APOLOGETICA CONTEMPLANDO L’ARTE – “La piccola pelatrice di patate” di Albert Anker
Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Noi de Il Cammino dei Tre Sentieri siamo convinti che sia importante ribadire che Dio è Somma Verità, Somma Bontà e Somma Bellezza. Che la Verità Cattolica non solo è “vera” ma è anche “bella”, che non solo soddisfa pienamente l’intelligenza con la sua inappuntabile logica, ma anche il cuore con il suo costitutivo e irresistibile fascino. Ed ecco perché le nostre meditazioni devono muovere anche dalla contemplazione della Bellezza, utilizzando quella che si è soliti definire la “Via Pulchritudinis”… appunto: la “Via della Bellezza”, che è il Terzo Sentiero de “Il Cammino dei Tre Sentieri”
“La piccola pelatrice di patate” (1886) di Albert Anker (1831-1910)
Che cos’è l’esattezza?. E’ compiere ciò che si deve compiere nella maniera migliore possibile.
Certamente non può esserci un’esattezza assoluta. L’uomo vive nella perfettibilità, dunque anche l’esattezza che è tenuto a perseguire può essere solo perfettibile e mai perfetta in modo assoluto.
Ma questa esattezza relativa è un dovere dell’uomo. Lo è perché ogni uomo è chiamato a perseguire esattamente il Fine, ovvero conformarsi pienamente alla volontà di Dio.
Il Santo Curato d’Ars soleva chiedere al Signore: “Gesù, fammi la grazia di essere sempre contento nella situazione nella quale mi poni.“
Questa contentezza può essere data solo dalla convinzione che la nobiltà di ciò che si fa non è data dal contenuto dall’atto in sé, bensì dall’amore e dalla consapevolezza del senso che s’inserisce e si riconosce in quell’atto.
Questa umile fanciulla che pela le patate non sta compiendo nulla di straordinario: i suoi sono movimenti semplici e ripetitivi. Ma c’è un’attenzione interessante che s’intravede sul suo volto. Il profilo -se ci si fa caso- sembra essere illuminato; e questa luminosità contrasta con lo sfondo ombroso della stanza. Forse dipenderà dal fatto che dinanzi alla fanciulla c’è una finestra aperta, d’altronde l’operazione richiede luce. Ma è solo per questo?
No, non è solo per questo. E’ una luminosità che palesa una “benedizione”, che palesa un “assenso” dall’Alto.
Anche quell’atto, pur nel suo silenzio, pur non manifesto agli occhi del mondo, pur banale (cosa può esserci di più banale di pelare le patate?) merita di essere rappresentato.
Perché? Perché in quell’atto è tutto esatto. Cioè è tutto conforme al Fine.
Che cos’è l’esattezza?. E’ compiere ciò che si deve compiere nella maniera migliore possibile.
Certamente non può esserci un’esattezza assoluta. L’uomo vive nella perfettibilità, dunque anche l’esattezza che è tenuto a perseguire può essere solo perfettibile e mai perfetta in modo assoluto.
Ma questa esattezza relativa è un dovere dell’uomo. Lo è perché ogni uomo è chiamato a perseguire esattamente il Fine, ovvero conformarsi pienamente alla volontà di Dio.
Il Santo Curato d’Ars soleva chiedere al Signore: “Gesù, fammi la grazia di essere sempre contento nella situazione nella quale mi poni.“
Questa contentezza può essere data solo dalla convinzione che la nobiltà di ciò che si fa non è data dal contenuto dall’atto in sé, bensì dall’amore e dalla consapevolezza del senso che s’inserisce e si riconosce in quell’atto.
Questa umile fanciulla che pela le patate non sta compiendo nulla di straordinario: i suoi sono movimenti semplici e ripetitivi. Ma c’è un’attenzione interessante che s’intravede sul suo volto. Il profilo -se ci si fa caso- sembra essere illuminato; e questa luminosità contrasta con lo sfondo ombroso della stanza. Forse dipenderà dal fatto che dinanzi alla fanciulla c’è una finestra aperta, d’altronde l’operazione richiede luce. Ma è solo per questo?
No, non è solo per questo. E’ una luminosità che palesa una “benedizione”, che palesa un “assenso” dall’Alto.
Anche quell’atto, pur nel suo silenzio, pur non manifesto agli occhi del mondo, pur banale (cosa può esserci di più banale di pelare le patate?) merita di essere rappresentato.
Perché? Perché in quell’atto è tutto esatto. Cioè è tutto conforme al Fine.
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