lunedì 3 luglio 2017
CHARLIE GARD, ovvero DELLA SCONFITTA DEL BENE.
di Gabriele Gabbanini
Inizio raccordandomi ad un evento apparentemente decontestualizzato.
Come sapete, oggi 3 luglio, è morto il grande attore Paolo Villaggio.
Come spesso accade, in concomitanza della morte di un personaggio pubblico, le persone fanno qualche ricerca su internet per avere qualche informazione in più sul trapassato.
Quasi una moderna forma di omaggio al defunto che, nei tempi dei big data disponibili per tutti, risulta niente affatto complicata.
Il sottoscritto non ha derogato e, saputo della morte dell’attore, ha imbracciato la tastiera e, su internet, si è imbattuto in una intervista del de cuius resa qualche tempo fa.
Ivi il grande attore (a cui non facciamo mancare le nostre preghiere) su precisa domanda, rendeva conto del suo tormentato rapporto con la religione affermando che, per un uomo di cultura moderno, sarebbe stato ben arduo avere/mantenere la Fede (si riferiva a quella cattolica).
In particolare il buon Paolo rilevava come non fosse possibile credere, per esempio, alla verginità di Maria.
Cultura e Fede, dunque, descritte come “entità” che si escludono a vicenda.
Non posso essere d’accordo; ciò che mina la Fede non è la Cultura, è ben altro.
Tralascio il fatto che la Chiesa Cattolica (prima dell’infestazione modernista) abbia sempre insegnato che la Fede e la Ragione non si escludono affatto essendo la Ragione il presupposto della Fede.
Fermo l’insegnamento della Chiesa, sopra sintetizzato, il postulato di Paolo Villaggio non regge neppure ad una verifica empirica dato che moltissimi “grandi” del ‘900 non hanno trovato alcuna contrapposizione tra Fede e Ragione.
Ed invero da un punto di vista meramente empirico, per molti “grandi” intellettuali l’ostacolo più poderoso all’abbraccio della Fede non è stato tanto la sua pretesa inconciliabilità con la Ragione quanto, piuttosto, l’evidenza (e l’apparente invincibilità) del Male.
Mi viene a mente, al proposito, una delle donne più lucide degli ultimi anni: Oriana Fallaci.
La grandissima fiorentina, morta significativamente mano nella mano con Mons. Fisichella, non riusciva a trovare la via della Fede perché non riusciva ad accettare, e a conciliare, la bontà di Dio e l’esistenza del male, soprattutto del male “metafisico” ossia quel male gratuito, osceno, raccapricciante e senza giustificazione razionale come appunto il male perpetrato sugli esseri più indifesi, tipo i bambini o i malati.
Oriana Fallaci aveva colto, da persona lucidissima ed intelligentissima quale era, che ogni atto malvagio vulnera sempre la Speranza e, alla fine, porta ogni persona (soprattutto chi non beneficia della difesa della Fede) a dubitare della esistenza stessa del Bene e dunque, in ultima istanza, a dubitare dell’esistenza di Dio.
Lo scandalo subito da Charlie Gard è strumentale proprio all’annientamento del concetto di “bene” (e quindi, in ultima istanza, dell’idea di Dio) e non si può certo dire che chi tira le fila di questo abominio, ossia Satana, non abbia raggiunto il proprio scopo, almeno presso la gente più semplice.
La violenza di cui è fatto oggetto il bambino inglese, con la sua famiglia, è raccapricciante ed intollerabile viepiù perché apparentemente impunita e totalmente spersonalizzata constando, invero, in una blasfema – ed acefala – Ragion di Stato medico / giudiziaria verso la quale è pure difficile puntare il dito alla ricerca di presunti responsabili verso i quali invocare sacrosanta Giustizia umana (in attesa di quella divina).
Charlie Gard è in un vicolo cieco, ma lo siamo anche noi, inermi e schiacciati da un male che sembra davvero invincibile, per difenderci dal quale non ci rimane altro che invocare l’aiuto di Dio e della Madonna senza però, apparentemente, avere dal Cielo alcuna risposta.
In questo raccapricciante contesto è ovvio che le persone meno forti, davanti al sacrificio di questo bambino inglese, perdano la Fede in Dio perché, si dicono tra sé e sé, se Dio ci fosse stato non avrebbe permesso quello che sta succedendo a Charlie.
E’ esattamente questo ragionamento quello su cui conta Satana affinché ci perdiamo definitivamente ed è esattamente l’inganno intellettuale che dobbiamo evitare come la peste.
Del resto noialtri che ancora siamo capaci di scandalizzarci del male siamo, per ciò stesso, la prova che il bene esiste, che lo Spirito Santo è ancora in mezzo a noi e ci comanda, prima di tutto, di non cedere alla paura.
Dobbiamo mantenere la Speranza nonostante l’apparente invincibilità del Male che c’attornia, ma dobbiamo anche fare altro.
Voglio, al proposito, concludere queste semplici, e forse banali, note con una citazione dal saggio “La grande eresia” di Marcel De Corte (ed. EFFEDIEFFE p.96): “Frattanto bisogna restar saldi nella fede, secondo l’esortazione dell’Apostolo: Vos autem resistite fortes in fide.
San Tommaso ci dice che la virtù cardinale della forza consiste in due attività connesse: resistere, resistere a tutto ciò che suscita timore; aggredi, attaccare con audacia ciò che solo con l’audacia può venire abbattuto; e aggiunge che essa è coronata da una terza: sperare, la speranza. Tale virtù ha il suo analogo evangelico nella virtù sovrannaturale della hypomoné, la virtù di pazienza e di resistenza alla prove. PRATICHIAMOLE.
Pazienza è la parola chiave del Vangelo. Santa Teresa d’Avila ce lo assicura: << la pazienza ottiene tutto>> …”
Come insegna il Doctor Angelicus dobbiamo dunque resistere al male ed al timore che esso suscita, ma dobbiamo avere anche la forza di rispondere con audacia manifestando il proprio “NO”, in particolare nei confronti di ciò che sta succedendo a Charlie.
Io, nella mia meschinità, cerco di praticare l’insegnamento dell’Aquinate mediante queste povere righe di denunzia di quello che sta accadendo.
Nell’attesa che arrivino, auspicabilmente, Vescovi (e Papi) che si decidano a riprendere il ruolo di guide del popolo cristiano.
Resistenza paziente e audace risposta, si diceva, il tutto sublimato, come è ovvio, da altrettanto paziente ed incessante preghiera affinché trionfi presto il Cuore Immacolato di Maria e spazzi via questa “necro-cultura” che “possiede” l’occidente (e spiace dirlo anche larga parte del clero) e che, come ha detto egregiamente il Cardinale Sgreccia, degrada l’uomo malato a scarto di cui disfarsi per mero, abietto, conto economico.
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