Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 6 - Giugno 2019
“Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo ad ogni creatura, chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,15-16)... è così semplicemente chiaro Nostro Signore Gesù Cristo, è così semplicemente chiaro il Vangelo.
Maledetti i teologi che hanno interpretato e reinterpretato fino a vanificare la parola del Signore, maledetti e non benedetti perché hanno tolto dal cuore della Chiesa la preoccupazione per la salvezza. Hanno commentato, hanno aggiustato, hanno attenuato fino a vanificare il cuore di tutto, la preoccupazione per la salvezza delle anime.
Salus animarum suprema lex, la salvezza delle anime è la legge suprema della Chiesa, questo lo sapevano tutti, prima che delle maldestre ermeneutiche illanguidissero mostruosamente il vangelo.
È sotto gli occhi di tutti che oggi, nella vita della Chiesa, questa preoccupazione sia praticamente scomparsa. Non se ne parla più e se qualcuno osa parlarne ancora provoca un irritato fastidio: è un linguaggio che non piace, peccato sia il linguaggio di Cristo!
E la Chiesa la si è voluta riprogrammare a tappe forzate su altro; si sono lasciati morire, in questi decenni, i superstiti della “vecchia” Chiesa e del vecchio e semplicistico cristianesimo, impegnato ancora nel salvare e nel salvarsi, e si sono riprogrammati i quadri per una nuova chiesa impegnata in altro: nuovi preti, nuovi vescovi, nuovi fedeli... per la chiesa che si sognava del futuro.
La preoccupazione per la salvezza brutalmente sostituita con la preoccupazione per l'unità del genere umano... senza portare a sostegno della propria tesi una sola parola della Sacra Scrittura e della Tradizione.
E perché questa operazione dai salotti ermeneutici potesse diffondersi velocemente nel popolo, si è provveduto a cambiare la messa e con essa tutta la liturgia: ecco perché la famiglia dei teologi reinterpretanti ha in odio la vecchia messa e la vecchia chiesa. E l'odio loro è violento, odiosamente violento.
“Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo...”, ... sarà salvo... toccare questo principio, far sì che non sia più LA preoccupazione della Chiesa, modificare questo principio diminuendolo o tacendolo (e lo si modifica anche tacendolo, soprattutto tacendolo) equivale ad uno tzunami, ad un cataclisma nella Chiesa di Dio.
Per chi non crede più al problema della salvezza, perché tutti si salvano automaticamente essendo uomini amati da Dio; per chi non vuol più sentir parlare di salvezza delle anime, la conseguenza ragionevole sarebbe quella di dichiarare chiusa l'esperienza della Chiesa stessa: se la Chiesa non serve per la salvezza, perché tutti son già salvi, a quale scopo essa esisterebbe?
Ma la neo-chiesa non brilla per ragionevolezza e non brilla per applicazione del principio di non-contraddizione.
La gente invece, che è più ragionevole, questo lo avverte quasi naturalmente, così tanto che sta abbandonando da tempo una chiesa nei fatti dichiaratasi inutile; ma loro no, i “governatori” della rivoluzione svuotante la fede, si ostinano nel tenere aperto un aborto di chiesa, occupata solo nell'unità del genere umano, senza nemmeno che quest'unità sia dichiarata in Gesù Cristo.
I nostri tempi saranno ricordati dai cattolici del futuro come quelli della più grande crisi mai vista, come i tempi del grande inganno, dell'inganno più assurdo.
Si assiste infatti alla consumazione di una vastissima e profonda riprogrammazione del Cattolicesimo; riprogrammazione sfigurante la Chiesa di Cristo.
Si tratta non tanto di un'operazione chirurgica, ma alchemica.
Molti tradizionali pensavano fosse un'operazione chirurgica quella dei modernisti. L'operazione chirurgica toglie qualcosa e allora chi reagisce tende a rimettere ciò che è stato tolto. Molte volte le eresie furono operazioni prevalentemente chirurgiche: pensiamo ai protestanti che tolsero sacramenti, culto dei santi e culto della Beata Vergine Maria.
Dalla chirurgia degli eretici in fondo è facile salvarsi e reagire, l'operazione la vedi, ti accorgi facilmente di ciò che tolgono.
Ma qui no, la faccenda è immensamente più seria, perché l'operazione è alchemica: esternamente tutto è lasciato, ma dentro è reinterpretato in senso svuotante; hai le cose della Chiesa di sempre ma vogliono dire altro: messa, sacramenti, preghiere, comandamenti... lasciati e reinterpretati. Alla fine ti trovi in una chiesa non più cattolica, che conserva ricordi di cattolicesimo.
Operazione non chirurgica ma alchemica: l'apparenza è la stessa, papi-vescovi-preti-fedeli... l'apparenza è la stessa, la sostanza no! È reinterpretata. Le parole cristiane sono l'involucro per vuoti abissi agnostici.
La chiave di volta del cambiamento: la scomparsa della preoccupazione della salvezza.
Dobbiamo smettere di pensare di poter tornare alla tradizione rimettendo qualche cosa del passato: quanti preti e fedeli si illudono così. Difronte all'alchimia modernista non basta rimettere qualcosa, se poi ti reinterpretano ciò che hai rimesso.
Occorre ripartire dal cuore: la preoccupazione per la salvezza delle anime, la nostra e quella di tutti.
La preoccupazione della salvezza deve essere il cuore di ogni preghiera e gesto, deve arrivare a coincidere con il battito del nostro cuore, solo allora ciò che facciamo non sarà svuotato e tornerà ad essere integralmente cattolico.
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