mercoledì 13 dicembre 2017

LA RELIGIONE DELL'INCARNAZIONE: UN FATTO, UN LUOGO, DEI VOLTI






Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 12 - Dicembre 2017



Il grande Cardinale Newman ha scritto che se gli avessero domandato di scegliere una dottrina come base della nostra fede cattolica, avrebbe senz'altro scelto la dottrina dell'Incarnazione:
“Io direi, per quanto mi riguarda, che l'Incarnazione è al cuore del Cristianesimo; è di là che procedono i tre aspetti essenziali del suo insegnamento: il sacramentale, il gerarchico e l'ascetico.”


Il Figlio di Dio ha unito la sua natura divina alla nostra natura umana affinché, come dice la preghiera dell'offertorio della messa, “possiamo divenire partecipi della sua divinità”.


In questo “divenire partecipi della sua divinità” c'è tutta la vita cristiana. Siamo stati chiamati alla vita, siamo stati afferrati dalla Grazia Santificante dal giorno del nostro Battesimo, ci impegniamo in una vita ascetica per seguire la volontà di Dio, proprio per “divenire partecipi della sua divinità”: è la vita soprannaturale; è questo il dono di Dio per noi, è questo il nostro destino.


Dobbiamo proprio comprendere che il Cristianesimo è fondato sulla realtà dell'Incarnazione, per poi comprendere la nostra vita con lo scopo che ha dentro: divenire partecipi della sua divinità. Se si toglie questa realtà non resta più niente del Cristianesimo.


L'Incarnazione poi è un fatto storico, non è innanzitutto un concetto, un'idea.


L'Incarnazione è il fatto storico che, a un certo momento del tempo, il Verbo di Dio ha preso su di sè la nostra umanità, la nostra povertà, il nostro nulla, per donarci il potere di diventare figli di Dio. Questo è il fatto più sconvolgente della storia e per questo contiamo gli anni dalla notte di Betlemme.


Tutte le eresie sono nemiche di questo fatto, lo negano nella sua pienezza, lo reinterpretano fino ad annullarlo nella sua sconvolgente verità.


Tutte le eresie sorte dentro il Cristianesimo vanno contro quest'unico fondamento della religione cristiana, e così fa il Modernismo che è la somma di tutte le eresie. Il Modernismo ha come nemico principale la realtà dell'Incarnazione, e trasforma il cristianesimo in una religione che nasce dal di dentro dell'uomo, dalla sua psicologia profonda. Invece tutto nasce da un fatto, un fatto fuori dell'uomo che trasforma dentro l'uomo: Dio si è fatto uomo.


Trasforma l'uomo – diventiamo partecipi della sua divinità – ma è un fatto fuori dell'uomo.


E ci trasforma proprio perché non è dentro l'uomo, ma entra nell'uomo con il potere della Grazia di Cristo.


Da qui discende tutto.
Dal fatto che è un fatto - che come ogni fatto è fuori di noi, è difronte a noi - discende tutto il potere salvifico del Cattolicesimo:


“L'Incarnazione è l'antecedente della dottrina della mediazione; essa è l'archetipo del principio sacramentale e dei meriti dei santi. Dalla dottrina della mediazione derivano la salvezza, la Messa, i meriti dei martiri e dei santi, le invocazioni e il culto loro indirizzato. Dal principio sacramentale provengono i sacramenti propriamente detti, l'unità della Chiesa e la Santa Sede (…), l'autorità dei concili; la santità dei riti; la venerazione con cui si circondano i luoghi sacri, le tombe dei santi, le immagini, i mobili, gli ornamenti e i vasi sacri... Bisogna o prendere tutto o rigettare tutto; attenuare non è che indebolire; amputare è mutilare”.


Grande Newman! Bisogna accettare tutto del Cattolicesimo! E tutto, come il fatto dell'Incarnazione, è qualcosa di esterno che entra dentro, per trasformarti dentro.


Il male è proprio qui. Il terribile male che sta sfigurando la Chiesa Cattolica e la vita di una moltitudine di cristiani consiste nell'attenuare questo fatto esterno che, abbracciato, ci salva.
È il male orribile di trasformare il Cristianesimo nella religione delle idee e dei valori; di trasformarlo in un culto tutto interno all'uomo, in una religione psicologica e introspettiva: è la vittoria del Peccato Originale, è la vittoria del Demonio, che vuole chiudere l'uomo in se stesso per poi abbandonarlo alla propria disperazione.


Ma il Cristianesimo è un fatto esterno che nasce dal fatto dell'Incarnazione di Dio.


Il pericolo è di non ricordarlo sempre: bisogna prendere tutto o rigettare tutto... attenuare è indebolire... amputare è mutilare.


Dobbiamo ricordarlo sempre: Cristo ci raggiunge con un fatto esterno a noi.


Per questo non si può salvare nemmeno la Tradizione della Chiesa con le parole, ma aderendo a un fatto.


È aderendo a un luogo esterno, che ti ha riconsegnato la fede di sempre, che si salva la Tradizione.
È stando a quel fatto, stando a un luogo, stando a persone visibili con cui il Signore ti ha riconsegnato ad una fede integralmente cattolica, che tu potrai essere trasformato dentro.
La tentazione è sempre quella di volgersi alle idee, ai valori, alle parole, per rigettare o attenuare il fatto; e attenuarlo è rigettarlo!


Siamo a Natale. Quale domanda faremmo bene a porci? C'è ne una più urgente di tutte:
“Ma io, dove riconosco il fatto di Dio? Dov'è la mia grotta di Betlemme, dove andare ad adorare il Signore; dov'è la grotta dove Dio nasce?”.
La risposta non può essere vaga, dovrà indicare un luogo concreto, un centro di messa tradizionale concreto, dei volti precisi a cui riferirsi, dei tempi e occasioni stabiliti in cui esserci.


Sì, lo sappiamo, la Chiesa è in crisi; ma tutta la crisi della Chiesa non impedirà ai sinceri di cuore il trovare questi fatti precisi, luogo di salvezza per l'anima stanca. Dio è fedele, e non fa mancare mai il suo soccorso, che è sempre un fatto.


Se ci ostineremo a cercare la salvezza dentro di noi, vorrà dire che siamo già parte dei peggiori modernisti, magari “tradizionali”.


Ma preghiamo che così non sia.
Buon Natale


















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