio come la maggior parte delle reazioni di cui sono venuto a conoscenza mi mostra la gravità di una situazione in cui la parola Dio sembra spesso emarginata nella teologia”.
Nel commentare il documento dicevo che è già notevole che, nella temperie in cui siamo, abbia ritenuto far sentire la sua voce e abbia voluto render pubblico un suo contributo, dal momento che era stato ignorato dall'Assise e da chi la pilotava. Una riflessione che riteneva indispensabile per come stavano andando le cose in vista dell'incontro dei vescovi (21 al 24 febbraio 2019) sugli abusi, di cui ci siamo ampiamente occupati. Ne estraggo una 'perla' colta al volo:
"Ci sono beni che sono indisponibili. Ci sono valori che non è mai lecito sacrificare in nome di un valore ancora più alto e che stanno al di sopra anche della conservazione della vita fisica. Dio è di più anche della sopravvivenza fisica. Una vita che fosse acquistata a prezzo del rinnegamento di Dio, una vita basata su un’ultima menzogna, è una non-vita. Il martirio è una categoria fondamentale dell’esistenza cristiana".
Nessun commento:
Posta un commento