martedì 8 gennaio 2013

“Lieti di subire oltraggi nel nome di Gesù”. Il ritratto del vescovo ideale




magi




di Sandro Magister

Nell’omelia della festa dell’Epifania, nella quale ha ordinato quattro vescovi tra i quali il proprio segretario particolare Georg Gänswein, Benedetto XVI ha detto chiaro e tondo come vuole che sia un vescovo nella Chiesa.

È partito dall’esempio dei Magi per arrivare alla sfida che oggi ogni vescovo deve saper affrontare con le opinioni dominanti nella società.

Una coincidenza non casuale è che proprio ora, dopo più di sette anni, Benedetto XVI ha terminato di ricevere tutti gli episcopati del mondo nelle rispettive visite “ad limina”. E si appresta ad aprire un nuovo ciclo di visite, cominciando nel 2013 proprio con i vescovi italiani.

L’omelia del papa del giorno dell’Epifania può quindi essere letta come un bilancio e un programma di vita da lui dettato a tutti i vescovi del mondo.

Ecco la parte centrale dell’omelia:

“I Magi erano anche e soprattutto uomini che avevano coraggio, il coraggio e l’umiltà della fede. Ci voleva del coraggio per accogliere il segno della stella come un ordine di partire, per uscire verso l’ignoto, l’incerto, su vie sulle quali c’erano molteplici pericoli in agguato. Possiamo immaginare che la decisione di questi uomini abbia suscitato derisione: la beffa dei realisti che potevano soltanto deridere le fantasticherie di questi uomini. Chi partiva su promesse così incerte, rischiando tutto, poteva apparire soltanto ridicolo. Ma per questi uomini toccati interiormente da Dio, la via secondo le indicazioni divine era più importante dell’opinione della gente. La ricerca della verità era per loro più importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente.

“Come non pensare, in una tale situazione, al compito di un vescovo nel nostro tempo? L’umiltà della fede, del credere insieme con la fede della Chiesa di tutti i tempi, si troverà ripetutamente in conflitto con l’intelligenza dominante di coloro che si attengono a ciò che apparentemente è sicuro. Chi vive e annuncia la fede della Chiesa, in molti punti non è conforme alle opinioni dominanti proprio anche nel nostro tempo. L’agnosticismo oggi largamente imperante ha i suoi dogmi ed è estremamente intollerante nei confronti di tutto ciò che lo mette in questione e mette in questione i suoi criteri. Perciò, il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti è oggi particolarmente pressante per un vescovo. Egli dev’essere valoroso. E tale valore o fortezza non consiste nel colpire con violenza, nell’aggressività, ma nel lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti. Il coraggio di restare fermamente con la verità è inevitabilmente richiesto a coloro che il Signore manda come agnelli in mezzo ai lupi. […]

“In questo contesto mi viene in mente un episodio degli inizi del cristianesimo che san Luca narra negli Atti degli apostoli. Dopo il discorso di Gamaliele, che sconsigliava la violenza verso la comunità nascente dei credenti in Gesù, il sinedrio chiamò gli apostoli e li fece flagellare. Poi proibì loro di predicare nel nome di Gesù e li rimise in libertà. San Luca continua: ‘Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. E ogni giorno non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo’ (At 5, 40ss).

“Anche i successori degli apostoli devono attendersi di essere ripetutamente percossi, in maniera moderna, se non cessano di annunciare in modo udibile e comprensibile il Vangelo di Gesù Cristo. E allora possono essere lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per lui. Naturalmente vogliamo, come gli apostoli, convincere la gente e, in questo senso, ottenerne l’approvazione. Naturalmente non provochiamo, ma tutt’al contrario invitiamo tutti ad entrare nella gioia della verità che indica la strada. L’approvazione delle opinioni dominanti, però, non è il criterio a cui ci sottomettiamo. Il criterio è lui stesso: il Signore. Se difendiamo la sua causa, conquisteremo, grazie a Dio, sempre di nuovo persone per la via del Vangelo. Ma inevitabilmente saremo anche percossi da coloro che, con la loro vita, sono in contrasto col Vangelo, e allora possiamo essere grati di essere giudicati degni di partecipare alla passione di Cristo”.


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