mercoledì 28 luglio 2021

Dalla Bibbia Cei l’Inferno Continua a Sparire…Perché?





Marco Tosatti, 28 luglio 2021

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Investigatore Biblico dopo la sua prima scoperta sulla scomparsa dell’Inferno nella traduzione della lettera di Pietro ha continuato a indagare. Guardate che cosa ha trovato…


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Investigatore Biblico 

Scava scava, alla fine si trova sempre qualcosa. Dopo il suggerimento di qualche lettore, mi sono impuntato e ho scovato altre errate traduzioni della CEI 2008 sull’inferno.
In questo caso non avviene un omissione, come nell’articolo precedente.

I traduttori usano un termine “analogo”, ma l’errore è evidente come sempre.
La toppa, ahimè, è peggiore del buco.


Il versetto è Apocalisse 6,8b.

CEI 1974: “Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l’inferno
(Ap 6,8b);

CEI 2008: “Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano”
(Ap 6,8b).

Prima di commentare l’errore andiamo a vedere il testo originale greco:
“καὶ ὁ καθήμενος ἐπάνω αὐτοῦ ὄνομα αὐτῷ ὁ Θάνατος, καὶ ὁ ᾅδης ἠκολούθει ⸂μετ’ αὐτοῦ⸃”;

ed il testo tradotto della Vulgata:
“Et, qui sedebat desuper, nomen illi Mors, et infernus sequebatur eum”.

In sequenza temporale:
Vulgata traduce con “infernus
CEI 1974 traduce con “inferno
CEI 2008 traduce con “inferi”.

[Una vera discesa all’inferno delle traduzioni. Nella Cei 2099 tradurranno con “impero di Sauron”?]

Il termine greco utilizzato è “ades” (dal versetto originale).

La domanda sorge spontanea: Perché tradurre con inferi se nelle traduzioni precedenti viene utilizzato il termine specifico inferno?
Necessario, a questo punto un chiarimento.

Nel Greco classico, seguendo la mitologia, il termine Ade rappresentava il regno dei morti.
Per questo, nella letteratura greca e latina, tradotta nell’italiano, si utilizza la parola inferi.

Con l’avvento di Cristo, che “scende agli inferi”, inteso come luogo in cui albergavano i morti, i regni vengono suddivisi.
La parola “inferno”, utilizzata fino a questa edizione stravagante della CEI 2008, ha rappresentato per il mondo cristiano il regno della dannazione eterna.
Gli inferi, di contro, il regno dei morti inteso in senso mitologico e pre-cristiano.

L’utilizzo della parola inferi in questa nuova traduzione riecheggia quasi un inquietante ritorno al paganesimo pre-cristiano, contrariamente alla differenziazione corretta avvenuta con la divisione dei due termini.

Andiamo a contestualizzare.
Nel versetto è scritto: “Colui che lo cavalcava si chiamava Morte (inteso come il demonio)”, e ne consegue la traduzione del termine con “inferno”, a intendere tutta la ‘cozzaglia’ che lo ha seguito. Errato, quindi, è utilizzare il ‘pagano’ “inferi”, regno dei morti.

Suggerisco la lettura di questa interessantissima tesi di Dottorato in studi storici da pag.66 in poi.

Uscendo dalla questione linguistica, si rifletta sulla sulla gravità di questa errata traduzione.
I traduttori della CEI 2008 tolgono o modificano un termine rappresentativo della dottrina cristiana (“inferno”).

Ma questo non è altro che un penoso andazzo della teologia attuale, tesa a mettere ambiguità o peggio diffondere un’idea eretica in cui si proclama che l’inferno non esiste.

Questa idea, poi, si riflette nella totale assenza di predicazione su questo argomento chiave nelle nostre Parrocchie.
In fondo, Cristo non è venuto forse per liberarci dal giogo del maligno?

Non sono nascosti gli studiosi ‘cattolici’ che affermano e sostengono la non esistenza di uno dei tre regni celesti.

Un esempio è il biblista Don Alberto Maggi – leggi qui – , il quale non ha timore nell’affermare che l’inferno sia un’invenzione superata, aggiungendo falsità di contenuto sulla Sacra Scrittura – cito: “non c’è né parola e neanche immagine dell’inferno” – dimostrando, a quanto mi pare, di aver letto forse solo la copertina della Bibbia.

Ecco una fonte qualsiasi (ma basta leggere il Testo direttamente): L’inferno secondo le Sacre Scritture

Concludo, per dare un filo logico, che questo pensiero ingannevole è sostenuto da una forma deviata del concetto di Misericordia.

Che senso avrebbe la “Misericordia di Gesù” se non esistesse l’inferno e la libertà di poterci finire?
A cosa servirebbe il perdono dei peccati da parte del Signore verso colui il quale si pente di cuore se tanto non esiste un inferno irreversibile?
E ancora, che libero arbitrio sarebbe se Dio impedisse a priori al singolo di scegliere deliberatamente di essere escluso dal suo Regno?
A cosa valgono, a questo punto, le testimonianze dei Santi, che hanno fatto della loro vita l’esempio della lotta spirituale per evitare di cadere nella dannazione?
A tutti sarebbe riservato il medesimo destino, pertanto decadrebbe ogni principio di responsabilità, colpa, giudizio.
Non è forse un concetto protestante già condannato dalla Chiesa nel passato?

Quando l’acqua della Sorgente (Parola di Dio), viene avvelenata da piccole gocce del cianuro della menzogna, il veleno rischia di portare alla morte l’intero villaggio.

Investigatore Biblico









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