martedì 27 marzo 2018

Ettore Gotti Tedeschi pone alcune domande e considerazioni a Enzo Pennetta





Trascrizione del relativo video  postato sul sito di Libertà e Persona. Da questo dialogo intervista, coloro che lo leggeranno senza pregiudizi ideologici, potranno scoprire il perché del declino dell’uomo “moderno”, e quindi anche quello che potrebbe colpire gran parte di una società. Una società che diventa liquida, relativista e in tanti casi cinica, a causa di una “predicazione” contraria alla verità sull’uomo, è destinata a generare nuovi totalitarismi e nuovi fallimenti. Quanti regimi e totalitarismi del passato – pretendendo di costruire l’uomo nuovo e la nuova società finalmente liberata dai precetti e dalle leggi divine -, hanno finito col costruire nuove sanguinose schiavitù. Pennetta, nei suoi libri, prefigura un tragico declino di un uomo schiavizzato all’interno di quello che potrebbe essere il futuro e più subdolo totalitarismo mondiale. Lasciamo allora la parola ai due protagonisti della videoconferenza.



Gotti Tedeschi. – Inizio dicendo che sono 35 anni che non c’è più educazione. La famiglia non educa più i figli. La scuola non educa più i figli, la Chiesa non educa più i bambini. Quindi do per certo che siamo ignoranti. Va bene?

Se qui ci fosse una persona, diciamo, dell’ambiente, dell’entourage di Bergoglio, diciamo, per esempio, Galantino, il Segretario della CEI, o Spadaro, direbbero che i libri di Pennetta vanno censurati, perché costruiscono muri anziché fare ponti, e non permettono il dialogo. Ma, il dialogo con chi? Con la gnosi.

I libri di Pennetta spiegano che cosa vuol dire dialogare con la gnosi. Pennetta si preoccupa di cosa succederà all’umanità, all’uomo. Bene, se la Genesi – a cui siamo abituati, ci parla della creazione, che è fatta di 4 punti fondamentali: Dio creò l’uomo e la donna, disse loro di andare e moltiplicarsi, di assoggettare la terra e ogni essere vivente -, l’etica cosiddetta laica, di ispirazione più o meno scientifica, razionale e scientifica-positivista, dice esattamente il contrario. Dice che non è vero che Dio ha creato uomo e donna. Decidere se dev’essere uomo o donna è un problema di scelta culturale.

Dice: “non moltiplicatevi più. L’uomo non deve più crescere come numero. Anzi, non sposatevi neanche. Non fate figli, perché l’uomo è il cancro del pianeta. È il cancro della natura. È lui che la distrugge! La natura diventa più sacra dell’uomo. L’animale, poi, addirittura sta sacralizzandosi ancor di più.

Bene, Pennetta è preoccupato per l’umanità e per l’uomo, e lo è per questa ragione. Perché l’etica laica e pseudo scientifica sta sostituendo l’etica cattolica, l’etica della religione cattolica. Perché. Perché c’è una nuova creazione: quella della gnosi, che ha sempre sognato di ricostruire l’umano.

Bene, a questo punto viene naturale dire: e la Chiesa allora, cosa sta facendo? Perché la Chiesa è quella che deve presidiare questo controllo con grande attenzione! Deve educare. Bene, la Chiesa è disintermediata, e l’uomo è solo. L’uomo è solo. Ma di che cosa si è avvalso l’uomo? Qual è il processo con cui siamo arrivati a questo? Nei suoi due libri – che vi suggerisco -, ma leggete anche il secondo sul darvinismo, che è fondamentale, è a completamento del primo. Non può non essere letto. Si capisce molto meglio il primo. Allora, con che cosa si è arrivati a questo? Pennetta enumera alcuni profeti dell’Antico Testamento. Noi, nella religione giudaico-cattolica, abbiamo i nostri profeti e i nostri santi, ma anche i laici, o meglio, i laicisti gnostici hanno i loro profeti e i loro santi.

E lui parte da Malthus, Darwin, i due fratelli Huxley, ma io mi riferisco a Aldous. Che cosa spiega questo processo? Com’è avvenuto? È avvenuto grazie a questi maestri di pensiero. In realtà è avvenuto attraverso la storia delle eresie, e bisogna dire che da duemila anni noi viviamo di eresie. Eresia vuol dire negare la verità. Ci siamo abituati. Ci sono state delle eresie più forti, più imponenti, più drammatiche per i grandi cambiamenti dell’umanità. Pensate al luteranesimo. Quindi, prima di tutto i più grandi profeti, e poi un’altra cosa, perché non basta avere idee, bisogna divulgarle, bisogna imporle, le idee. E Pennetta dice: “Ci son stati i profeti, che hanno prodotto questa nuova idea, che è alla base della grande trasformazione della Genesi, che sono le verità”.

Vi spiego perché la Genesi è importante. Perché, se una religione ha un Dio Creatore – voi sapete che ci sono due tipi di religione: quelle con un Dio Creatore, e quelle senza un Dio Creatore, che sono delle filosofie, però sono religioni alle quali diamo teoricamente anche l’8 per mille. Le religioni con un Dio noi le chiamiamo le tre religioni monoteiste -, (se una religione ha un Dio Creatore, gli appartenenti a ognuna delle tre religioni farà riferimento all’idea di Dio che ognuna di esse esprime. Ndt).

Perché la religione che ha un Dio Creatore – prosegue Gotti Tedeschi -, presuppone che il Creatore abbia dato senso alla creazione, e quindi abbia stabilito delle leggi per comprendere tale senso. Dando per certo che Dio è una persona seria, ha dato un senso serio alla Sua creazione. Conseguentemente la creatura non può non avere delle leggi di riferimento, non può non avere un senso della sua vita. E questo è fondamentale! Perché la civiltà si fonda su questo concetto: “il senso che devo dare alla creazione, e quindi il senso e il motivo per cui si vive, così come le azioni che io devo fare verso altre forme cosiddette religiose o laiciste, o religioni laiche, che ignorano completamente il senso della vita”.

Bene, ho detto che le idee si sono formate e hanno creato il manuale di base con cui si è rivoluzionata la Genesi, ma poi sono stati usati anche degli strumenti, altrimenti non si potrebbero imporre i grandi cambiamenti culturali, i grandi cambiamenti dei principi religiosi, i grandi cambiamenti politici, eccetera. Chi ha messo in atto tutti questi cambiamenti? O meglio, chi ha reso possibile l’attuazione di queste idee?

Pennetta li descrive. Sono i grandi organismi internazionali, che vengono creati soprattutto, e avviati, negli anni Settanta. L’ONU, l’UNESCO, la FAO, l’UNICEF, eccetera. Che cos’è l’ONU? È l’organizzazione mondiale che dovrebbe uniformare il genere umano, dovrebbe renderci tutti felici, in pace, e tutti ricchi. L’UNESCO è la Santa Sede, il Vaticano della cultura. È quello che dice che cos’è giusto o sbagliato nella cultura, nelle scienze, nelle religioni, nel comportamento. La FAO è quella che stabilisce cosa devono fare i paesi poveri per diventare ricchi. L’UNICEF stabilisce a che mese si può abortire o non più abortire.

Allora, queste grandi strutture sono gli strumenti con cui le grandi idee dei profeti di cui vi ho parlato, sono state applicate. Ecco perché vi dicevo che se ci fosse qui un uditore, un osservatore di un certo tipo di cultura, direbbe che questo libro crea muri anziché ponti, perché non facilita il dialogo. Il dialogo, con chi? Con la gnosi. La gnosi è la prima disobbedienza che troviamo nella Genesi. Quella che fa sì che i nostri progenitori disobbediscano. La gnosi è la disobbedienza. È la proposta della conoscenza verso l’obbedienza al Creatore.

Cosa dice il “serpentello”? dice: “Venite da me, e io vi do la conoscenza! Lui (Dio), ve l’ha voluta togliere! Che cos’è quindi la conoscenza? È RIFARE LA CREAZIONE. È RIFARE L’UOMO. Ecco l’ultimo uomo, che è rimasto solo, perché in questo momento non ci si sente molto difesi nella difesa dell’umanità dell’uomo. Questa non è una lezione, è una provocazione che deve portarvi a leggere questi libri, a studiarli, a capirli e a riflettere, perché in questi libri ci sono delle verità straordinarie! Non lo dico perché c’è qui l’autore. Quando lessi il primo libro volli conoscerlo perché ero rimasto a bocca aperta. Insomma, i due libri di Pennetta dovrebbero provocare un dibattito a livello internazionale per chiedersi: “Ma è vero o non è vero quello che c’è scritto? È vero o non è vero quello che scrive? Che stiamo disumanizzandoci?”

Per questo dicevo che il prossimo libro tratterà dell’intelligenza artificiale, che sostituisce l’umanità dell’uomo. Non c’è dubbio: non può essere altro che quello! Altrimenti vuol dire che ha avuto un ripensamento. A questo punto vorrei chiedere a Pennetta. Tu fai tre provocazioni richiamando tre scrittori, tre pensatori: Fukuyama, un filosofo molto noto, che parla in un famosissimo libro della fine della storia. Che cos’è la fine della storia? È la fine della lotta. Noi oggi stiamo dimostrando che la storia non è finita per niente, visto che siamo qui e vogliamo lottare.

George Orwell ha scritto un bellissimo libro che ha per titolo “1984”. Su quel romanzo hanno fatto il famoso film “Il grande fratello”. Il grande fratello nasce sull’idea di George Orwell. Lo scrittore in questo libro spiega come è controllato il pensiero e il comportamento dell’uomo.

Terza provocazione: Aldous Huxley – Non Julian Huxley, che è il genetista -, Aldous è lo scrittore che scrive “Il mondo nuovo” (Brave new world). Questo libro spiega che chi dissente dagli ordini che vengono dati su come ci si deve comportare, viene relegato, isolato in un’isola e viene punito. Le tre provocazioni fanno nascere in me la prima serie di domande. Potresti illustrarceli?

Pennetta. – La teoria di Darwin, come spesso spiego ai miei studenti, è una teoria scientifica dell’Ottocento, che però è stata strumentalizzata per far passare altro, altrimenti adesso non servirebbe parlarne, tant’è vero che se esiste un darwinismo, non è mai esistito un galileismo. Quindi è chiaro che questo ismo ci fa capire subito che c’è stata una strumentalizzazione ideologica. È una teoria che in sé non può affermare nulla su quale scopo abbia l’essere umano. Non può affermare – come gli è stato fatto affermare -, che esista il progetto di un Creatore, né che non esista. Perché se si studiassero bene le basi filosofiche della scienza, cioè l’epistemologia, sapremmo che la scienza non può fare affermazioni sui fini delle cose.

Non si può proprio occupare per dirci se una cosa abbia uno scopo o abbia avuto un’intenzionalità d’origine. Una forma di fisica non lo prevede. Né la polizia scientifica può stabilire perché qualcuno abbia fatto qualcosa, o semplicemente come quel qualcosa sia avvenuto. Quindi noi per prima cosa siamo qui a difendere la scienza. Un’altra cosa strumentalizzata, come vedremo, è l’economia. Perché anche l’economia, da scienza che studia la corretta amministrazione dei beni, è stata trasformata in crematistica, che è la scienza che studia l’arricchimento di alcuni. Per cui si fa passare come regole valide per tutti delle regole che hanno come unico scopo quello di portare all’arricchimento di una percentuale piccolissima di popolazione, a detrimento dell’altra.

Dove sta il trucco geniale della teoria darwiniana? Il trucco geniale consiste nel fatto che la teoria darwiniana incorpora in sé una teoria economica. Cioè, per ammissione di Darwin e del coautore più o meno dimenticato, della sua teoria Alfred Russel Wallas (che ormai nelle scuole non viene studiato), entrambi ammettono che la teoria è ispirata alla teoria economica di Thomas Robert Malthus, che è uno dei profeti ricordati poco fa dal professor Gotti Tedeschi, che è il primo profeta di questa storia.

Che cosa succede quindi? Succede che Malthus fa una teoria economica che fondamentalmente dice questo: “La povertà è colpa dei poveri. L’unico modo per risolvere il problema della povertà è eliminare i poveri”. Quindi non dare assistenza sanitaria, non dare assistenza di nessun tipo, e lasciare che le cose facciano il loro corso. Quindi, questo lasciar correre le cose senza aiutare i non adatti, diventa legge di natura. Chi può opporsi a una legge di natura? Chiaro che se io la presento come teoria economica, posso dire che l’ha pensata una persona, e come tutte le cose pensate da qualcuno, sono opinabili e quindi nel tempo si dimostrano sbagliate. Ma se quel pensiero economico diventa legge di natura, a quel punto diventa immutabile. E volerlo negare diventa andare contro natura.

Ecco perché poi diventa inattaccabile! È quello che oggi porta ad avere l’idea che il tecnico è quello che capisce di più del politico, perché si appoggia su una presupposta scienza, che in definitiva scienza non è, specialmente poi in altri sviluppi.

Rifacendomi alle domande, parliamo di Francis Fukuyama. Fukuyama è il politologo che, dopo la caduta del muro di Berlino, scrisse il libro “La fine della storia”. In poche parole, tenendo molto in conto la selezione naturale darwiniana, nel Novecento si sono confrontati dei grandi sistemi socio-economici che sono il comunismo, il fascismo, il nazismo e il capitalismo. Che cos’è successo alla scomparsa del nazismo e del fascismo? Restava il comunismo. Finito il comunismo, la selezione naturale ha premiato quell’unico modello che è rimasto vincente. Questa è l’idea di Fukuyama. (Bisogna però dire, a onor del vero, che il comunismo, anche nelle sue varie trasformazioni, non è scomparso. Ndt).

Qual è allora questo modello vincente? È il modello di una dittatura dolce. Questo termine ci viene dal secondo personaggio, Aldous Huxley, che con il suo libro “Il mondo nuovo”, del 1932 – quindi più che profetico, anche se alla fine non lo è, perché alla fine si tratta di un programma che lui aveva sentito enunciare in certi ambienti in cui si parlava delle prospettive che si sarebbero dovute seguire. Da queste osservazioni deriva il suo romanzo e il racconto che in esso si svolge.

Il mondo nuovo ci dice che la prossima dittatura non sarà una dittatura coercitiva, ma una dittatura dolce, all’interno della quale le persone saranno contente di fare quello che è loro richiesto. Diventa poi difficilissimo ribellarsi quando si è contenti di fare quello che si vuole che si faccia.

Bene, a questo punto vorrei ricordare la locandina del film di Pasolini “Le 120 giornate di Sodoma. Un film volutamente inguardabile, nel senso che è stato fatto per rendere proprio l’idea di qualcosa di inguardabile, perché rappresenta una società che lui vede corrompersi nel suo più profondo essere. È quella corruzione che lui richiama soprattutto nei suoi “Scritti corsari”, in cui dice: “Io sento che c’è un potere che non riesco ancora a definire, ma che corrompe la nostra cultura e la nostra società. E lui comincia a far circolare i termini: “mutazione antropologica e omologazione”. Quindi comincia a percepire che qualcosa sta cambiando nel mondo, ed è il progetto di cui parlava Aldous Huxley, che sta piano piano diffondendosi. E come si diffonde? Con i grandi mezzi di comunicazione. In quel momento fondamentalmente con la televisione, perché non sarà più un messaggio razionale e logico, ma un messaggio di imitazione.

Cioè, non c’è più bisogno di dire cosa fare, basta mandare carosello. Credo che un po’ tutti noi adulti ricordiamo Carosello, che fu la prima grande pubblicità televisiva. C’è una bellissima frase di Pasolini, sempre nei suoi “Scritti corsari”, in cui il poeta e regista dice che “la Chiesa avrebbe dovuto preoccuparsi, riguardo alla televisione, non tanto di censurare certi aspetti marginali, tipo le gambe che si scoprivano sempre più, eccetera, ma avrebbe dovuto censurare Carosello. Perché Carosello è stato il mezzo subdolo, di cui nessuno si accorgeva, con il quale si è creato un modello antropologico nuovo al quale tutti si sarebbero adeguati.

Quindi, mentre nel 1984 di Orwell è ancora presente una formula forte di totalitarismo, di totalitarismo oppressivo, ma manifesto, in quanto loro sanno che c’è il “grande fratello”; oltretutto i metodi che usa sono attualissimi, e cioè il controllo continuo di ogni persona, la menzogna, la riscrittura del passato, perché se io riscrivo il passato, tu leggerai il futuro in altro modo. Ecco tutti questi aspetti sono presentissimi. Ma quello che differenzia i due scrittori, è che Huxley già sapeva che non ci sarebbe stato bisogno della forza per raggiungere lo scopo, perché sarebbe stato sufficiente condizionare i comportamenti con la televisione, che fra l’altro lui nomina. Nel 32 probabilmente c’erano i primi modernissimi modelli in circolazione. Nel suo romanzo ne parla e dice che la gente guarderà la televisione. Ci dice anche che la droga sarà libera e concessa perché mezzo di controllo della popolazione. Perché, di fronte al disagio esistenziale, di fronte alla scontentezza, la droga mette a tacere l’irrequietezza.

Quindi una popolazione potenzialmente ribelle, si calma. Huxley annuncerà moltissime altre cose, come l’eutanasia, l’eugenetica e altre cose che ora vediamo sono rivelate nel testo. Pasolini, molto sensibile ai cambiamenti dei tempi, se ne accorge e denuncia questi pericoli, e nello stesso tempo cerca di capire quello che sta succedendo. E arriviamo al tempo, dopo il crollo del comunismo, in cui Francis Fukuyama dice che “La storia è finita”. Ormai c’è un solo modello che si imporrà al mondo, ed è quello consumistico e del mercato senza confini. Perché anche in questo caso faccio la stessa distinzione. Il mercato non è in sé un male. Il denaro non è un male. Ma se il denaro e il mercato diventano un fine, questo è un male!

Riallacciandomi al senso del sacro, ricominciando da dove eravamo partiti, direi che ciò che si oppone al mercato e al suo strapotere, non è la democrazia, ma il sacro. Perché il sacro, cioè il tempio, e tempio, che nasce dal termine greco “recinto”, è il luogo dove non entra il mercato. Il sacro non è in vendita. Esra Pound dirà che “Il tempio è sacro perché non è in vendita”. Nietzsche, ne “La gaia scienza”, fa annunciare la morte di Dio da un folle, che va a dirlo nel mercato. Quindi il mercato ha nel sacro, cioè in qualcosa che non è in vendita, il suo grande limite. Ecco perché a un certo punto il sacro – che nel nostro caso potrebbe essere il cattolicesimo -, viene pian piano aggredito. Perché? Perché deve perdere questo suo controllo sulla realtà, dicendo che “questo non è in vendita”.


Gotti Tedeschi. – Lutero ha detto un’infinità di cose, e io mi chiedo, le avrà lette tutte? Perché le aveva già dette Wyclif due anni prima. Però Lutero le dice in un momento in cui la borghesia tedesca aveva bisogno che qualcuno le dicesse, per togliere dai piedi la Chiesa cattolica che cominciava a imperversare con delle leggi che impedivano la nascita di una borghesia tedesca. Allora, normalmente questi profeti alla fine non sono altro che dei gran coglioni che inventano un’idea ma non la sanno giustificare. Ma qualcuno si impossessa sempre di queste idee e le trasforma.

La stessa cosa vale per Marx. Se non ci fosse stato Lenin non ci ricorderemmo certamente di Marx. Perché chi attua le idee di Marx è solo Lenin. Allora, Malthus è importante per quello che ha detto il professor Pennetta. Ma c’è una ragione prima per cui è altrettanto importante. Malthus si mette a studiare – chissà come? Chissà su quali dati statistici, che non ha mai presentato a nessuno in nessun libro? -, si mette a studiare la tendenza di crescita della popolazione e la tendenza di crescita dei beni disponibili, dimostrando che se la popolazione continuava a crescere con quel tasso di crescita, dopo x anni – chissà poi come aveva individuato questi x anni? -, non ci sarebbero più stati beni disponibili per sfamare la popolazione.

E arriva la sua dottrina fondamentale, che si chiama malthusianesimo, che spiega perché è necessario frenare le nascite. E giustamente, con chi se la prende? Se la prende con i deboli, che erano i poveri. Voi pensate, questo prete anglicano, che fa delle proposte di legge per togliere i sussidi ai più poveri, alle famiglie più povere, addirittura invocando Dio perché mandasse dei terremoti e delle calamità naturali perché morisse più gente possibile.

Guardate che un’altra persona citata, Julian Huxley, cofondatore con il Principe Filippo di Edimburgo, del WWF, ha praticamente detto le stesse cose, ed è passato alla storia per aver detto: “Se mi potessi reincarnare vorrei essere un virus per poter ammazzare la maggior quantità possibile di popolazione”. Le battute sono fin troppo facili. Ad ogni modo Malthus, arriva anzitutto a questa conclusione. Malthus è infatti considerato l’ideologo del genocidio. Malthus voleva far scomparire intere fasce di popolazione, perché lo disturbavano. (Accidenti, che profeti! Ndt).

Beh, però ci sono stati tanti altri seguaci. Giovanni Sartori è stato l’ultimo. C’è anche Rodotà. Ma nel mondo ce ne sono molti altri. I due più grandi neomalthusiani, che sono Paul Herlich e Jeffry Sax, sono i consiglieri del Papa in Vaticano. Guardate che non mi sto inventando niente! Digitate i loro nomi, assieme a Ban Ki Mon su qualche motore di ricerca, e scoprirete che sono nell’Accademia delle scienze a spiegare come si scrivono le encicliche. L’attacco più forte e più drammatico è lì.

Veniamo a Darwin. Tu ne sei esperto. Però Darwin, a mio parere è colui il quale, con la sua teoria decreta la fine delle leggi naturali. Quindi nega la creazione, perché con Darwin le leggi naturali non ci sono più, e la scienza in evoluzione è la nuova morale. La prima domanda allora è, dove non ho capito? La seconda, Rousseau, che secondo me è il papà di queste persone, cancella il concetto di cos’è morale e non è morale.

E ancora prima, Lutero – che però l’ha copiato da Witclif -, propone la Chiesa senza autorità e dogmi. Allora, manca l’autorità morale, non c’è più morale, non ci sono più leggi naturali, beh, signori, ecco i presupposti per l’avvento di una nuova creazione e una nuova genesi laicista o laica. Voi sapete dirmi chi sono oggi le persone più arrabbiate? Le persone più arrabbiate in questo momento di confusione dogmatica e morale, sono i laici! I laici, che dicono: “Beh, se qui si confonde cos’è bene e che cos’è male, i primi ad essere fottuti siamo noi! Perché noi abbiamo sempre vissuto alle spalle del comportamento etico del mondo cattolico. Se il mondo cattolico perde i principi di morale etica, e li confonde, i primi ad essere fregati siamo noi! Perché noi non li seguiamo, però noi godiamo le conseguenze di quello che il mondo cattolico ha seminato. Posso chiederti di rispondere?

Pennetta, – Stiamo parlando della creazione di un tipo antropologico che non ha un riferimento prestabilito. Vediamo ora come tutto ciò si intrecci con la vicenda del darwinismo e con altre tecniche – perché di tecniche si parla -, successive. Ora, il darwinismo odierno si basa su ipotesi di eventi così improbabili, che se veramente il darwinismo funzionasse, sarebbe la prima prova dell’esistenza di Dio. Nel senso che, se io riesco a far uscire 40mila volte alla roulette lo stesso numero non ho dimostrato che il caso può tutto, ma ho dimostrato che dietro c’è un trucco enorme. Quindi questa teoria si basa su una serie di assunti così improbabili che, per quanto mi riguarda, sarebbero certamente un argomento a favore dell’esistenza di Dio.

Ma qual è la ricaduta antropologica? Prima abbiamo visto quella economica. La caduta antropologica è che se l’essere umano – che è quello che ci interessa -, non ha uno scopo, perché tutto è casuale e quindi non esiste qualcosa che sia desiderabile eticamente (perché avrei voluto essere in un modo, ma potrebbe essere anche in un altro); ecco che questo aspetto toglie di torno l’idea che esista un’etica fissa, stabile. Una volta eliminato questo presupposto, cosa succede? Succede che la normalità – e normalità deriva da “norma”, che è la squadra che serviva anticamente, ma anche ora, per fare gli angoli retti -, quindi, seguire la norma significa semplicemente fare una cosa secondo una regola prevista. Ma, visto che ora non c’è più nessuna squadra da seguire, l’essere umano non ha una norma prestabilita, ecco che allora la “normalità” sarà quello che fa la maggior parte delle persone.

Introdotto questo concetto, ecco che si apre quel meccanismo che viene chiamato “finestra di Overton “. In pratica, se io voglio spostare i comportamenti umani; se voglio spostare ciò che un tempo era ritenuto normale e accettabile o non accettabile, socialmente, non avendo più un riferimento fisso, mi basta spostare lentamente la media dei comportamenti delle persone fino a quando, dopo un certo tempo, ci guardiamo indietro e i comportamenti sono completamente cambiati. Nessuno se n’è accorto del tutto mentre avveniva, ma siamo di fronte al dato di fatto finale. Cioè, per realizzare quella mutazione antropologica di cui parlavamo prima, per realizzare l’omologazione, per realizzare l’essere umano finalizzato, per esempio, al mercato (cioè, non più lui fine e scopo delle cose), ma una persona finalizzata al mercato anonimo, di soggetti senza volto, che scavalca anche la politica. Perché ormai la politica deve seguire il mercato. Perché quando succede qualche cosa la prima preoccupazione dei presidenti del consiglio è, ma come reagiranno i mercati? Non, come reagiranno gli elettori.

Allora, per realizzare questo tipo antropologico, convinto che quella sia la sua realtà, e non debba essere altro, ecco che si mettono in atto questi meccanismi che hanno come giustificazione di fondo l’idea che l’essere umano sia totalmente frutto del caso, e che quindi può essere – come qualsiasi evento casuale -, una o l’altra cosa. Non c’è un desiderabile. In tutto ciò possiamo riconoscere alcuni aspetti contemporanei, come una forma di animalismo, che innalza l’animale per abbassare l’essere umano allo stesso livello. Avremo in questo modo la “società liquida”, di cui parla Bauman. Cioè una società fatta di individui atomizzati, assolutamente indifesi, ricattabili da tutto, con la scomparsa dei ”corpi solidi”, che sono quei gruppi sociali, come la famiglia, la Chiesa, le identità forti, le identità nazionali, così come le identità sessuali, che permettono di difendersi dai nuovi modelli antropologici ideologici.

Quindi se io faccio cadere anche quelli, e posso essere tutto, tutto può essere. C’è poi un altro aspetto da mettere in luce, ed è che giocando con le parole si possono creare realtà nuove, per cui la parola emigrato viene sostituita da “migrante”. L’emigrato si sposta e si ferma, mentre il migrante è per definizione uno che non si fermerà mai. E, come diceva la presidente Boldrini: “I migranti saranno un modello per tutti noi”, perché tutti noi dovremo essere come loro, cioè, senza stabilità. Questo è il futuro. E qui abbiamo la seconda trappola, cioè presentare questo come inevitabile, come qualcosa di scientifico, per cui ti dovrai adattare e basta.

Però potrà succedere che non sia esattamente così, perché, come diceva all’inizio il professore, la storia non è finita. Questo sarebbe vero se la storia fosse finita, come pensava Fukuyama, che però poi ha ammesso di essersi sbagliato. Quindi la storia continua, una storia che vede in alternativa l’ultimo uomo, da cui prende il titolo, che è sempre una figura nietzschana. Chi è l’ultimo uomo? L’ultimo uomo è quel tipo umano che Nietzsche rappresenta su una corda sospesa su un abisso. All’inizio c’è l’uomo tradizionale, dall’altra parte il punto d’arrivo è l’oltre uomo, ma nella posizione mediana non è più quello che era prima, non è ancora quello che dovrebbe essere dopo, ed è una forma piuttosto miserabile, per lo stesso Nietzsche, che ha come unico scopo quello di camminare verso il traguardo finale.

Bene, l’ultimo uomo, che sarebbe la tipologia umana contemporanea, in realtà ultimamente sta dando dei segnali da qui sembra voler dire: “Tutto sommato questo modo di vivere a me non piace tanto, forse se c’è un modo per cambiare, visto che tornare allo stesso punto non è possibile, perché le cose cambiano, ma almeno per invertire la direzione e andare verso un recupero di una tradizione precedente, be questo si comincia un po’ a dire. Si, perché le persone non hanno molta voglia di essere sradicate, di essere atomizzate, di vedere come qualcosa di negativo il desiderio di famiglia, di stabilità e di altre cose che effettivamente cominciano a mancare. Ecco, questo è un po’ il senso che abbiamo voluto dare alla nostra conversazione.

(Nei racconti della Passione di Cristo, che i cattolici si accingono ad ascoltare durante la Settimana Santa, è racchiuso il mistero della tremenda e costante lotta fra il “principe di questo mondo”, l’ingannatore e omicida per eccellenza, il Diavolo e i suoi seguaci, e il Nuovo Adamo, Gesù Cristo, che con la sua passione, morte e Risurrezione, dà all’uomo la possibilità di vincere sul male e sulla morte. Il declino dell’uomo, o la sua risurrezione, saranno quindi anche il risultato delle nostre scelte personali e sociali, anche se la vittoria definitiva sarà dell’Uomo-Dio, Gesù Cristo e di chi l’avrà seguito! Ndt).


Trascrizione di Forti Claudio






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