Il vescovo e saggista mons. Athanasius Schneider parla a La Bussola del suo nuovo libro "La Messa cattolica". Le deviazioni nel culto verificatesi negli ultimi decenni hanno la loro radice nella perdita del soprannaturale. Una malattia che fa dei credenti dei "cristiani deboli" incapaci di testimoniare in un mondo schiavo delle varie ideologie dominanti.
Lorenza Formicola, 14-03-2023
Monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana. Saggista kirghiso, è da poco tornato in libreria con La Messa cattolica. Passi per ripristinare la centralità di Dio nella liturgia (Chorabooks 2022). Ha trascorso i primi anni della sua vita nella Chiesa clandestina sovietica e nel nuovo libro presenta con chiarezza il nucleo della missione della Chiesa Cattolica: il Santo Sacrificio della Messa da riscoprire come opera di Dio e non di fedeli o sacerdoti. Tra le pagine è facile ritrovare la profonda riverenza del vescovo Schneider per la messa e l’Eucaristia che nasce dalla personale esperienza di privazione e persecuzione.
Perché scrivere “La Messa cattolica”. Esistono altre messe?
Durante gli ultimi 50 anni si è diffusa nella Chiesa cattolica, specialmente nei paesi occidentali, una prassi liturgica della celebrazione della santa Messa sempre più permissiva e arbitraria. Il quadro complessivo della vita liturgica del rito Romano ai nostri giorni si può, in modo comprovabile, definire come anarchia liturgica.
Cosa intende per anarchia liturgica?
Che cos’è la Messa?
La sacra liturgia è primariamente, ed essenzialmente, la glorificazione del Dio Uno e Trino. E porta, poi, la grazia e la salvezza eterna a tutti coloro che la celebrano, a chi vi partecipa e a coloro per i quali è specificamente offerta.
E come si pone la Liturgia nel contesto moderno e di fronte alla crisi nella Chiesa?
Il mondo attuale è caratterizzato in modo più profondo dalla perdita del soprannaturale, e ciò significa un orientamento dell’uomo a se stesso, un focus su se stesso. Questo è il nucleo del naturalismo e rappresenta la malattia spirituale più grave che infetta la vita della Chiesa dei nostri giorni.
Questa malattia ha contagiato la Messa?
C’è l’urgenza di un’autentica riforma liturgica, e questa deve consistere, fin dall'inizio, nel rivolgersi tutti, sacerdoti e fedeli nuovamente al Signore anche visibilmente nel rito. Ci troviamo, per così dire, davanti alle rovine liturgiche. Dobbiamo continuare a custodire il tesoro della liturgia tradizionale, che è una liturgia millenaria dei santi. E non solo per conservarla, ma per coltivarla e promuoverla.
Lei è cresciuto in un Paese comunista dove per ricevere l’Eucaristia bisognava camminare per ore al freddo. Perché fare un sacrificio così grande per quello che è definito da tanti un “simbolo”?
La Messa è la realtà più grande, più tremenda, più sacra, più consolante e più salutare in tutta la terra. Non è un simbolo!
Perché “tremenda”?
Perché la Messa è nient’altro che il sacrificio della Croce. Contiene realmente, veramente e sostanzialmente il corpo e il sangue immolati e glorificati di Cristo e l’atto di redenzione. Se riconoscessimo e ci rendessimo conto di questa verità, tutti faremmo il possibile, accettando qualsiasi difficoltà, per poter parteciparne. Tanti cattolici in diversi tempi e luoghi sono stati uccisi perché partecipavano alla Messa: il loro sangue si univa misticamente con il sangue del sacrificio di Cristo presente sull’altare.
Quando si è trasferito in Germania con la sua famiglia, scappando dalla persecuzione comunista, ha riconosciuto delle differenze nel vivere la fede e la partecipazione dei sacramenti?
Ho trovato una dimensione soprannaturale indebolita. Regnava uno spirito mondano, un attivismo al detrimento della preghiera. Mancava, spesso, la dovuta riverenza per il Santissimo Sacramento e l’assidua ricezione del sacramento della penitenza. Lo stile della vita di molti sacerdoti ci appariva mondano.
Di quali anni parliamo?
Mi sono trasferito con i miei genitori e fratelli in Germania a fine 1973.
Lei una volta ha detto, “il materialismo diffuso in Occidente applica lo stesso modello del comunismo”. Che cosa intendeva?
Il mondo politico e sociale occidentale rivela sempre più le stesse tipiche caratteristiche del regime comunista sovietico: un continuo lavaggio del cervello con degli slogan e assiomi ideologici da parte dei potenti partiti politici e dei mass media, che sono tutti allineati come se dipendessero da un commando centrale.
Qual è l’ideologia dominante oggi?
L’ideologia del gender. Un’ideologia neomarxista che punta alla distruzione della famiglia: meta politica già espressa da Karl Marx nel suo Manifesto Comunista del 1846. Tutti i settori della società devono essere allineati con questa nuova ideologia e i dissidenti, cioè quelli che si rifiutano di accettare la primazia e l’esclusività della nuova ideologia del genere, vengono pubblicamente derisi, marginalizzati, intimiditi e persino puniti. Nessuno può più negare che stiamo vivendo in un sistema politico che assomiglia alle vergognose dittature politiche conosciute nella storia recente dell’umanità.
Più di 360 milioni di cristiani subiscono alti livelli di persecuzione per la loro fede. In un anno 5.621 gli uccisi, 4.542 arrestati senza processo, 5.259 rapiti. Nel complesso c’è un aumento del livello di persecuzione. Perché?
Il fatto che la fede cristiana è la più perseguitata di tutte le religioni è una dimostrazione della sua verità e unicità.
Ci spieghi.
L’Impero Romano pagano definiva il cristianesimo come «odium generis humani» (Tacito, Annales 15, 44, 4). Nei primi secoli cristiani si scriveva: «Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita. E coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio» (Lettera a Diogneto, 5). Di fatto rimarranno valide per tutti i tempi le parole di Gesù: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia» (Gv 15, 18-19).
Tra le minacce, l’islam è in cima alle classifiche, seguito dal comunismo. Perché anche in Occidente l’islam trova sempre più spazio. Non solo è un credo in crescita, ma sta modificando tradizioni culturali, alimentari e leggi dello Stato?
La causa più profonda dell’attuale islamizzazione dell’Europa, orchestrata già per molto tempo dalle élite politiche socialisti, verdi e massoniche, è visibile nell’apostasia dell’identità cristiana europea, cioè dalla sua propria identità. Cosa di cui hanno parlato tanto san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Per mezzo dell’islam potenti gruppi politici europei mirano a marginalizzare il cristianesimo in Europa, riducendolo a un gruppo religioso minoritario, intimidito e affetto da un complesso d’inferiorità. Non dobbiamo temere tanto l’islam, quanto piuttosto un cristianesimo debole. E soprattutto una gerarchia ecclesiastica intimidita e collaborazionista con l’attuale regime politico e mediatico anticristiano.
Crede che siano lontani i tempi in cui la fede cattolica, in un mondo ostile che la denigra pubblicamente, possa trasformare le case delle famiglie credenti in catacombe piene di Fede viva?
Sono tanti i segni nella vita politica e sociale nell’Europa occidentale e in America che ci permette di considerare realista questa prospettiva.
Che cosa significa, oggi: “non gettare incenso a Cesare”?
Ci viene chiesto di gettare incenso a vari idoli: l’ideologia del gender che nega la creazione divina dei sessi; la natura del matrimonio nel suo aspetto di unione tra un uomo e una donna; l’ideologia dell’uguaglianza di tutte le religioni: ci viene cioè chiesto di negare l’unicità della fede cattolica e la sua necessità per la salvezza eterna. C’è, poi, l’idolo dell’allineamento al pensiero unico ideologico e politico.
Quale deve essere la risposta dei cattolici?
Davanti all’urlo “Non vogliamo che Cristo regni”, gridato dal “Cesare” e dagli idoli del tempo moderno, la vera risposta di tutti i cattolici, ed in primo luogo del Papa, deve essere questa: «O Cristo, noi Ti dichiariamo Re supremo. A Te i capi delle nazioni diano pubblico onore, Ti adorino i maestri, i giudici, e le leggi e le arti esprimano Te. E col Tuo mite scettro governi la patria e le case dei cittadini» (L'inno tradizionale vespertino a Cristo Re).
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