sabato 30 novembre 2019

ABORTO, PIETRA D’INCIAMPO PER I CRISTIANI. IL CASO JUSTIN WELBY




Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, nei giorni scorsi Radio Roma Libera ha pubblicato un podcast di chi scrive, sulla questione dell’aborto e dell’atteggiamento dei cristiani riguardo ad esso. Se volete ascoltarlo, potete farlo a questo link. Qui sotto trovate il testo della trasmissione. Buon ascolto, e buona lettura.



§§§

ABORTO, LA PIETRA D’INCIAMPO PER I CRISTIANI DI OGGI.


Questa è una notizia che riguarda apparentemente soprattutto la Gran Bretagna e la Chiesa anglicana, ma attenzione: quello che è accaduto in quell’area non è molto lontano né da noi, né da quello che sta diventando la Chiesa cattolica.

La notizia, in breve è questa. L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, è stato ospite di una radio, al ElleBiCi (LBC). Un ascoltatore, in diretta, gli ha chiesto: “Lei appoggia le buffer zones intorno alle cliniche per gli aborti?”.

Le buffer zones sono aree, intorno alle cliniche, in cui gli antiabortisti non possono entrare, stazionare, mostrare i loro cartelli o pregare pubblicamente. Nelle settimane passate in Gran Bretagna ha destato scalpore l’arresto di un pro-life disabile perché pregava di fronte a una clinica per aborti.

E che cosa ha risposto alla domanda l’arcivescovo Welby, erede di una lunga tradizione di cristianità, a chi gli chiedeva se era d’accordo con queste limitazioni?

“Sì, sono d’accordo, perché le persone che vanno a una….uhhh….clinica di aborti, qualsiasi cosa pensiate dell’aborto, sono esseri umani”.

Welby poi ha cercalo di correggere le sue prime parole, chiaramente prive di senso, aggiungendo: “Potete dire che fanno la cosa sbagliata, o potete dire che fanno la cosa giusta, ma potete dire che è il loro diritto, che il bambino ha dei diritti..uhhh”.

E infine ha concluso: “La Chiesa d’Inghilterra è molta chiara su questo”, ma si è rifiutato di “entrare in dettaglio, perché stiamo finendo il nostro tempo, ma la Chiesa d’Inghilterra ha una visione molto chiara su questo e ce l’ha sin dagli anni ‘80”.

Forse la Chiesa d’Inghilterra ha una visione chiara, ma non sembra che l’arcivescovo di Canterbury goda di altrettanta chiarezza. E ha concluso con un tocco amorevole: “Amiamo le persone che vanno là, le trattiamo come esseri umani, le stimiamo e le rispettiamo?”.

Si può dire, essendo cristiani, che forse cercare di impedire che quelle persone commettano un omicidio è esattamente questo: amarle, trattarle come esseri umani, stimarle e rispettarle. Ma evidentemente anche questo è fuori portata per Welby.

Ma non per qualcuno della sua Chiesa. Christian Hacking, il disabile arrestato perché pregava davanti alla clinica di aborti Marie Stopes, si è detto estremamente deluso, perché il suo arcivescovo senza accorgersene ha approvato il suo arresto e la detenzione di otto ore causata dalla volontà di rispettare i comandamenti della Bibbia. Ha detto: “Justin non ha tradito solo me personalmente; ha tradito e questo è più serio, i settemila bambini non nati che sono stati avvelenati, fatti a pezzi e espulsi a Ealing l’anno scorso”.

È la Chiesa d’Inghilterra, voi direte…ma attenti: non dimentichiamoci che nell’ultima assemblea generale dei vescovi cattolici degli Stati Uniti c’è stata una grande battaglia per decidere se il problema dell’aborto fosse o no una questione preminente. Si è dovuto votare, e anche se – fortunatamente – la mozione è passata, ci sono stati ben 69 voti contrari. Il partito dei McElroy, dei Cupich e degli altri filo-democratici, filo-clintoniani sullo stile di McCarrick, con il favore di papa Bergoglio guadagna terreno. E non oso pensare a che cosa potrebbe votare la Conferenza Episcopale Italiana, o persone come Zuppi….


















Nessun commento:

Posta un commento