mercoledì 23 marzo 2011
Mistica della Quaresima
del Servo di Dio Dom Prosper Guéranger
Il sacro tempo di Quaresima è ricco di profondi misteri che hanno lo scopo non solo di ripresentare eventi e circostanze fondamentali della storia della salvezza, ma anche di risvegliare nel cuore dei cristiani, attraverso la meditazione di tali misteri, un più vivo fervore nell'applicarsi all'opera della personale santificazione, e un più intenso raccoglimento per ben disporsi a degnamente celebrare l'opera mirabile della Redenzione.
Non ci si deve meravigliare se un tempo così sacro come quello del1a Quaresima sia pieno di misteri. La Chiesa, che la considera come la preparazione alla più gloriosa delle sue feste, ha voluto che questo periodo di raccoglimento e di penitenza fosse caratterizzato dalle circostanze più idonee a risvegliare la fede dei cristiani ed a sostenere la loro costanza nell'opera dell'espiazione annuale. [...].
IL NUMERO 40 E IL SUO SIGNIFICATO
Ricordiamo la pioggia dei quaranta giorni e delle quaranta notti, causata dai tesori della collera di Dio, quando si pentì d'aver creato l'uomo (Gn 7,12) e sommerse nei flutti il genere umano, ad eccezione d'una sola famiglia. Pensiamo al popolo ebreo che errò quarant'anni nel deserto, in punizione della sua ingratitudine, prima di poter entrare nella terra promessa (Nm 14,33). Ascoltiamo il Signore, che ordina al profeta Ezechiele (4,6) di starsene coricato quaranta giorni sul suo lato destro, per indicare la durata d'un regno al qua1e doveva seguire la rovina di Gerusalemme.
Due uomini, nell'Antico Testamento, hanno la missione di raffigurare nella propria persona le due manifestazioni di Dio: Mosè, che rappresenta la legge, ed Elia, nel quale è simboleggiata la profezia. L'uno e l’altro s'avvicinano a Dio; il primo sul Sinai (Es 24,18), il secondo sull'Oreb (IRe 19,8); ma sia l'uno che l'altro non possono accostarsi alla divinità, se non dopo essersi purificati con l'espiazione di un digiuno di quaranta giorni. Rifacendoci a questi grandi avvenimenti, riusciremo a capire perché mai il Figlio di Dio incarnato per la salvezza degli uomini, avendo deciso di sottoporre la sua divina carne ai rigori del digiuno, vol1e scegliere il numero di quaranta giorni per quest'atto solenne. L'istituzione della Quaresima ci apparirà allora in tutta la sua maestosa severità, e quale mezzo efficace per placare la collera di Dio e purificare le nostre anime.
L'ESERCITO DI DIO
Dopo queste considerazioni relative alla durata del tempo che dobbiamo passare, apprendiamo ora dalla Chiesa sotto quale simbolo essa considera i suoi figli durante la santa Quarantena. La Chiesa vede in essi un immenso esercito, che combatte giorno e notte contro il nemico di Dio. Per questa ragione, il Mercoledì delle Ceneri, essa ha chiamato la Quaresima la carriera della milizia cristiana. Per ottenere, infatti, quella rigenerazione che ci farà degni di ritrovare le sante allegrezze dell'Alleluia, noi dobbiamo aver trionfato dei nostri tre nemici: il demonio, la carne e il mondo. Insieme al Redentore che lotta sulla montagna contro la triplice tentazione e lo stesso Satana, dobbiamo esser armati e vegliare senza stancarci.
Per sostenerci con la speranza della vittoria ed animarci a confidare nel divino soccorso, la Chiesa ci presenta il Salmo 90, che colloca fra le preghiere della Messa nella prima Domenica di Quaresima, e da1 quale attinge quotidianamente molti versetti per le diverse Ore dell'Ufficio. Con la meditazione di quel salmo vuole che contiamo sulla protezione che Dio stende sopra di noi come uno scudo; che attendiamo all'ombra delle sue ali; che abbiamo fiducia in lui, perché egli ci strapperà dal laccio del cacciatore infermale, che ci aveva rapita la santa libertà dei figli di Dio; che siamo assicurati del soccorso dei santi Angeli, nostri fratelli, ai quali il Signore ha dato ordine di custodirci in tutte le nostre vie, e che, testimoni riverenti della lotta sostenuta dal Salvatore contro Satana, s'avvicinarono a lui dopo la vittoria per servirlo e rendere i loro omaggi. Entriamo nei sentimenti che la santa Chiesa ci vuole ispirare, e durante questi giorni in cui dovremo lottare ricorriamo spesso al bel canto che essa ci indica come l'espressione più completa dei sentimenti che devono animare, in questa santa campagna, i soldati della milizia cristiana.
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