giovedì 9 aprile 2020

Giovedì Santo. Giuda e l’Eucaristia






di Redazione RS il 9 Aprile 2020
di Massimo Micaletti

Ripercorrendo la vicenda dell’Ultima Cena per come gli Evangelisti la descrivono, può sovvenire una perplessità: Gesù diede la Comunione a Giuda? E perché lo fece, dato che Gesù non poteva non sapere che Giuda l’aveva venduto ai sacerdoti?
Cerchiamo di rispondere.


Giuda era presente all’Ultima Cena?

Matteo[1] e Marco[2] riportano prima la denuncia del tradimento e poi l’istituzione dell’Eucaristia; Luca[3] inverte la sequenza e colloca la denuncia del tradimento dopo il rito; Giovanni non parla esplicitamente dell’Eucaristia ma si sofferma sul tradimento[4]; tutti comunque rimandano al tranello che attendeva Gesù. Luca è chiarissimo nelle parole di Cristo “Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola”. Matteo 25, 25 riporta il breve e certamente segreto – vedremo poi perché – dialogo tra Gesù e Giuda: 25Giuda, il traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?”. Gli rispose: “Tu l’hai detto”. Marco riporta che Gesù fa riferimento al traditore come colui “che mette con me la mano nel piatto”. Entrambi questi brani indicano la presenza attuale e concreta di Giuda accanto a Gesù nel momento dell’istituzione dell’Eucaristia. Giovanni scrive che l’Iscariota, dopo aver preso il boccone “subito uscì” ma questo inciso non contraddice l’ipotesi di Giuda all’Ultima cena in quanto non è chiaro in Giovanni se il pane intinto sia stato offerto prima o dopo la distribuzione delle Sacre Specie ai discepoli (Tommaso e Agostino concordano sul fatto che sia stato dato dopo, come vedremo tra poco).
Si può quindi concludere con una certa sicurezza che Giuda fosse presente all’Ultima Cena.


Giuda prese la Comunione?

Su questo c’è discussione tra gli esegeti: ad esempio, il Ricciotti ritiene che non sia possibile rispondere con sicurezza. Questo chiuderebbe il discorso (se non ha dato una risposta Ricciotti, figurarsi se posso riuscirci io in queste poche righe!) ma proviamo a svolgere qualche riflessione, confortati da S. Agostino che invece ritiene con certezza che Giuda non solo partecipò all’Ultima Cena ma prese anche la Comunione[5].
Secondo Marco, Gesù benedice il pane e lo dà “ai discepoli”, quindi a tutti i presenti “mentre essi mangiavano”; più o meno simili le parole di Matteo. Ciò significa che Gesù porse il pane, ma il Vangelo non dice se anche Giuda ne mangiò. Questo dettaglio è omesso anche da Luca mentre Giovanni riporta sì che Giuda prese un boccone dalla mano di Gesù e che “allora, dopo quel boccone Satana entrò in lui” ma non ci dice se prima o dopo la benedizione.
San Tommaso, nella Summa, III, q. 81, all’art. 2[6] si pone la domanda “Se Cristo abbia dato il proprio corpo a Giuda”. Egli richiama il passo riportato sia da Matteo che da Marco, in cui il Messia dice ai discepoli che berranno di nuovo dal calice del Suo sangue quando saranno con Lui nel Suo regno: ora, Gesù sapeva che Giuda non sarebbe entrato nel Regno dei Cieli, sicché Giuda non ha di certo bevuto del vino transustanziato, ergo non ha partecipato all’Eucaristia. Inoltre, San Tommaso fa riferimento all’insegnamento di Gesù di non dare cose sante a coloro che ne siano indegni e, come ultimo argomento, ipotizza che il Maestro abbia porto il boccone rivelatore a Giuda prima dell’Eucaristia, come ad indicare agli altri discepoli chi fosse il traditore. A sostegno dell’ipotesi che, invece, il traditore si sia comunicato – indegnamente – Tommaso adduce il passo di San Giovanni Crisostomo che lo dà per certo. L’Aquinate conclude che Gesù certamente porse l’Eucaristia a Giuda, intendendo fino all’ultimo salvarlo, ma che questi non la prese o, se lo fece, lo fece indegnamente.
Possiamo quindi affermare con una certa sicurezza che Gesù porse l’Eucaristia a Giuda ma non è certo se questi la prese o no. Se lo avesse fatto, sarebbe stato il primo della lunga serie di peccatori che si accostano indegnamente alla Comunione; il fatto sarebbe inoltre un’efficace sintesi di tutta la sua esperienza con Gesù, la vicinanza al quale invece che la salvezza gli valse l’eterna condanna.


Perché Gesù offre la Comunione a Giuda?
In parte, si è già risposto a questa domanda ma approfondiamola. Gesù sa cosa trama Giuda, cosa ha fatto e cosa farà sicché Egli non ha nessun dubbio sulla indegnità a ricevere la prima Eucaristia di tutti i tempi: eppure gliela porge ugualmente. Perché? Riprendiamo i Vangeli e San Tommaso. Cristo sa che l’Iscariota lo tradirà ma perché è in grado di discernere il foro interno del peccatore: gli altri discepoli non lo sanno né egli ha detto loro come stanno le cose. Gesù quindi non intende, dinanzi ai discepoli, negare a Giuda il Sacramento anche perché sinceramente vuole anche lui in Paradiso. Non dimentichiamo che in Giuda c’è il peccato ma non c’è lo scandalo: egli tiene per sé il suo proposito, non lo rivela a nessuno. Sarà il traditore a venir meno all’offerta che Gesù gli fa: non sappiamo, come detto, se egli l’abbia rifiutata ma per certo sappiamo che tutta la sua condotta è un rifiuto continuo dell’offerta di salvezza che Dio gli fa, fino al gesto ultimativo del suicidio.


E il pane intinto? Era l’Eucaristia?

Per San Tommaso e Sant’Agostino, non lo era. Scrive il Vescovo di Ippone “3. Non fu allora, però, che Giuda ricevette il corpo di Cristo, come crede qualche lettore frettoloso. E’ da ritenere, infatti, che già il Signore aveva distribuito a tutti i discepoli, presente anche Giuda, il sacramento del suo corpo e del suo sangue”[7].
Il pane intinto, innanzitutto, per Sant’Agostino può rappresentare l’ipocrisia del peccatore, come a dire che Giuda ha nascosto le sue intenzioni “intingendole” di apparente bontà, ossia del falsa amicizia per Nostro Signore; oppur, suppone Agostino, era un’attenzione speciale che Gesù riservò a Giuda, una “cosa buona” che Egli gli offrì per dimostrare fino all’ultimo l’amore di Cristo per ogni peccatore e che però guadagnò al peccatore la conferma nel peccato.
Era dunque un gesto rivelatore: ma a chi? Non agli altri presenti, che altrimenti avrebbero di certo attaccato Giuda o comunque prevenuto le sue mosse (pensiamo al temperamento di Pietro). Per questa ragione, ossia la prevedibile reazione ostile o quantomeno di contenimento dei discepoli, è lecito supporre che lo scambio di battute tra Gesù e Giuda (“Sono forse io?” “Tu l’hai detto”) sia avvenuto in segreto, in disparte o comunque non udito da altri. Tuttavia, la natura rivelatrice del boccone non è segreta per uno dei Dodici: Giovanni. In effetti,è nel rispondere a Giovanni che Gesù dichiara “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”: Giovanni, però, il giovane, il prediletto, non interviene: si fida ciecamente del suo Maestro, col quale resterà sotto la Croce fino alla fine, e lascia che sia Lui a guidare la Storia. Col pezzo di pane intinto Cristo rivela dunque non ai commensali bensì a Giuda che Egli sa tutto; non solo, Cristo rivela a Giuda la gravità del suo peccato, lo mette davanti all’immane perversione di quello che sta per fare. Ma, pur scoperto e ammonito, Giuda accetta il boccone, Giuda non recede: “allora satana entrò in lui”, si compie la definitiva corruzione dell’anima del discepolo, che si consegna in toto al Male. Gesù lo sa (“Quello che devi fare, fallo in fretta”) e chissà con quanta profonda tristezza assiste alla rovina di quello che, fino all’ultimo, Egli chiamerà “amico”.





[1] Matteo 26, 20-29: 20Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. 21Mentre mangiavano disse: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”. 22Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore?”. 23Ed egli rispose: “Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”. 25Giuda, il traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?”. Gli rispose: “Tu l’hai detto”. 26Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. 27Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”.
[2] Marco 14, 17-25: 17Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». 19Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». 20Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. 21Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
[3] Luca 22, 14-23: 14Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. 17E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, 18poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”. 19Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. 20Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”. 21“Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell’uomo dal quale è tradito!”. 23Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.
[4] Giovanni, 13, 17-30: 17Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. 18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. 19Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”. 21Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. 22I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. 23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: “Di’, chi è colui a cui si riferisce?”. 25Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?”. 26Rispose allora Gesù: “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. 27E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: “Quello che devi fare fallo al più presto”. 28Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; 29alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: “Compra quello che ci occorre per la festa”, oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. 30Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
[5] “Forse che l’empio Giuda, che vendette e consegnò il Maestro, sebbene avesse mangiato con tutti gli altri discepoli il sacramento della carne e del sangue di Cristo, amministrato dalle sue mani per la prima volta…” (cf. Serm. 71, 17); cfr pure Omelia n. 62 “E’ da ritenere, infatti, che già il Signore aveva distribuito a tutti i discepoli, presente anche Giuda, il sacramento del suo corpo e del suo sangue”.
[7] Omelia n. 62, 3.









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