Bruno Volpe
“Nell’ arte sacra possiamo serenamente parlare, salve eccezioni, di un declino del buon gusto”. Lo dice il noto storico dell’ arte e critico, il professore alsaziano Philippe Daverio.
Professor Daverio, possiamo sostenere che le nuove chiese non brillano per senso estetico?
“Nell’arte sacra, oggi, è corretto parlare, fatte le debite eccezioni, di un declino del gusto estetico. Anzi direi che in molti casi prevale persino il brutto. Tutto questo rientra in un generale declino del senso estetico e si collega ad alcuni fattori”.
Quali?
” Il principale motivo di questo è che i committenti spesso non hanno le idee chiare su quello che vogliono e allora lasciano fare o danno campo libero agli architetti che talora non sono neppure credenti anche se questo non ha molta rilevanza. Un altro motivo è il calo generale del senso del sacro nella società e nel nostro tempo, Chiesa cattolica inclusa. In pratica si ritiene, sbagliando, che la sacra pompa o il lusso siano da evitare e che il decoro estetico appartenga al passato. E così prevale un insidioso minimalismo livellato al basso”.
Da quando è iniziato questo?
” Per rimanere nello stretto ambito della Chiesa cattolica e dunque dell’ arte religiosa o della stessa architettura, questo cambio di passo inizia addirittura con Papa Leone XIII, quando si affaccia la dottrina sociale della Chiesa. Il tutto, si è accentuato dopo il Vaticano II e allora anche l’ arte religiosa si è associata alla idea dell’ adeguamento al sociale. Così la dimensione verticale che aveva dominato nei secoli ha lasciato il campo e il passo alla visione orizzontale”.
Possiamo fare qualche esempio di brutto nell’ arte sacra moderna?
” Mi preme dire una cosa. Io non demonizzo il moderno e vi sono anche esempi di buona architettura moderna nel mondo e in Italia, penso ad alcune chiese in Milano. Come paradigmi del brutto ci metto la chiesa di Foligno e soprattutto quella di Padre Pio a San Giovanni Rotondo”.
Perchè?
“Quella di Padre Pio è una specie di garage, fredda e distaccata , sicuramente l’esatto contrario di quello che avrebbe voluto Padre Pio e in opposizione al pensiero del santo. In questo caso, tuttavia, la responsabilità non è dell’ architetto, che è ottimo e ha lavorato secondo la sua personale sensibilità, ma della committenza che forse non ha avuto le idee tropo chiare”.
Questa idea minimalista nell’ arte e nella architettura sacra a suo giudizio sono penetrate anche nella liturgia?
” Io non sono un teologo, ma francamente trovavo maggiormente ispirata al bello e al decoro quella antica. Non amo le schitarrate che spesso impazzano nelle nostre chiese, non hanno alcun senso e sanno di scampagnata. Per dirla tutta, la chitarra, strumento nobilissimo, alla messa è orribile. Anche l’uso del volgare ha banalizzato la liturgia e ridotto la stessa idea del mistero. Mi domando: ma dove sta scritto che bisogna sempre capire tutto? Che pretesa è mai questo in ambito sacro?”.
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