Il rosario è anche una preghiera che ci aiuta a ricordarci della grande vocazione della vita cristiana.
Ed ecco quella che forse è la mia parte preferita della lettera, rivolta a chi ha dubbi sull’utilità del rosario recitato in famiglia: “Perché non provarci?” (RVM #42).
Ecco alcune idee per coinvolgere i bambini (qui potete leggere altri consigli per introdurli alla preghiera) nella recita del rosario:
- Invitate il più piccolo a dire la parola “Gesù” in ogni Ave Maria. Giovanni Paolo II dice che la parola “Gesù” è il “baricentro” dell’intero rosario. Se il bambino impara anche soltanto questa parola, impara la parte più importante, e si sentirà davvero parte della preghiera.
- Prega una decina ogni giorno feriale (lunedì-venerdì). È una gestione del tempo molto ragionevole, e in questo modo avrete recitato un intero rosario per la fine della settimana!
- Se i figli sono abbastanza grandi lasciateli condurre la preghiera. A volte persino i bambini di 3 anni sono in grado di memorizzare l’Ave Maria. Il Padre Nostro può essere condotto dal più grande, perché è più lungo e forse più difficile da pronunciare. Il nostro pargoletto di 5 anni dice ancora “chentazione”.
- Se volete recitare il rosario intero, fate colorare ai bimbi delle pagine che rappresentino ognuno dei misteri. In questo modo eviteranno di disperdere energie in modi meno produttivi, e si potrà comunque avere del tempo in comunione per pregare e concentrarsi su Gesù.
- E ora il consiglio (forse) più utile: ci sono situazioni in cui è meglio non forzare i bambini a pregare (se ad esempio hanno avuto una giornata lunga, se sono di luna storta, se hanno mangiato troppo zucchero, ecc.). Doverli minacciare per farli pregare forse non è il modo migliore di aiutarli a impostare la loro vita spirituale. Fate ciò che potete, e nel caso provate di nuovo un altro giorno.
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