Per ricevere l’Eucaristia bisogna essere in grazia di Dio, cioè non avere commesso peccati gravi dopo l’ultima confessione ben fatta. Dunque, se si è in grazia di Dio si può ricevere la comunione senza confessarsi prima dell’Eucaristia. La confessione delle colpe veniali può farsi frequentemente. Normalmente il buon cristiano si confessa ogni settimana, come consiglia s. Alfonso.
1458 Sebbene non sia strettamente necessaria, la confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa.54 In effetti, la confessione regolare dei peccati veniali ci aiuta a formare la nostra coscienza, a lottare contro le cattive inclinazioni, a lasciarci guarire da Cristo, a progredire nella vita dello Spirito. Ricevendo più frequentemente, attraverso questo sacramento, il dono della misericordia del Padre, siamo spinti ad essere misericordiosi come lui:
55 Quali sono i peccato gravi/mortali? (elenco)
Innanzitutto vediamo cosa è il peccato
II. La definizione di peccato
1849 Il peccato è una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine all’amore vero, verso Dio e verso il prossimo, a causa di un perverso attaccamento a certi beni. Esso ferisce la natura dell’uomo e attenta alla solidarietà umana. E’ stato definito “una parola, un atto o un desiderio contrari alla legge eterna” [Sant’Agostino, Contra Faustum manichaeum, 22: PL 42, 418; San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, I-II, 71, 6].
1850 Il peccato è un’offesa a Dio: “Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto” ( Sal 51,6 ). Il peccato si erge contro l’amore di Dio per noi e allontana da esso i nostri cuori. Come il primo peccato, è una disobbedienza, una ribellione contro Dio, a causa della volontà di diventare “come Dio” ( Gen 3,5 ), conoscendo e determinando il bene e il male. Il peccato pertanto è “amore di sé fino al disprezzo di Dio” [Sant’Agostino, De civitate Dei, 14, 28]. Per tale orgogliosa esaltazione di sé, il peccato è diametralmente opposto all’obbedienza di Gesù, che realizza la salvezza [Cf Fil 2,6-9 ].
1851 E’ proprio nella Passione, in cui la misericordia di Cristo lo vincerà, che il peccato manifesta in sommo grado la sua violenza e la sua molteplicità: incredulità, odio omicida, rifiuto e scherno da parte dei capi e del popolo, vigliaccheria di Pilato e crudeltà dei soldati, tradimento di Giuda tanto pesante per Gesù, rinnegamento di Pietro, abbandono dei discepoli. Tuttavia, proprio nell’ora delle tenebre e del Principe di questo mondo, [Cf Gv 14,30 ] il sacrificio di Cristo diventa segretamente la sorgente dalla quale sgorgherà inesauribilmente il perdono dei nostri peccati.
Poi una breve distinzione tratta dal Compendio circa il peccato mortale ed il peccato veniale.
395. Quando si commette il peccato mortale?
1855-1861; 1874
Si commette il peccato mortale quando ci sono nel contempo materia grave, piena consapevolezza e deliberato consenso. Questo peccato distrugge in noi la carità, ci priva della grazia santificante, ci conduce alla morte eterna dell’inferno se non ci si pente. Viene perdonato in via ordinaria mediante i Sacramenti del Battesimo e della Penitenza o Riconciliazione.
396. Quando si commette il peccato veniale?
1862-1864; 1875
Il peccato veniale, che si differenzia essenzialmente dal peccato mortale, si commette quando si ha materia leggera, oppure anche grave, ma senza piena consapevolezza o totale consenso. Esso non rompe l’alleanza con Dio, ma indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per i beni creati; ostacola i progressi dell’anima nell’esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene purificatorie temporali.
Approfondiamo
Dal CCC
IV. La gravità del peccato: peccato mortale e veniale
1854 E’ opportuno valutare i peccati in base alla loro gravità. La distinzione tra peccato mortale e peccato veniale, già adombrata nella Scrittura, [Cf 1Gv 5,16-17 ] si è imposta nella Tradizione della Chiesa. L’esperienza degli uomini la convalida.
1855 Il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell’uomo a causa di una violazione grave della legge di Dio; distoglie l’uomo da Dio, che è il suo fine ultimo e la sua beatitudine, preferendo a lui un bene inferiore.
Il peccato veniale lascia sussistere la carità, quantunque la offenda e la ferisca.
1856 Il peccato mortale, in quanto colpisce in noi il principio vitale che è la carità, richiede una nuova iniziativa della misericordia di Dio e una conversione del cuore, che normalmente si realizza nel sacramento della Riconciliazione:
Quando la volontà si orienta verso una cosa di per sé contraria alla carità, dalla quale siamo ordinati al fine ultimo, il peccato, per il suo stesso oggetto, ha di che essere mortale… tanto se è contro l’amore di Dio, come la bestemmia, lo spergiuro ecc., quanto se è contro l’amore del prossimo, come l’omicidio, l’adulterio, ecc… Invece, quando la volontà del peccatore si volge a una cosa che ha in sé un disordine, ma tuttavia non va contro l’amore di Dio e del prossimo, è il caso di parole oziose, di riso inopportuno, ecc., tali peccati sono veniali [San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, I-II, 88, 2].
1857 Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: “E’ peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17].
1858 La materia grave è precisata dai Dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre” ( Mc 10,19 ). La gravità dei peccati è più o meno grande: un omicidio è più grave di un furto. Si deve tener conto anche della qualità delle persone lese: la violenza esercitata contro i genitori è di per sé più grave di quella fatta ad un estraneo.
1859 Perché il peccato sia mortale deve anche essere commesso con piena consapevolezza e totale consenso. Presuppone la conoscenza del carattere peccaminoso dell’atto, della sua opposizione alla Legge di Dio. Implica inoltre un consenso sufficientemente libero perché sia una scelta personale. L’ignoranza simulata e la durezza del cuore [Cf Mc 3,5-6; Lc 16,19-31 ] non diminuiscono il carattere volontario del peccato ma, anzi, lo accrescono.
1860 L’ ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l’imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo. Gli impulsi della sensibilità, le passioni possono ugualmente attenuare il carattere volontario e libero della colpa; come pure le pressioni esterne o le turbe patologiche. Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave.
1861 Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l’esclusione dal Regno di Cristo e la morte eterna dell’inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili. Tuttavia, anche se noi possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio.
1862 Si commette un peccato veniale quando, trattandosi di materia leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale, oppure quando si disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza e senza totale consenso.
1863 Il peccato veniale indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per dei beni creati; ostacola i progressi dell’anima nell’esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene temporali. Il peccato veniale deliberato e che sia rimasto senza pentimento, ci dispone poco a poco a commettere il peccato mortale. Tuttavia il peccato veniale non rompe l’Alleanza con Dio. E’ umanamente riparabile con la grazia di Dio. “Non priva della grazia santificante, dell’amicizia con Dio, della carità, né quindi della beatitudine eterna” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17].
L’uomo non può non avere almeno peccati lievi, fin quando resta nel corpo. Tuttavia non devi dar poco peso a questi peccati, che si definiscono lievi. Tu li tieni in poco conto quando li soppesi, ma che spavento quando li numeri! Molte cose leggere, messe insieme, ne formano una pesante: molte gocce riempiono un fiume e così molti granelli fanno un mucchio. Quale speranza resta allora? Si faccia anzitutto la confessione. . [Sant’Agostino, In epistulam Johannis ad Parthos tractatus, 1, 6].
1864 “Qualunque peccato o bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata” (Mt 12,31). La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Dominum et Vivificantem, 46]. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna.
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Dice s. Alfonso
Dice s. Alfonso “Per lo peccato mortale formale vi bisognano tre cose, l’avvertenza, il consenso, e la materia grave. E per I. in quanto all’avvertenza, acciocché il peccato sia mortale, bisogna ch’ella sia piena, com’insegnano comunemente i dd. con s. Tommaso, che dice: Potest quod est mortale esse veniale propter imperfectionem actus moralis, cum non sit deliberatus, sed subditus4. Avvertasi però, che per la colpa grave non è necessario, che tal avvertenza sia sempre attuale, ma basta che sia virtuale, com’è quando l’ignoranza della malizia dell’atto è in qualche modo volontaria o per negligenza, o per la passione, o per lo mal abito contratto, avvertito almeno in principio, oppure per la volontaria inconsiderazione nell’operare. Ma acciocché l’uomo pecchi mortalmente, sempre è necessario che avverta attualmente alla malizia dell’atto, o al pericolo di peccare, oppure all’obbligo di avvertire tal pericolo, o almeno che l’abbia avvertito in principio, quando pose la causa dell’atto malo che n’è seguito, come sta provato nell’Istruz.5.2. Per II., al peccato mortale si richiede il consenso perfetto della volontà, come dicono comunemente Contensone, Genetto, il card. Gotti, Tournely, Vigandt, Concina, ed altri con s. Tommaso, il quale 6 insegna, che l’atto pravo allora è mortale, quando è commesso cum deliberato consensu. Ma si avverta per 1., che tal consenso può darsi direttamente, o indirettamente in causa, cioè quando si mette una causa mala, e si avvertono (almeno in confuso) i mali che prossimamente possono avvenirne. Si avverta per 2., che se la persona non consente, né dissente alla tentazione, ordinariamente parlando, non pecca mortalmente; ma ciò non corre nelle tentazioni di dilettazioni carnali, perché a queste è tenuta di positivamente resistere; poiché tali dilettazioni, quando son veementi, e loro non si resiste, facilmente si tirano il consenso della volontà: ed il miglior modo di resistere in simili tentazioni è il ricorrere a Dio per aiuto7. 3. Per III., al peccato mortale si richiede la materia grave. 1858 La materia grave è precisata dai Dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre” ( Mc 10,19 ). Avete ascoltato proprio oggi nella prima lettura la parola di Dio che ci dona i comandamenti! La gravità dei peccati è più o meno grande: un omicidio è più grave di un furto. Si deve tener conto anche della qualità delle persone lese: la violenza esercitata contro i genitori è di per sé più grave di quella fatta ad un estraneo Ma in ciò debbono avvertirsi più cose. Si avverta per 1., che non si dà parvità di materia in quelle cose, dove la parvità non diminuisce la malizia del peccato, come avviene nel peccato d’infedeltà, d’impudicizia, di simonia, e di spergiuro. Si avverta per 2., che le materie parve unite insieme posson rendere la materia grave, quando elle moralmente si uniscono tra loro, come i piccioli furti, le picciole comestioni ne’ giorni di digiuno, e le picciole omissioni nel recitar l’officio. Si avverta per 3., che la colpa veniale può farsi mortale in cinque modi. I. Per ragione di fine aggiunto, v. g., se taluno intendesse con una parola oscena, ma leggiera, di tirare il prossimo a colpa grave. II. Per ragione di fine ultimo, cioè se uno commette un peccato veniale, ma con tal passione avvertita, che se fosse mortale anche lo farebbe. III. Per ragione di disprezzo formale, cioè quando l’uomo trasgredisce la legge, specialmente perch’è legge, o perché l’ha imposta il superiore; del resto le trasgressioni, benché replicate (contra quel che dicono alcuni) non costituiscono disprezzo, come dice s. Tommaso: Non peccat ex contemptu, etiamsi peccatum iteret1. IV. Per ragione di scandalo de’ pusilli. V. Per ragione di pericolo: s’intende di pericolo prossimo di cadere in colpa grave: e s’intende senza giusta causa, perché con giusta causa il pericolo si fa rimoto, come avviene nel chirurgo, che medica le donne per necessità. Sicché in questi cinque modi la colpa veniale si rende mortale. Ed all’incontro in tre modi la colpa mortale si fa veniale, cioè o 1) perché non v’è la piena avvertenza, come avviene a chi non è perfettamente svegliato dal sonno, o sta alquanto distratto, o patisce un’improvvisa turbazione, sicché non avverte bene quel che fa: o 2) perché non v’è il perfetto e deliberato consenso: o 3) perché la materia è in sé leggiera.
Venendo ai peccati mortali in modo più specifico , tenendo conto di quanto detto , possiamo affermare .
Vi sono alcuni peccati particolarmente gravi: tra questi vi sono quelli contro lo Spirito Santo.
Essi sono:
1. disperazione della salvezza eterna
2. presunzione di salvarsi senza merito
3. impugnare la verità conosciuta
4. invidia della grazia altrui
5. ostinazione nei peccati
6. impenitenza finale
Il punto è che questi peccati implicano una forte chiusura alla grazia di Dio, in questo sta l’appellativo di irremissibili; tuttavia ripeto: anche questi peccati possono essere rimessi se chi li compie se ne pente in modo adatto! Sono eccettuati solo quei peccati che, come l’impenitenza finale, implicano la mancanza di tempo ulteriore per convertirsi: chiaro è che se neppure nell’ultimo momento utile prima del giudizio particolare ci apriamo al Signore, ci danniamo eternamente!
Altra classe di peccati gravi sono quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio per la loro straordinaria malizia:
1. omicidio volontario
2. peccato carnale contro natura
3. oppressione dei poveri
4. defraudare della mercede gli operai
Più in generale si commette un peccato mortale quando si infrangono (alle condizioni precedentemente esposte nel Compendio) i Dieci Comandamenti:
“Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio fuori che Me.Non nominare il Nome di Dio invano.
“Ricordati di santificare le feste”.
“Onora il padre e la madre”.
“Non uccidere”.
“Non commettere atti impuri”.
“Non rubare”.
“Non dire falsa testimonianza”.
“Non desiderare la donna d’altri”.
“Non desiderare la roba d’altri”.
Si veda sul Catechismo della Chiesa Cattolica con precisione i vari tipi di azioni che costituiscono , se realizzate con piena avvertenza e deliberato consenso, peccato grave.
Se volessimo fare un elenco non esaustivo potremmo dire che sono peccati mortali i seguenti atti (compiuti con piena avvertenza e deliberato consenso):
idolatria
bestemmia
magia, stregoneria
ateismo
spergiuro
fornicazione
adulterio
omicidio
diffamazione
atti omosessuali
odio
mancanza di perdono
fornicazione
incesto
contraccezione
prostituzione
masturbazione
atti omosessuali
suicidio
omicidio
aborto
bugia dannosa
diffamazione
calunnia
genocidio
eutanasia
riduzione in schiavitù
È peccato grave non andare alla s. Messa la domenica a meno che non ci sia una causa grave (malattia propria o di un congiunto che non può essere lasciato) e non confessarsi almeno 1 volta all’anno.
Possiamo darvi uno schema per un buon esame di coscienza che include anche diversi generi di queste azioni gravemente peccaminose
Confessione Domande
Anzitutto sai che per la confessione occorre fare l’esame di coscienza e detestare i peccati, specie quelli gravi, commessi, con una detestazione, cioè con un odio sommo, cioè detestarli al di sopra di ogni male, perché con essi meritiamo l’inferno e soprattutto perché con essi offendiamo Dio? Sai che la detestazione del peccato commesso deve essere unita al proposito di non commettere più tali peccati, proposito che deve riguardare tutti i peccati mortali, deve essere fermo ed efficace? Sai che devi confessare al sacerdote tutti i peccati gravi commessi dall’ultima confessione ben fatta?
Da quanto non ti confessi? Hai tralasciato nelle confessioni passate qualche peccato grave per vergogna o comunque lo hai taciuto pur sapendo di averlo fatto?
Credi, speri e, quindi, ami Dio al di sopra di tutto? Hai desiderato con tutto il cuore di fare la volontà di Dio che è la nostra santificazione? Ti sei impegnato a farla? Sai che normalmente tutti hanno l’obbligo di toglier l’occasione prossima di peccato? Fai tutto al fine di crescere nell’amore di Gesù e giungere al Paradiso? Conosci i 10 comandamenti? E il credo? Misteri da conoscere per necessità di mezzo: Trinità, Incarnazione, Dio rimuneratore: Inferno e Paradiso. Verità da conoscere: 10 comandamenti, credo, sacramenti Le conosci queste verità?
1) Hai vissuto nella fede, nella speranza e nella carità? O hai dubitato volontariamente di quanto insegna la Chiesa, sei stato incredulo all’insegnamento della Chiesa? Sei stato ateo, hai aperto il cuore alla disperazione, all’odio verso Dio o verso i fratelli? Hai creduto nella Divina Provvidenza, hai criticato il suo operato, ti sei lamentato nelle difficoltà della vita? Hai pregato? Leggi la parola di Dio? Preghi? Sai che cosa significa che dobbiamo pregare sempre? Vivi nella preghiera continua? Hai ostacolato altri nel cammino verso il Signore con il tuo comportamento, con le tue parole etc. se hai dato scandalo hai l’obbligo di riparare lo scandalo dato. Hai perdonato di cuore ai tuoi nemici, hai continuato a salutarli, hai continuato a dimostrare loro i segni comuni che si danno agli altri parenti e amici? Hai commesso peccati di divinazione o superstizione: consultando l’oroscopo, andando da maghi, facendo lo spiritismo, andando da persone che leggono le carte o la mano? Accetti dottrine condannate dalla Chiesa (ad es. il comunismo, il nazismo, dottrine dei Testimoni di Geova etc.)
Innanzitutto vediamo cosa è il peccato
II. La definizione di peccato
1849 Il peccato è una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine all’amore vero, verso Dio e verso il prossimo, a causa di un perverso attaccamento a certi beni. Esso ferisce la natura dell’uomo e attenta alla solidarietà umana. E’ stato definito “una parola, un atto o un desiderio contrari alla legge eterna” [Sant’Agostino, Contra Faustum manichaeum, 22: PL 42, 418; San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, I-II, 71, 6].
1850 Il peccato è un’offesa a Dio: “Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto” ( Sal 51,6 ). Il peccato si erge contro l’amore di Dio per noi e allontana da esso i nostri cuori. Come il primo peccato, è una disobbedienza, una ribellione contro Dio, a causa della volontà di diventare “come Dio” ( Gen 3,5 ), conoscendo e determinando il bene e il male. Il peccato pertanto è “amore di sé fino al disprezzo di Dio” [Sant’Agostino, De civitate Dei, 14, 28]. Per tale orgogliosa esaltazione di sé, il peccato è diametralmente opposto all’obbedienza di Gesù, che realizza la salvezza [Cf Fil 2,6-9 ].
1851 E’ proprio nella Passione, in cui la misericordia di Cristo lo vincerà, che il peccato manifesta in sommo grado la sua violenza e la sua molteplicità: incredulità, odio omicida, rifiuto e scherno da parte dei capi e del popolo, vigliaccheria di Pilato e crudeltà dei soldati, tradimento di Giuda tanto pesante per Gesù, rinnegamento di Pietro, abbandono dei discepoli. Tuttavia, proprio nell’ora delle tenebre e del Principe di questo mondo, [Cf Gv 14,30 ] il sacrificio di Cristo diventa segretamente la sorgente dalla quale sgorgherà inesauribilmente il perdono dei nostri peccati.
Poi una breve distinzione tratta dal Compendio circa il peccato mortale ed il peccato veniale.
395. Quando si commette il peccato mortale?
1855-1861; 1874
Si commette il peccato mortale quando ci sono nel contempo materia grave, piena consapevolezza e deliberato consenso. Questo peccato distrugge in noi la carità, ci priva della grazia santificante, ci conduce alla morte eterna dell’inferno se non ci si pente. Viene perdonato in via ordinaria mediante i Sacramenti del Battesimo e della Penitenza o Riconciliazione.
396. Quando si commette il peccato veniale?
1862-1864; 1875
Il peccato veniale, che si differenzia essenzialmente dal peccato mortale, si commette quando si ha materia leggera, oppure anche grave, ma senza piena consapevolezza o totale consenso. Esso non rompe l’alleanza con Dio, ma indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per i beni creati; ostacola i progressi dell’anima nell’esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene purificatorie temporali.
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Dal CCC
IV. La gravità del peccato: peccato mortale e veniale
1854 E’ opportuno valutare i peccati in base alla loro gravità. La distinzione tra peccato mortale e peccato veniale, già adombrata nella Scrittura, [Cf 1Gv 5,16-17 ] si è imposta nella Tradizione della Chiesa. L’esperienza degli uomini la convalida.
1855 Il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell’uomo a causa di una violazione grave della legge di Dio; distoglie l’uomo da Dio, che è il suo fine ultimo e la sua beatitudine, preferendo a lui un bene inferiore.
Il peccato veniale lascia sussistere la carità, quantunque la offenda e la ferisca.
1856 Il peccato mortale, in quanto colpisce in noi il principio vitale che è la carità, richiede una nuova iniziativa della misericordia di Dio e una conversione del cuore, che normalmente si realizza nel sacramento della Riconciliazione:
Quando la volontà si orienta verso una cosa di per sé contraria alla carità, dalla quale siamo ordinati al fine ultimo, il peccato, per il suo stesso oggetto, ha di che essere mortale… tanto se è contro l’amore di Dio, come la bestemmia, lo spergiuro ecc., quanto se è contro l’amore del prossimo, come l’omicidio, l’adulterio, ecc… Invece, quando la volontà del peccatore si volge a una cosa che ha in sé un disordine, ma tuttavia non va contro l’amore di Dio e del prossimo, è il caso di parole oziose, di riso inopportuno, ecc., tali peccati sono veniali [San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, I-II, 88, 2].
1857 Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: “E’ peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17].
1858 La materia grave è precisata dai Dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre” ( Mc 10,19 ). La gravità dei peccati è più o meno grande: un omicidio è più grave di un furto. Si deve tener conto anche della qualità delle persone lese: la violenza esercitata contro i genitori è di per sé più grave di quella fatta ad un estraneo.
1859 Perché il peccato sia mortale deve anche essere commesso con piena consapevolezza e totale consenso. Presuppone la conoscenza del carattere peccaminoso dell’atto, della sua opposizione alla Legge di Dio. Implica inoltre un consenso sufficientemente libero perché sia una scelta personale. L’ignoranza simulata e la durezza del cuore [Cf Mc 3,5-6; Lc 16,19-31 ] non diminuiscono il carattere volontario del peccato ma, anzi, lo accrescono.
1860 L’ ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l’imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo. Gli impulsi della sensibilità, le passioni possono ugualmente attenuare il carattere volontario e libero della colpa; come pure le pressioni esterne o le turbe patologiche. Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave.
1861 Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l’esclusione dal Regno di Cristo e la morte eterna dell’inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili. Tuttavia, anche se noi possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio.
1862 Si commette un peccato veniale quando, trattandosi di materia leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale, oppure quando si disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza e senza totale consenso.
1863 Il peccato veniale indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per dei beni creati; ostacola i progressi dell’anima nell’esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene temporali. Il peccato veniale deliberato e che sia rimasto senza pentimento, ci dispone poco a poco a commettere il peccato mortale. Tuttavia il peccato veniale non rompe l’Alleanza con Dio. E’ umanamente riparabile con la grazia di Dio. “Non priva della grazia santificante, dell’amicizia con Dio, della carità, né quindi della beatitudine eterna” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17].
L’uomo non può non avere almeno peccati lievi, fin quando resta nel corpo. Tuttavia non devi dar poco peso a questi peccati, che si definiscono lievi. Tu li tieni in poco conto quando li soppesi, ma che spavento quando li numeri! Molte cose leggere, messe insieme, ne formano una pesante: molte gocce riempiono un fiume e così molti granelli fanno un mucchio. Quale speranza resta allora? Si faccia anzitutto la confessione. . [Sant’Agostino, In epistulam Johannis ad Parthos tractatus, 1, 6].
1864 “Qualunque peccato o bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata” (Mt 12,31). La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Dominum et Vivificantem, 46]. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna.
Approfondiamo ulteriormente
Dice s. Alfonso
Dice s. Alfonso “Per lo peccato mortale formale vi bisognano tre cose, l’avvertenza, il consenso, e la materia grave. E per I. in quanto all’avvertenza, acciocché il peccato sia mortale, bisogna ch’ella sia piena, com’insegnano comunemente i dd. con s. Tommaso, che dice: Potest quod est mortale esse veniale propter imperfectionem actus moralis, cum non sit deliberatus, sed subditus4. Avvertasi però, che per la colpa grave non è necessario, che tal avvertenza sia sempre attuale, ma basta che sia virtuale, com’è quando l’ignoranza della malizia dell’atto è in qualche modo volontaria o per negligenza, o per la passione, o per lo mal abito contratto, avvertito almeno in principio, oppure per la volontaria inconsiderazione nell’operare. Ma acciocché l’uomo pecchi mortalmente, sempre è necessario che avverta attualmente alla malizia dell’atto, o al pericolo di peccare, oppure all’obbligo di avvertire tal pericolo, o almeno che l’abbia avvertito in principio, quando pose la causa dell’atto malo che n’è seguito, come sta provato nell’Istruz.5.2. Per II., al peccato mortale si richiede il consenso perfetto della volontà, come dicono comunemente Contensone, Genetto, il card. Gotti, Tournely, Vigandt, Concina, ed altri con s. Tommaso, il quale 6 insegna, che l’atto pravo allora è mortale, quando è commesso cum deliberato consensu. Ma si avverta per 1., che tal consenso può darsi direttamente, o indirettamente in causa, cioè quando si mette una causa mala, e si avvertono (almeno in confuso) i mali che prossimamente possono avvenirne. Si avverta per 2., che se la persona non consente, né dissente alla tentazione, ordinariamente parlando, non pecca mortalmente; ma ciò non corre nelle tentazioni di dilettazioni carnali, perché a queste è tenuta di positivamente resistere; poiché tali dilettazioni, quando son veementi, e loro non si resiste, facilmente si tirano il consenso della volontà: ed il miglior modo di resistere in simili tentazioni è il ricorrere a Dio per aiuto7. 3. Per III., al peccato mortale si richiede la materia grave. 1858 La materia grave è precisata dai Dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre” ( Mc 10,19 ). Avete ascoltato proprio oggi nella prima lettura la parola di Dio che ci dona i comandamenti! La gravità dei peccati è più o meno grande: un omicidio è più grave di un furto. Si deve tener conto anche della qualità delle persone lese: la violenza esercitata contro i genitori è di per sé più grave di quella fatta ad un estraneo Ma in ciò debbono avvertirsi più cose. Si avverta per 1., che non si dà parvità di materia in quelle cose, dove la parvità non diminuisce la malizia del peccato, come avviene nel peccato d’infedeltà, d’impudicizia, di simonia, e di spergiuro. Si avverta per 2., che le materie parve unite insieme posson rendere la materia grave, quando elle moralmente si uniscono tra loro, come i piccioli furti, le picciole comestioni ne’ giorni di digiuno, e le picciole omissioni nel recitar l’officio. Si avverta per 3., che la colpa veniale può farsi mortale in cinque modi. I. Per ragione di fine aggiunto, v. g., se taluno intendesse con una parola oscena, ma leggiera, di tirare il prossimo a colpa grave. II. Per ragione di fine ultimo, cioè se uno commette un peccato veniale, ma con tal passione avvertita, che se fosse mortale anche lo farebbe. III. Per ragione di disprezzo formale, cioè quando l’uomo trasgredisce la legge, specialmente perch’è legge, o perché l’ha imposta il superiore; del resto le trasgressioni, benché replicate (contra quel che dicono alcuni) non costituiscono disprezzo, come dice s. Tommaso: Non peccat ex contemptu, etiamsi peccatum iteret1. IV. Per ragione di scandalo de’ pusilli. V. Per ragione di pericolo: s’intende di pericolo prossimo di cadere in colpa grave: e s’intende senza giusta causa, perché con giusta causa il pericolo si fa rimoto, come avviene nel chirurgo, che medica le donne per necessità. Sicché in questi cinque modi la colpa veniale si rende mortale. Ed all’incontro in tre modi la colpa mortale si fa veniale, cioè o 1) perché non v’è la piena avvertenza, come avviene a chi non è perfettamente svegliato dal sonno, o sta alquanto distratto, o patisce un’improvvisa turbazione, sicché non avverte bene quel che fa: o 2) perché non v’è il perfetto e deliberato consenso: o 3) perché la materia è in sé leggiera.
Venendo ai peccati mortali in modo più specifico , tenendo conto di quanto detto , possiamo affermare .
Vi sono alcuni peccati particolarmente gravi: tra questi vi sono quelli contro lo Spirito Santo.
Essi sono:
1. disperazione della salvezza eterna
2. presunzione di salvarsi senza merito
3. impugnare la verità conosciuta
4. invidia della grazia altrui
5. ostinazione nei peccati
6. impenitenza finale
Il punto è che questi peccati implicano una forte chiusura alla grazia di Dio, in questo sta l’appellativo di irremissibili; tuttavia ripeto: anche questi peccati possono essere rimessi se chi li compie se ne pente in modo adatto! Sono eccettuati solo quei peccati che, come l’impenitenza finale, implicano la mancanza di tempo ulteriore per convertirsi: chiaro è che se neppure nell’ultimo momento utile prima del giudizio particolare ci apriamo al Signore, ci danniamo eternamente!
Altra classe di peccati gravi sono quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio per la loro straordinaria malizia:
1. omicidio volontario
2. peccato carnale contro natura
3. oppressione dei poveri
4. defraudare della mercede gli operai
Più in generale si commette un peccato mortale quando si infrangono (alle condizioni precedentemente esposte nel Compendio) i Dieci Comandamenti:
“Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio fuori che Me.Non nominare il Nome di Dio invano.
“Ricordati di santificare le feste”.
“Onora il padre e la madre”.
“Non uccidere”.
“Non commettere atti impuri”.
“Non rubare”.
“Non dire falsa testimonianza”.
“Non desiderare la donna d’altri”.
“Non desiderare la roba d’altri”.
Si veda sul Catechismo della Chiesa Cattolica con precisione i vari tipi di azioni che costituiscono , se realizzate con piena avvertenza e deliberato consenso, peccato grave.
Se volessimo fare un elenco non esaustivo potremmo dire che sono peccati mortali i seguenti atti (compiuti con piena avvertenza e deliberato consenso):
idolatria
bestemmia
magia, stregoneria
ateismo
spergiuro
fornicazione
adulterio
omicidio
diffamazione
atti omosessuali
odio
mancanza di perdono
fornicazione
incesto
contraccezione
prostituzione
masturbazione
atti omosessuali
suicidio
omicidio
aborto
bugia dannosa
diffamazione
calunnia
genocidio
eutanasia
riduzione in schiavitù
È peccato grave non andare alla s. Messa la domenica a meno che non ci sia una causa grave (malattia propria o di un congiunto che non può essere lasciato) e non confessarsi almeno 1 volta all’anno.
Possiamo darvi uno schema per un buon esame di coscienza che include anche diversi generi di queste azioni gravemente peccaminose
Confessione Domande
Anzitutto sai che per la confessione occorre fare l’esame di coscienza e detestare i peccati, specie quelli gravi, commessi, con una detestazione, cioè con un odio sommo, cioè detestarli al di sopra di ogni male, perché con essi meritiamo l’inferno e soprattutto perché con essi offendiamo Dio? Sai che la detestazione del peccato commesso deve essere unita al proposito di non commettere più tali peccati, proposito che deve riguardare tutti i peccati mortali, deve essere fermo ed efficace? Sai che devi confessare al sacerdote tutti i peccati gravi commessi dall’ultima confessione ben fatta?
Da quanto non ti confessi? Hai tralasciato nelle confessioni passate qualche peccato grave per vergogna o comunque lo hai taciuto pur sapendo di averlo fatto?
Credi, speri e, quindi, ami Dio al di sopra di tutto? Hai desiderato con tutto il cuore di fare la volontà di Dio che è la nostra santificazione? Ti sei impegnato a farla? Sai che normalmente tutti hanno l’obbligo di toglier l’occasione prossima di peccato? Fai tutto al fine di crescere nell’amore di Gesù e giungere al Paradiso? Conosci i 10 comandamenti? E il credo? Misteri da conoscere per necessità di mezzo: Trinità, Incarnazione, Dio rimuneratore: Inferno e Paradiso. Verità da conoscere: 10 comandamenti, credo, sacramenti Le conosci queste verità?
1) Hai vissuto nella fede, nella speranza e nella carità? O hai dubitato volontariamente di quanto insegna la Chiesa, sei stato incredulo all’insegnamento della Chiesa? Sei stato ateo, hai aperto il cuore alla disperazione, all’odio verso Dio o verso i fratelli? Hai creduto nella Divina Provvidenza, hai criticato il suo operato, ti sei lamentato nelle difficoltà della vita? Hai pregato? Leggi la parola di Dio? Preghi? Sai che cosa significa che dobbiamo pregare sempre? Vivi nella preghiera continua? Hai ostacolato altri nel cammino verso il Signore con il tuo comportamento, con le tue parole etc. se hai dato scandalo hai l’obbligo di riparare lo scandalo dato. Hai perdonato di cuore ai tuoi nemici, hai continuato a salutarli, hai continuato a dimostrare loro i segni comuni che si danno agli altri parenti e amici? Hai commesso peccati di divinazione o superstizione: consultando l’oroscopo, andando da maghi, facendo lo spiritismo, andando da persone che leggono le carte o la mano? Accetti dottrine condannate dalla Chiesa (ad es. il comunismo, il nazismo, dottrine dei Testimoni di Geova etc.)
2) Hai detto bestemmie contro Dio , la Madonna, gli angeli, i santi? Hai pronunciato con poco rispetto il loro nome? Hai fatto giuramenti? Hai giurato il falso?
3) Sei stato alla santa Messa domenicale? Hai svolto lavoro in giorno festivo?
4) Hai prestato obbedienza ai superiori, ai genitori, a tuo marito in ciò che è giusto? Li hai onorati, rispettati, o hai detto loro parole ingiuriose? Hai orientato al Signore coloro che ti sono sottoposti, in particolare i tuoi figli, li hai corretti nei loro peccati? Hai evitato che i tuoi portassero in casa persone con cui peccare? Obbedisci al Papa ai vescovi, ai sacerdoti? Obbedisci agli insegnamenti del Magistero?
5) Hai fatto del male con la parola: accusando falsamente, calunniando o diffamando? Hai voluto il male per qualcuno? Hai odiato? Hai desiderato ferire o hai ferito qualcuno volontariamente? Hai desiderato di uccidere qualcuno? Lo hai ucciso? Hai desiderato o compiuto atti di suicidio? Hai fatto o consigliato l’aborto? Fumi ? Bevi in modo eccessivo bevande inebrianti? Fai uso di droghe? Fai peccati di gola? Ti lasci prendere dall’ira ingiusta? Sei paziente con le persone moleste?
6) Hai accolto o provocato volontariamente desideri, sguardi impuri ? Hai avuto peccati impuri di azione? Da solo o con altri? Con persone di altro sesso o dello stesso sesso? Convivi con qualche persona, al modo di marito e moglie ? Conosci cosa impone ai coniugi cristiani il sesto comandamento? Vivi il tuo matrimonio in modo che ogni atto di unione coniugale è aperto alla procreazione? Hai commesso adulterio? Hai profanato il matrimonio con la contraccezione per non avere figli?
7) Hai rubato? Hai frodato qualcuno? Hai pagato quello che dovevi? Nel tuo lavoro sei onesto? Hai rubato nel vendere, comprare, hai pagato i debiti? Chi ha rubato ha l’obbligo di restituire tali cose prese, altrimenti il peccato non è rimesso. Vige l’obbligo di fare l’elemosina quando si deve: cioè a persone veramente bisognose.
8) Hai parlato di qualcuno per fargli del male? Hai rivelato cose vere di qualcuno per fargli del male (p. es. hai detto che ha una malattia che altri non sapevano)? Hai parlato contro qualcuno per fargli del male? Hai detto menzogne, bugie? Hai testimoniato il falso? Hai parlato male della Chiesa, del Papa, dei sacerdoti? Chi ha parlato di qualcuno o contro qualcuno per fargli del male ha l’obbligo di restituire la fama, o l’onore tolti a quella persona soprattutto se quella persona è un sacerdote, un vescovo, il Papa.
9) Hai desideri impuri? Hai letto o prestato giornali, libri, riviste indecenti? Hai visto spettacoli o video immorali? Hai preso parte a balli licenziosi? Desideri la donna altrui? Eviti di guardare spettacoli indecenti in televisione? Ti vesti in modo da non dare scandalo e da non suscitare nella gente pensieri impuri?
10) Sai che non si deve desiderare quello che non si può possedere? Hai desiderato la roba altrui? Cioè hai desiderato non di comperarla ma di averla? È peccato anche il desiderarla con danno dell’altra parte anche se secondo la legge. Hai desiderato con tutto il cuore di fare la volontà di Dio che è la nostra santificazione?
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