martedì 21 agosto 2018

Il cardinale Raymond Leo Burke denuncia il “tentativo studiato di ignorare o negare il rapporto degli abusi sessuali con l’omosessualità”





20 agosto 2018

Il cardinale Raymond Leo Burke denuncia il “tentativo studiato di ignorare o negare il rapporto degli abusi sessuali con l’omosessualità” in una intervista concessa a Thomas McKenna, presidente dell’americana Catholic Action for Faith and Family. Il porporato americano è noto per la difesa della tradizione bimillenaria della Chiesa che si articola nell’intima e indivisibile connessione tra Tradizione apostolica, Sacra Scrittura e Magistero. Questa sua missione lo ha portato ad entrare in disaccordo anche con qualche scelta del Papa regnante. In particolare è nota la lettera, firmata con altri tre porporati, mediante la quale esprimeva al Papa dei “Dubia” [qui] in merito ad alcuni contenuti dell’esortazione post sinodale Amoris Laetitiae [vedi indice articoli]. Il card. Burke è punto di riferimento di gran parte dell’episcopato americano non “catto-progressista” ma anche di numerosi fedeli in tutto il mondo. Anche ora ha fatto sentire la sua voce anche su un tema scottante per la Chiesa americana (e non solo).

San Diego 16 agosto 2018 - Thomas McKenna : Eminenza, è emersa una nuova ondata di abusi sessuali del clero che sta ad indicare una diffusa pratica dell'omosessualità tra il clero nelle diocesi e nei seminari in tutto il paese. Quale, secondo lei, la causa principale di questa corruzione?
Cardinale Raymond Burke : In seguito agli studi successivi alla crisi degli abusi sessuali del 2002 stato chiaro che la maggior parte degli atti di abuso erano in realtà atti omosessuali commessi con giovani adolescenti. C'è stato un tentativo studiato di ignorare o negare questo. Ora sembra evidente, alla luce dei recenti terribili scandali. che in effetti esiste una cultura omosessuale, che deve essere purificata alla radice, non solo tra il clero ma anche all'interno della gerarchia. È ovviamente una tendenza disordinata.


Penso che il fenomeno sia stato considerevolmente aggravato dalla cultura anti-vita in cui viviamo, vale a dire la cultura contraccettiva che separa l'atto sessuale dall'unione coniugale. L'atto sessuale non ha alcun significato se non tra un uomo e una donna nel matrimonio poiché l'atto coniugale, per sua stessa natura, è per la procreazione. Credo che sia necessario riconoscere apertamente che esiste un problema molto grave di una cultura omosessuale nella Chiesa, specialmente tra il clero e tra la gerarchia, che deve essere affrontata con onestà ed efficacia.


Eminenza, molti affermano che il da farsi per affrontare questo problema e la soluzione per risolvere la situazione sia determinare le migliori procedure e strutture per affrontarlo. È d'accordo con quella proposta? O cosa pensa debba essere fatto per risolvere questa crisi in profondità?

Non è necessario sviluppare nuove procedure. Tutte le procedure già esistono e sono esistite nel corso dei secoli nella disciplina della Chiesa. Ciò che è necessario è un'indagine onesta sulle presunte situazioni di grave immoralità seguita da un'azione efficace per sanzionare i responsabili e vigilare per evitare che simili situazioni si ripresentino.


L'idea che per affrontare tutto ciò debba essere responsabile la conferenza episcopale è fuorviante perché ad essa non spetta la sorveglianza sui vescovi che la compongono. È il Romano Pontefice, il Santo Padre, che ha la responsabilità di disciplinare queste situazioni, ed è lui che deve agire seguendo le procedure che sono date nella disciplina della Chiesa. È questo che può affrontare la situazione in modo efficace.


È stata scossa la fede di molti nella Chiesa, come istituzione santa piuttosto che corrotta. Le persone non sanno cosa pensare dei loro vescovi e dei loro sacerdoti. Come dovrebbero rispondere i fedeli a questa crisi, soprattutto considerando che molti si sentono scoraggiati e si vergognano della loro Chiesa?

Comprendo pienamente la rabbia, il senso profondo del tradimento che molti fedeli sentono, che io stesso condivido. I fedeli dovrebbero insistere affinché la situazione sia affrontata con onestà e determinazione. Ciò che non dobbiamo mai permettere è che questi atti gravemente immorali, che hanno tanto macchiato il volto della Chiesa, ci facciano perdere la fiducia in Nostro Signore, che è il Capo e il Pastore del gregge. La Chiesa è il suo corpo mistico e non dobbiamo mai perdere di vista quella verità.


Dovremmo vergognarci profondamente di ciò che certi pastori, certi vescovi hanno fatto, ma non dovremmo mai vergognarci della Chiesa perché sappiamo che è pura e che Cristo stesso, è vivo per noi nella Chiesa, che Lui solo è la nostra via di salvezza. Esiste la grande tentazione che la nostra giustificata rabbia su questi atti gravemente immorali ci porti a perdere la fede nella Chiesa o ad essere arrabbiati con la Chiesa, invece di arrabbiarci con coloro che, anche se hanno avuto la più alta autorità nella Chiesa, hanno ha tradito quell'autorità e hanno agito in modo immorale.


Esistono da secoli nel Pontificale romano ( il libro liturgico latino-cattolico che contiene i riti eseguiti dai vescovi ) i riti per la degradazione dei chierici e anche della gerarchia che abbia gravemente fallito nel proprio ufficio. Credo che sarebbe utile rileggere quei riti per comprendere profondamente ciò che la Chiesa ha sempre capito, e cioè che i pastori possono andare fuori strada, anche in modo grave, e quindi devono essere appropriatamente disciplinati e persino allontanati dallo stato clericale.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]






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