Di Stefano Fontana, 30 luglio 2021
Diventa sempre più incomprensibile il silenzio della Chiesa italiana davanti alle forme di totalitarismo ormai evidentissime che il potere politico assume nel nostro Paese. Se teniamo conto di tutto il magistero sociale su questo tema e dell’eroismo di tanti cristiani lungo la storia, siano stati essi vescovi o laici, questo silenzio diventa disarmante.
A cominciare dal marzo 2020, il potere politico italiano ha considerato se stesso come inamovibile, ha proclamato prima e prolungato poi uno stato di emergenza che aumenta i suoi poteri, ha governato principalmente o per decreti amministrativi del Presidente del Consiglio oppure per decreti-legge, il parlamento è stato messo da parte e, anzi, si è tentato – approfittando della distrazione sui temi della cosiddetta pandemia – di far passare leggi profondamente ingiuste come il ddl Zan. La cosiddetta emergenza è stata utilizzata per bloccare la situazione politica, per garantire il posto in parlamento di tanti deputati avventizi (parvenu), per portare alla presidenza del Consiglio un uomo delle istituzioni politiche e finanziarie come trampolino per la sua elezione alla presidenza della Repubblica.
Questi “peni poteri” prima di Conte ed ora di Draghi, non sono però stati adoperati per predisporre le cure domiciliari e immediate al Covid-19, ma solo per lanciare un grande piano di profilassi – in accordo con i grandi centri di potere globali – tramite la vaccinazione. Le cure a casa sono state impedite, i medici di base non ricevevano i pazienti, le proposte di terapie alternative sono state aprioristicamente escluse, i medici che le hanno praticate, salvando vite umane, lo hanno fatto a proprio rischio e pericolo, l’unica via praticata era stata quella della spedalizzazione, salvo poi lamentare l’intasamento dei reparti di terapia intensiva e usare questo dato per terrorizzare la gente. Del resto proprio la spedalizzazione era stata la principale causa della mortalità nei primi mesi del contagio, quando l’intubazione faceva più danni che benefici.
Come avviene nei totalitarismi, le informazioni non sono state date ai cittadini secondo criteri di trasparenza e veridicità. All’inizio erano state vietate le autopsie sui corpi dei deceduti, poi furono secretati i verbali del Comitato tecnico scientifico, poi sono stati sistematicamente gonfiati i dati circa il numero dei decessi per Covid, ascrivendo a questa causa ogni morte avvenuta. Durante tutta la pandemia e ancora oggi, i principali media introdotti nelle stanze del potere, a cominciare dai telegiornali RAI, hanno fornito dati assoluti e non relativi: per esempio i dati dei nuovi contagi senza dare anche il dato del numero dei tamponi effettuali, oppure il dato dei contagiati senza chiarire che tipo di gravità costoro segnalassero. Il regime ha fatto pensare che contagiato significasse malato e, più ancora, malato grave o addirittura in fin di vita.
I due ambiti più preoccupanti di questa somministrazione contraffatta dei dati da parte del potere riguardano la natura del vaccino stesso e la vaccinazione dei giovani. Molti dei vaccini somministrati nella campagna vaccinale non sono vaccini. Cioè non consistono nell’iniettare nel corpo umano il virus in forma debole per attivare gli anticorpi. Molti di essi vogliono invece cambiare la struttura molecolare del corpo umano per ridurre la possibilità di prendere il virus. Le due cose sono molto diverse, ma su ciò non c’è stata nessuna informazione ufficiale. Quanto alla vaccinazione dei giovani e dei bambini le fonti del potere totalitario non hanno fornito i dati da cui deriva la completa inutilità della cosa, dato che nei paesi dove non c’è stato lockdown è risultato che il tasso di trasmissibilità nei giovani è ridicolo.
Del resto quali scelte dei nostri governi sono state dettate e suffragate da prove scientifiche? La composizione del Comitato tecnico scientifico è sospetta, i video-virologi hanno detto tutto e il contrario di tutto, perfino l’uso della mascherina all’aperto non ha fondamento scientifico, e nemmeno il famoso metro di distanza sociale. Perfino il fatto che la vaccinazione di massa aveva un carattere sperimentale è stato messo in sordina. Che sia assurdo vaccinare per un virus in mutazione, che non ci sia certezza che la vaccinazione eterologa sia priva di danni, che i vaccinati non fossero completamente immunizzati è stato tenuto nell’ombra. Appartiene ai regimi totalitari strumentalizzare la scienza.
Ogni potere totalitario si permette di dare ordini insensati, perché si ritiene al di sopra anche della logica. Di disposizioni insensate ne abbiamo sperimentate tantissime in questo anno e mezzo. Una delle ultime permetteva ai ristoranti di preparare tavoli per un massimo di quattro persone. Ma se le persone erano sei, il ristoratore aggiungeva un tavolo distanziato dall’altro da un centimetro. Alle disposizioni demenziali diventa lecito trovare una via d’uscita. Nessuno ha mai capito il senso del limite massimo di 200 persone nelle chiese, anche quelle che ne possono contenere migliaia come le nostre grandi cattedrali. Non sono che pochi esempi di una valanga di disposizioni completamente assurde.
Completamente assurda e priva di sostegno scientifico è l’idea oggi imposta con grande clangore che la colpa della persistenza della pandemia sia dei non vaccinati. Da qui le nuove disposizioni discriminanti le persone, come il Green Pass e addirittura la minaccia di non ammettere a scuola i bambini non vaccinati. Il non vaccinato non avrebbe diritto ad entrare in un museo e nemmeno il suo figlioletto. Soprattutto questa violenza nei confronti dei minori dovrebbe fare esplodere la protesta, ma la Chiesa italiana, come tanti altri a partire dei partiti di opposizione, tace.
Stefano Fontana
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