giovedì 15 agosto 2019

Il Fondatore dei Francescani dell'Immacolata ci regala questa deliziosa riflessione sull'Assunta






MEDITAZIONE DI PADRE STEFANO MANELLI IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DELL'ASSUNZIONE DI MARIA SS. IN CIELO
Non poteva che toccare a Lei il posto nel più alto dei Cieli. Ella è la Figlia di Dio Padre, è la Madre di Dio Figlio, è la Sposa di Dio Spirito Santo. A Lei ogni onore e gloria dall'intero Paradiso degli angeli e dei santi. Da Lei ogni speranza e grazia per noi suoi figli in cammino sulla terra verso l'Aldilà del Paradiso. Che cosa non potremo ottenere da Lei innalzata nel più alto dei Cieli di Dio? Non ci può essere grazia o favore che Ella non possa farci. Dobbiamo soltanto animarci della fede più grande e dell’amore più fervido per chiedere senza limiti tutto ciò che è misericordia e salvezza delle creature più bisognose e sofferenti. Ella è misericordiosissima Regina dell’universo intero e il suo Cuore non conosce limiti al donare benedizioni e grazie senza numero per tutte le anime in attesa fiduciosa del suo immenso amore materno.

Salva dall'inferno


Una certezza consolante che i santi ci trasmettono - la più importante di tutte! — è l’esercizio illimitato della carità misericordiosa di Maria Santissima verso quei suoi devoti che per giustizia meriterebbero l’inferno. Da san Giovanni Crisostomo a san Bernardo, a sant'Alfonso, a san Massimiliano M. Kolbe, è un coro di voci altissime a sostenere che mentre Gesù è Re di Misericordia e di Giustizia, la Madonna è Regina di Misericordia soltanto. Per questo san Giovanni Crisostomo ha scritto con frase forte e luminosa: «La misericordia immensa di Maria salva un gran numero di infelici che, secondo le leggi della divina giustizia, andrebbero dannati». La mamma di santa Teresina ci racconta un grazioso episodio sulla sua santa figlia: «La piccola Teresa mi domanda un giorno se essa andrebbe in Paradiso. “Sì, se sei gentile, se sei buona”, le risposi. “Ah! Mamma - riprese allora —, se io non fòssi gentile, se non fossi buona andrei dunque all'inferno? Ma so bene io ciò che farei allora, prenderei il volo con te mentre vai in Cielo, poi tu mi terresti ben stretta fra le tue braccia. Come farebbe, allora, a prendermi il buon Dio?...". Lessi nel suo sguardo che essa era persuasissima che il buon Dio non poteva nulla contro di lei se stava fra le braccia della mamma».

E tutti forse conosciamo quella istruttiva leggenda che anche san Pio da Pietrelcina raccontava spesso:

«Il Signore passeggia per il Paradiso e incontra parecchie facce di peccatori degni dell’inferno e non del Paradiso. Chiama san Pietro e gli raccomanda di stare attento a non fare entrare in Paradiso chi non merita. San Pietro promette maggiore sorveglianza e cerca di stare più attento. Il giorno dopo, il Signore passeggia di nuovo e incontra ancora altri peccatori. Chiama di nuovo san Pietro e questa volta lo ammonisce severamente. San Pietro si sente umiliato e promette la massima sorveglianza. Ma il giorno dopo, la stessa cosa: il Signore incontra nuovi peccatori in Paradiso. Questa volta chiama san Pietro, deciso a castigarlo, togliendogli le chiavi del Paradiso. Ma san Pietro sa come difendersi perché ha scoperto in che modo quei peccatori entrano in Paradiso; e riferisce al Signore che, in piena notte, mentre tutti dormono, la Madonna Santissima apre le porte del Cielo e fa entrare quei peccatori. “Orbene — conclude san Pietro — con tua Madre io non posso farci nulla; il Signore di rimando: “E neppure Io!».

Aveva quindi ragione san Gregorio Magno di affermare: «Niente resiste al vostro potere, o Maria, e vostro Figlio sembra che adempia a un obbligo, quando esaudisce le vostre preghiere». Proprio così. Gesù non può resistere alla sua Mamma! Nella vita di santa Gemma leggiamo che un giorno, in estasi, la Santa prega Gesù per la conversione di un peccatore ostinato, un massone di alto rango. Ma Gesù non vuol saperne: «Ha abusato troppo delle grazie; si è indurito nel male; l’ho abbandonato a se stesso». Santa Gemma non desiste, torna alla carica e insiste. Ma nulla. Alla fine, vista la decisa contrarietà di Gesù, la Santa esclama risentita: «E va bene. Ho capito, Gesù. Lo dirò a tua Madre. E tu, va' a dire di no a tua Madre!...». Parla con sua Madre; la Madonna rivolge uno sguardo a Gesù e Gesù sorride: la grazia è fatta. In quello stesso giorno il peccatore va a confessarsi.

Aveva ragione san Bernardo di esclamare: «Maria è tutta la ragione della nostra speranza!». Non stanchiamoci perciò di invocare la Madonna sempre con fiducia, dicendole come sant’Efrem: «Salve, speranza dell’anima! Sicura salvezza dei cristiani! Salve, aiuto dei peccatori! Salve, baluardo dei fedeli. Rifugio del mondo intero!».

Onnipotenza supplice


La migliore conferma di questa consolantissima verità la troviamo nel Vangelo stesso, al racconto delle nozze di Cana. L’intervento della Madonna in un momento che non era quello di Dio («non è ancor giunta la mia ora»: Gv 2,4) e il fatto che Ella ottiene ugualmente ciò che non si sarebbe potuto ottenere, ci assicurano che la sua misericordia è veramente onnipotente sul Cuore di Dio, al punto da far mutare gli stessi decreti divini. Scrisse bene, infatti, san Tommaso d’Aquino: «Con quelle parole di Gesù a Cana “non è ancor giunta la mia ora” Gesù fa intendere che certo non avrebbe fatto il miracolo se altri, tranne che la Vergine, l''avesse pregato; ma poiché la richiesta veniva da sua Madre, lo fece all’istante». Orbene, se la Madonna fu così sollecita e così onnipotente alle nozze di Cana, quanto più non sarà sollecita e onnipotente in occasioni molto più gravi per l’umanità e anche per le singole anime? Possiamo forse dubitare che non sia così? Sarebbe irragionevole. La Madonna è sempre la Mamma amorosa che osserva, intuisce, previene i pericoli e non lascia nulla d’intentato per scansarli ai suoi figli. E chissà quante volte Ella ha continuato a far mutare i decreti divini per risparmiarci castighi meritati!

Il 21 marzo 1812, la beata Anna Maria Taigi pregava, di notte, per i mali della Chiesa e dell’umanità. Allora ebbe una visione e vide un globo (la terra) tra fiamme spaventose che stavano per distruggerlo. Vide anche Gesù Crocifisso che versava sangue, mentre ai suoi piedi c era Maria Santissima che supplicava di arrestare il flagello per i meriti di quel Sangue che Ella stessa offriva per i peccatori. E ci fu misericordia. Una visione simile l’ebbe anche santa Coleta, vergine Clarissa. Ma sappiamo anche, dalla tradizione dei santi, che proprio nel giorno dell’Assunzione di Maria Santissima avviene, e si ripete ogni anno il giorno 15 agosto, un altro fatto straordinario di immensa grazia divina, ossia in questo giorno c’è la liberazione di moltissime anime che dal Purgatorio salgono in Paradiso per solennizzare l’Assunzione della Madonna con tutto il Paradiso. Per la sua bontà e carità immense, la Madonna non può desiderare di meglio che la liberazione di tante anime penanti nel Purgatorio, affinché ricevano la grazia di raggiungere il Paradiso per festeggiare la divina Mamma, tutta amore materno tenerissimo, senza misura.

La sua immensa Misericordia


Parecchi secoli prima, quando era papa san Gregorio Magno, scoppiò a Roma una furiosa pestilenza. Ogni giorno morivano migliaia di persone. San Gregorio Magno ordinò una processione di penitenza da Santa Maria Maggiore a San Pietro. Il Papa stesso portò fra le sue mani l’immagine della Madonna e a piedi scalzi, in abito di penitenza, percorse la città fino alla basilica di San Pietro. Quando la processione arrivò sul Ponte Sant’Angelo si udì per l’aria un còro angelico che cantava a Maria:

«Regina del Cielo rallegrati, alleluia Cristo che hai portato nel seno, alleluia è risorto come disse, alleluia!». San Gregorio Magno aggiunse subito l’invocazione: «Prega Dio per noi, alleluia!». Allora si vide un angelo che rimetteva la spada nel fodero e da quel momento la pestilenza cessò di fare vittime. Quel ponte fu chiamato Ponte Sant’Angelo. Soltanto in Paradiso potremo conoscere l’immensità della misericordiosa onnipotenza di Maria e allora sarà impossibile non cantarle una riconoscenza eterna. Frattanto, su questa povera terra di triboli e spine, per i bisogni personali, per quelli familiari, per quelli sociali e per qualsiasi bisogno dobbiamo confidare nell’intercessione onnipotente dell’amorosissima Mamma, purché a Lei ricorriamo e a Lei ci affidiamo con affetto di figli.

Chi può dire, ad esempio, quante volte la Madonna liberò san Giovanni Bosco da situazioni critiche in cui veniva a trovarsi? Capitò una volta che il panettiere si rifiutò di portargli il pane per sfamare i ragazzi se prima non veniva saldato il debito, che era diventato altissimo. San Giovanni Bosco non aveva un soldo, ma pregò ugualmente il panettiere di portare il pane perché la Madonna avrebbe provveduto a saldare il debito in giornata. Il panettiere venne con il pane e chiese il denaro, ma san Giovanni stava confessando. Il panettiere se ne andò, deciso a tornare più tardi. Dopo le confessioni, san Giovanni Bosco pregò la Madonna di aiutarlo perché non sapeva proprio come fare. In quel momento si presentò un signore sconosciuto che gli diede una lettera chiusa. San Giovanni Bosco mise la lettera nel breviario senza aprirla, andò a celebrare la Santa Messa e poi andò a refettorio. Qui gli ricordarono che il panettiere voleva il saldo del debito. Allora san Giovanni Bosco si ricordò della lettera messa nel breviario, l’aprì e vi trovò una generosa offerta sufficiente per contentare il panettiere.











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