All’Angelus Benedetto XVI domanda in diverse lingue il sostegno per il suo viaggio in Spagna e per i buoni frutti della Giornata mondiale della gioventù. “Ogni giorno il nostro cuore deve vivere l’esperienza della conversione, passare dall’uomo ripiegato su stesso, all’uomo aperto al’azione di Dio”. Per la prima volta, presente un gruppo di pellegrini da Cuba.
Castel Gandolfo – “A tutti chiedo di accompagnare spiritualmente con la preghiera il mio viaggio a Madrid, che intraprenderò tra qualche giorno in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù”: è la richiesta espressa da Benedetto XVI ai pellegrini italiani presenti oggi a Castel Gandolfo per l’Angelus domenicale. Ma questo invito e domanda di preghiera, Benedetto XVI l’ha rivolto quasi in tutte le lingue con cui di solito conclude i saluti ai pellegrini: in francese, inglese, spagnolo, tedesco. Solo i pellegrini polacchi hanno avuto una menzione eccezionale, per la festa di san Massimiliano Kolbe, che si celebra oggi.
La Giornata mondiale della Gioventù si tiene dal 16 al 21 agosto a Madrid. Nei primi giorni ci saranno incontri e catechesi con i giovani di tutto il mondo. Dal 18 al 21 sarà presente anche Benedetto XVI, che compirà pure una visita alle autorità politiche ed ecclesiali della società spagnola.
La Spagna, con la sua grande tradizione cattolica, è anche uno dei Paesi europei più secolarizzati e segnati da una politica radicale e modernista. Al papa sta però soprattutto a cuore che i giovani che partecipano alla Gmg diventino testimoni della fede ai loro amici e coetanei che ancora non credono.
In precedenza Benedetto XVI ha commentato il vangelo della domenica (XX durante l’Anno, A), quello della cananea che supplica senza sosta Gesù perché guarisca la figlia (Mt 15,21-28), finché Gesù non la esaudisce.
“Anche noi – ha aggiunto il papa - siamo chiamati a crescere nella fede, ad aprirci e ad accogliere con libertà il dono di Dio. È il cammino che Gesù ha fatto compiere ai suoi discepoli, alla donna cananea e agli uomini di ogni tempo e popolo, a ciascuno di noi. La fede ci apre a conoscere e ad accogliere la reale identità di Gesù, la sua novità e unicità, la sua Parola, a vivere una relazione personale con Lui. Il conoscere della fede è un dono di Dio, che si rivela a noi non come una entità astratta senza volto e senza nome, ma come una Persona, che vuole entrare in un rapporto di amore profondo con noi e coinvolgere tutta la nostra vita. Per questo ogni giorno il nostro cuore deve vivere l’esperienza della conversione, passare dall’uomo ripiegato su stesso, all’uomo aperto al’azione di Dio, all’uomo spirituale (cfr 1Cor 2, 13-14), che si lascia interpellare dalla Parola del Signore e apre la propria vita al suo Amore”.
“Cari fratelli e sorelle – ha concluso - alimentiamo ogni giorno la nostra fede, con l’ascolto profondo della Parola di Dio, con la celebrazione dei Sacramenti, con la preghiera personale e con la carità verso il prossimo. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria, che domani contempleremo nella sua gloriosa assunzione al cielo in anima e corpo, perché ci aiuti ad annunciare e testimoniare con la vita la gioia di aver incontrato il Signore”.
Fra i numerosi pellegrini, era presente anche un gruppo da Cuba, accompagnato dal card. Jaime Ortega y Alamino dell’Avana: è il primo gruppo di pellegrini cubani che giunge a Roma alle tombe degli apostoli e verso i quali Benedetto XVI ha espresso “vicinanza e affetto”.
© Copyright AsiaNews
Nessun commento:
Posta un commento