Quando e perché, nei dipinti e nelle statue che effigiano la Vergine, il volto della stessa – lei l’eburnea, lei l’immacolata per eccellenza – diventa nero?Origine e cause di questa iconografia sono varie e in parte almeno misteriose. Ciò che è fuor di dubbio è che la devozione ad essa è molto diffusa, e si contano a centinaia i luoghi di culto dove si venera una Madonna nera: soprattutto in Italia (dal Trentino alla Sicilia), in Francia (centottanta quelle censite) e in Spagna, ma anche in Russia e in Brasile, in Turchia e negli Stati Uniti, in Messico e nelle Filippine, persino a Trinidad e Tobago. Tra le più conosciute, citiamo quella di Loreto, nelle Marche, quella di Oropa, in Piemonte, quella di Czestochowa, in Polonia, e la Virgen de Candelaria di Tenerife, nelle isole Canarie.
Proviamo a spiegare come mai, già nei primi secoli dell’era cristiana, nasce e si propaga tale immagine. Ricordiamo che tra le icone bizantine – laddove l’utilizzo dei vari colori (il nero, il bianco e il rosso in particolare) assume valenza simbolica, senza preoccupazioni di verosimiglianza naturalistica – sono parecchie quelle in cui la madre di Dio ha il viso scuro, a cominciare dalla celebre Odighitria. Copie di esse raggiunsero ben presto l’Occidente, trasportate qui per più d’una ragione. Nel periodo iconoclasta, ad esempio, ciò consentì di preservarle dalla sicura distruzione alla quale erano condannate. Durante le Crociate, la diffusione in Europa delle icone orientali avvenne per mano sia dei monaci carmelitani e francescani che degli stessi combattenti, di ritorno dalla Terrasanta.
Un ruolo fondamentale fu svolto dai Templari. Tale ordine cavalleresco era legato alla figura di san Bernardo di Chiaravalle, autore di un commento al Cantico dei Cantici, libro della Bibbia nella cui protagonista femminile, sposa “nigra sed formosa”, “bruciata dal sole”, “scura come le tende dei beduini”, viene ravvisata profeticamente proprio la Vergine Maria. Ciò, secondo alcuni, spiegherebbe il perché della fortuna della Madonna nera anche in un contesto culturale ben diverso da quello dove il culto aveva avuto origine.
Czestochowa, Madonna nera
Madre di Dio di Tichvin, XVII secolo, particolare
Con l’affermazione del Cristianesimo tra le popolazioni indigene, poi, il colore scuro della pelle di Maria assunse pure le caratteristiche di un adattamento dell’immagine della Madre di Dio alla realtà locale. Un processo, questo, che si è verificato in altre aree geografiche, ed in particolare in Africa, accompagnato spesso da un'accentuazione delle specificità fisionomiche.
Va sottolineato, in conclusione, che si registra una tipologia di Madonna nera “impropria”. Parliamo cioè di volti mariani dipinti in modo tradizionale e diventati scuri nel tempo, per il fumo delle candele o per l’alterazione dei pigmenti utilizzati dall’artista, specie quando gli stessi contenevano piombo. Rientrano in tale categoria anche effigi molto note e venerate, da quella del Sacro Monte di Serralunga di Crea (Alessandria) a quella di Montserrat, in Catalogna.
Oropa, Madonna nera
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