martedì 26 novembre 2019

Mons. Bux: “il movimento della tradizione cattolica è inarrestabile”





Bruno Volpe, 24-11-2019

Lasagne di pollo in Vaticano ? Il consigliere di Ratzinger, Monsignor Nicola Bux, noto teologo barese, non ha dubbi e dice, in questa intervista che ci ha concesso, che sono i musulmani a doversi convertire ed aggiornarsi. E non fa sconti.

Monsignor Bux, secondo alcuni organi di stampa Bari presto potrebbe diventare una della capitali italiane del cattolicesimo tradizionale. Che ne pensa?



“Non so a cosa alluda che la possa far diventare tale. Constato sempre più, nei viaggi in Italia e all’estero, che il movimento della tradizione cattolica è inarrestabile, dappertutto, nei piccoli e nei grandi centri.I fedeli – intendo coloro che conoscono la verità cattolica e quindi sanno distinguerla dall’errore e dall’eresia – si accorgono che il ‘pasto’ della cosiddetta pastorale è una polpetta avvelenata e reagiscono, riunendosi e ricorrendo alla tradizione cattolica conservata nel Catechismo e nella Liturgia, in specie quella che Benedetto XVI ha liberalizzato. Invece, la teologia della liberazione o la sua versione indigenista, come abbiamo visto dai recenti atti compiuti in Vaticano – accentua il relativismo religioso,– si veda la Dichiarazione di Abu Dhabi – svuota la fede, fa fuggire verso le sette e porta all’idolatria; ma chi conosce l’insegnamento cattolico reagisce,seguendo “coloro che custodiscono la fede cattolica trasmessa dagli Apostoli”(Canone Romano), ossia la sacra Tradizione: questa, come dice il concilio Vaticano II, è una delle due fonti della Rivelazione, e ad essa ha attinto anche la redazione della Sacra Scrittura; da queste due fonti ispirate, i veri cattolici traggono le norme della vita morale. Se le chiese si svuotano, e i matrimoni civili e le convivenze aumentano, come documentano le statistiche, vuol dire che i vescovi e il clero non si occupano con le parole e i comportamenti, di catechizzare il popolo, ma sono affaccendati nell’agenda sociale, dietro i migranti, la legalità, il clima ecc., nonostante la maggioranza di cattolici l’abbia bocciata, in quanto la prima fame da soddisfare nell’uomo è quella di Dio. La Chiesa sembra diventata una succursale delle agenzie dell’Onu, interessate al relativismo di ogni tipo, alle quali piace che la Chiesa non annunci più Gesù Cristo, ma un “Dio unico” – mentre il Dio rivelato da Gesù è uno e trino – e invece si interessi di ambiente e culture indigene.”



Ci sono iniziative in vista?


“Dicevo che dappertutto, nei grandi e nei piccoli centri, nascono aggregazioni momentanee o stabili, che richiedono catechesi e insegnamenti cattolici, adorazione al Santissimo Sacramento, sacre liturgie degne di tal nome, perché celebrate davanti al Protagonista che è Gesù Cristo, e non davanti al prete che col microfono in mano guida l’assemblea come un conduttore televisivo. C’è bisogno di silenzio e di adorazione, per poter dare ragione della fede davanti al mondo, con dolcezza, rispetto e buona coscienza, come chiede l’apostolo Pietro. Si sta accentuando la persecuzione dentro e fuori la Chiesa; pertanto i cattolici devono difendere la fede e la ragione, e affinare così il giudizio, cioè esaminare ogni cosa e trattenere ciò che vale. Gesù Cristo per questo è venuto nel mondo, lo ha detto egli stesso: “è per un giudizio che sono venuto nel mondo, perché coloro che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi” (Gv,9,39). Suggerirei ai vescovi di prendere sul serio l’intervista data dal cardinal Ruini. Se amano il dialogo e il confronto, promuovano un pubblico dibattito e si confrontino con tutti i cattolici e non solo con una parte, peraltro sempre meno rilevante, perché accodata al pensiero di sinistra e radicale”.



E’ giusto parlare di tradizionalismo oppure ogni cattolico degno di tal nome deve essere difensore della tradizione?


“Gli -ismi, si sa, sono peggiorativi e buttano, come si suole dire, il bambino con l’acqua sporca. Tradizione viene dal latino e indica movimento: tradere;essa trasmette in modo arricchito e sempre nuovo quanto riceviamo dai padri. La tradizione è tutt’altro che mera conservazione. Lo dimostra il boom della cucina con le ricette tradizionali, e tanti altri ambiti. Allora, perché l’antica liturgia, all’improvviso, dovrebbe essere considerata dannosa e addirittura proibita, se ha formato generazioni di santi? Semmai dovrebbero i vescovi interrogarsi, come mai dopo tanti anni di nuova liturgia, questa non attrae più e la gente abbandona la Chiesa. I giovani sono sempre di meno nelle chiese, invece aumentano nella liturgia tradizionale, che non hanno mai conosciuta, e, per assurdo, c’è chi li accusa di essere nostalgici. Bisogna sapientemente tramandare e innovare, cose nuove e cose antiche, ma, chi ha assaggiato il vino vecchio, constata che questo è buono. Lo afferma il Signore nel vangelo di Luca(5,37). “



La tradizione è utile?


“La tradizione è parte della natura dell’uomo: noi siamo quello che abbiamo ricevuto, sia come dna sia come capacità; poi vi aggiungiamo del nostro. La Chiesa non avrebbe superato duemila anni di storia, se fosse andata dietro le mode; il modernismo è il veleno che sotto diverse versioni cerca di inquinarla, ma bisogna resistere, non conformandosi alla mentalità del tempo presente, come dice l’Apostolo ai Romani(12,2). Questo significa saper vagliare e trattenere ciò che vale(1 Ts 5,21).Si deve riprendere la missione al popolo, formarlo nella dottrina cristiana affinché rinasca la vita morale”.



Che cosa pensa del fatto che alla giornata mondiale dei poveri il Papa (ma accade ormai dovunque) abbia fato servire a tutti, inclusi italiani, lasagne senza carne di maiale?




“Evidentemente si è dimenticato che Gesù Cristo – come dice il vangelo di Matteo(cfr 7,1-23) – ha dichiarato puri tutti gli alimenti. Vogliamo tornare indietro rispetto a Cristo? Sono i musulmani che si devono aggiornare e convertire. Ne conosco, specie in Medioriente, che hanno studiato da noi e biasimano questo arretramento dell’Occidente e di certi cattolici.”



Questa scelta è inquadrabile come ha detto da Socci, in una sottomissione e comunque lancia questo segnale?


“Tutto ciò che va contro il vangelo è una apostasia,cioè un allontanamento, di conseguenza una sottomissione, che ha come esito la confusione ulteriore dei cristiani labili, che non conoscono bene i vangeli e si accodano pedissequamente ad ogni moda. E’un tradimento di Gesù Cristo. Per fortuna c’è sempre la reazione di tanti che ragionano, perché, disse Chesterton, in chiesa ci è chiesto di toglierci il cappello, non la testa”.



Non le pare irrispettosa verso gli italiani e magari che il buon senso richiedeva due tipi di sughi, con e senza maiale?


“Questo è un affare che non riguarda la Chiesa. E’ importante invece rilevare che la Tradizione il è un movimento che cresce irreversibilmente, perché asseconda la vera natura umana; bisogna dare tempo, a quelle parti ancora anestetizzate del corpo ecclesiale, di risvegliarsi. Ci vuole pazienza e resistenza, che poi sono aspetti della virtù della fortezza, una virtù cardinale.Fa riflettere quanto ha scritto mons. Carlo Maria Viganò: se il Papa non conferma i fratelli nella fede e non diffonde la fede cattolica con la missione verso tutti popoli, che Cristo ha ordinato a Pietro, si pone un grande problema di cui i Cardinali e i Vescovi per primi devono farsi carico.Però, c’è da ricordare la premessa che Gesù ha posto a Pietro: “tu, una volta convertito, conferma nella fede…”(Lc 22,32).Ci vuole prima la conversione a Gesù Cristo, distogliendo l’attenzione dal mondo e dalle sue mode temporanee. Invece, molti pastori sono voltati ancora da questa parte, come narcotizzati. Ma i fedeli laici e tanti sacerdoti cattolici li sveglieranno”.

Bruno Volpe



















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