di Aldo Maria Valli 29-01-2019
Il caso di cui mi occupo oggi sarebbe stato perfetto per la rubrica Uomini giusti ai posti giusti, ma ho preferito trattarne a parte, perché mostra molto bene a che punto siamo arrivati nel degrado liturgico, espressione di un degrado teologico e spirituale di fronte al quale si resta senza parole.
Mi riferisco alla Santa Messa celebrata a Innsbruck dal vescovo austriaco Hermann Glettler lo scorso 20 gennaio, durante la quale i ragazzi che vi hanno preso parte si sono comunicati fra di loro, per giunta sotto l’occhio della televisione.
Ecco i fatti nel resoconto del sito messainlatino.it.
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All’offertorio gli allievi della scuola superiore prendendo il microfono hanno spiegato che stavano “preparando la tavola”.
C’è un video che mostra la comunione che i ragazzi si sono dati fra di loro.
I giovani hanno “dovuto” ingoiare l’irriguardosa “novità” proposta e permessa dal loro vescovo: nel video si vedono chiaramente le espressioni contrariate dei bambini che appena ricevuta la comunione da un loro compagno si allontanano velocemente facendo il segno di croce.
Altri invece si sono avvicinati ai due improvvisati “ministri” con le classiche risatine adolescenziali.
Una vergogna di cui è responsabile davanti a Dio e davanti la Santa Chiesa il vescovo di Innsbruck monsignor Hermann Glettler.
Avevamo già notato le stranezze “artistiche” di questo vescovo “creativo”, ma non avremmo mai immaginato che egli potesse permettere in una sua celebrazione che la comunione venisse distribuita dai ragazzi stessi.
Nel video si vede pure un ragazzo che regge al vescovo la pisside con le particole consacrate mentre un immancabile complessino strumentale esegue musica new age.
Questo è il livello spirituale raggiunto in Austria: una nazione che fu splendente di devozione e di coraggiose testimonianze a difesa della vera fede.
Non temendo di essere tacciati come neo-pelagiani o ipocriti (meglio essere ritenuti tali che conturbatori della fede dei più piccoli) possiamo dire che questo modo scismatico di concepire la liturgia è anche pericolosamente diseducativo per i giovani oltre che essere motivo di scandalo per l’intera comunità ecclesiale?
Che cosa aspettano i fedeli di Innsbruck a rivolgersi alle competenti congregazioni vaticane ( la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e la Congregazione per i vescovi) onde tutelare la propria fede e soprattutto proteggere quella dei loro figli e nipoti?
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A questa cronaca, compresa la domanda finale, c’è poco da aggiungere. Se non la nostra preghiera di riparazione.
Aldo Maria Valli
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