venerdì 17 agosto 2018

LITURGIA. ESSENZIALE LA SERIETÀ E IL SENSO DEL SACRO, ANCHE PER I GIOVANI. UN LIBRO DI PADRE ENRICO FINOTTI





Marco Tosatti, 16-08-2018

Oggi parliamo di un testo molto interessante. È il terzo libro di padre Enrico Finotti nel “format” delle domande e risposte sulla liturgia. “Nell’attesa della tua venuta” segue “Il mio e il vostro sacrificio” e “Se tu conoscessi il dono di Dio”. Anche in questo libro, come nei due precedenti, qui si trovano molte curiosità e dettagli per chi voglia conoscere la liturgia in modo profondo e non superficiale. Parlando della stola per esempio, l’autore afferma: “La stola quindi è l’insegna-base di tutti coloro che sono stati ‘segnati’ dal carattere dell’Ordine sacro: il Vescovo, il Presbitero e il Diacono. Essa è portata traversa dal Diacono e diritta dal Presbitero e dal Vescovo. Ora, mentre gli abiti variano a seconda del tipo di rito o in ragione della diversa solennità, la stola – sempre sopra il camice o la cotta (e mai sull’abito civile) – è assunta sempre, in ogni genere di celebrazione liturgica. Eliminare l’insegna propria del ministro ordinato è quindi impoverire certamente i ‘santi segni’ e una novità assoluta rispetto alla tradizione secolare della Chiesa, orientale e occidentale”.

Padre Finotti ritiene importante soprattutto ribadire: “Infine, è necessario acquisire il senso della Liturgia come azione di Cristo e della Chiesa e non come un atto privato. Per questo nessuno, anche se sacerdote, può mutare, aggiungere o togliere elementi propri della liturgia stabilita dalla Chiesa ed edita nell’editio typica’”. Questo concetto, e lo vediamo troppo spesso, può sembrare astruso, o teorico, a quanti sembrano pensare che la liturgia è un qualche cosa di cui possono usufruire a piacimento, magari con innovazioni “creative”: uno spazio di libero esercizio del proprio gusto personale e privato.

Questo è tanto più vero quando si parla dei giovani. Ricorda don Finotti che “La ‘pastorale giovanile’ non può ammettere il capriccio e non può rimandare ad una presunta futura maturazione che non verrà mai. Se non si inizia subito ad introdurre i bambini e i giovani nella esperienza delle leggi rituali e liturgiche, atte ad educare alla spiritualità, alla proprietà, alla vera devozione, domani avremo un popolo di Dio estraneo alle leggi fondamentali della vita interiore e del culto liturgico”. Certamente un richiamo a una visione che può apparire controcorrente rispetto a certe forme che paiono trattare i giovani come eternamente incapaci di capire la solennità e la gravità del sacro.

Nel libro si tratta anche della necessità (o meno) della quindicesima stazione della Via Crucis; dei bambini nella Veglia Pasquale; dell’uso dei paramenti preziosi (“Lode ai nostri sacristi per la cura di paramenti tanto belli, che impreziosiscono le nostre sagrestie! Purtroppo molti pezzi di grande valore artistico e spirituale sono stati lasciati deperire, altri smontati per fare casule moderne, comunque abbandonati e non più usati. Il Concilio, come si vorrebbe far passare, non ha nel modo più assoluto comandato o consigliato l’abbandono dei paramenti storici, anzi ne ha sollecitato il restauro e la conservazione…”) e molto altro.

Avete avuto problemi con le interminabili preghiere dei fedeli? Oppure qualche sacerdote non ha simpatia per il Credo? A proposito di quest’ultimo don Finotti scrive: “E’ per tutti chiaro che nessuno può riscrivere i testi della Sacra Scrittura, che hanno Dio stesso come autore. Ma è altrettanto evidente che neppure i testi liturgici possono essere modificati o sostituiti, in quanto esprimono la fede della Chiesa e non le opinioni private”.

Insomma, un testo che si inserisce nella corrente tracciata dai due precedenti (anche se altri ne seguiranno). Un aiuto in tempi ben difficili per poter apprezzare la liturgia per quello che è non per quello che alcuni vorrebbero che fosse.



Sommario

L’uso della stola nella Messa

Formalismo o obbedienza?

Giovani e liturgia

Quale formazione liturgica?

Il silenzio nelle chiese

L’adeguamento liturgico

La quindicesima ‘stazione’ della Via crucis?

I bambini nella Veglia pasquale

L’uso dei paramenti preziosi

Il segno della croce con l’acqua benedetta

L’inginocchiarsi

La formazione degli operatori liturgici

Il colore esequiale

La disposizione liturgica del feretro

L’elogio del defunto

La cremazione

La preghiera dei fedeli

Sostituire il Credo?

L’inchino del capo all’Et incarnatus est

Cantare il Credo?

Sospendere il Credo?



Don Enrico Finotti è nato a Rovereto nel 1953 ed è presbitero dell’Arcidiocesi di Trento dal 1978. Dopo la formazione classica, ha frequentato gli studi teologici presso il Seminario Diocesano. Ha svolto il ministero di parroco in diverse parrocchie della diocesi di Trento. Ha ottenuto la licenza in Teologia liturgica presso la Pontificia Università della Santa Croce. Collabora con l’Ufficio Liturgico Diocesano di Trento nei percorsi di formazione liturgica ed è curatore della rivista Liturgia:culmen et fons. Ha tra l’altro pubblicato: La centralità della Liturgia nella storia della salvezza (Fede & Cultura, Verona, 2010); La liturgia romana nella sua continuità (Sugarco, Milano, 2011); Vaticano II 50 anni dopo (Fede & Cultura, Verona, 2012).













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