giovedì 23 agosto 2012

La misericordia di Dio e la pratica delle indulgenze

 
di Giulia Tanel









Deus caritas est
. Dio è amore, e ci ama con una forza tale che, se riuscissimo a rendercene conto anche solo in minima parte, non potremmo che piangere di gioia. E questo amore così grande è testimoniato dal fatto che Dio ha sacrificato suo Figlio, sottoponendolo alla morte di croce, per la nostra redenzione.


Dio ci ama di un amore così immenso da mostrarsi sempre estremamente misericordioso con noi, poveri peccatori: ogni volta che torniamo a Lui pentiti, Egli ci riaccoglie tra le Sue paterne braccia.
Tutti abbiamo nella mente i famosi versi di Dante, contenuti nel V canto del Purgatorio, nei quali il conte di Montefeltro spiega come si sia salvato dalle pene infernali grazie ad “una lagrimetta” (v. 107), ossia perché in punto di morte si è pentito dei suoi peccati e ha terminato la sua esistenza terrena invocando la Madonna: “la parola nel nome di Maria finì” (vv. 100-101).

Questi versi danteschi dimostrano in maniera poetica la grande tenerezza e bontà di Dio. Tuttavia, perché il perdono avvenga, occorre un sincero pentimento e una conversione del proprio cuore a Lui.

Tutti noi possiamo sperimentare già in terra l’effondersi della misericordia di Dio accostandoci al Sacramento della Confessione, che ha la facoltà di rimettere tutti i peccati, veniali e mortali, da noi confessati con sincero pentimento.
Tuttavia, “il peccatore perdonato può avere bisogno di un’ulteriore purificazione, e cioè può essere meritevole ancora di una pena temporale, da soddisfare o nel corso della vita terrena o nell’altra vita mediante il Purgatorio” (Manuale delle indulgenze, Libreria Editrice Vaticana, p. 7).

In sostanza, quindi, la Confessione rimette la colpa, ma non annulla del tutto la pena temporale che ad essa consegue. Affinché sia rimessa anche la pena temporale, la Chiesa ha istituito la pratica delle indulgenze, di cui intendiamo fornire una veloce panoramica.

“1. L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi.
2. L’indulgenza è parziale o plenaria a seconda che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati.
3. Ogni fedele può lucrare per se stesso le indulgenze sia parziali che plenarie o applicarle ai defunti a modo di suffragio” (Ibidem, p. 23).

“L’indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno; l’indulgenza parziale invece può essere acquistata più volte al giorno” (Ibidem, p. 27).
Questo avviene anche in virtù del fatto che per ottenere l’indulgenza plenaria sono necessarie tre condizioni: la confessione sacramentale (che può essere fatta anche in un giorno diverso rispetto a quello fissato per l’indulgenza), la comunione eucaristica e la recita del Credo e del Padre Nostro secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Inoltre, per ottenere l’indulgenza plenaria è necessaria l’esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale.

Diversamente, per ottenere l’indulgenza parziale la Chiesa propone “[…] anzitutto quattro concessioni di indulgenze di carattere generale, con le quali il fedele è invitato ad informare allo spirito cristiano le azioni di cui è intessuta la sua vita, ed a cercare la perfezione della carità nelle sue ordinarie occupazioni” (Ibidem, p. 33).

Vediamo quali sono le quattro concessioni di carattere generale:

1. “Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, nel compiere i suoi doveri e nel sopportare le avversità della vita, innalza con umile fiducia l’animo a Dio, aggiungendo, anche solo mentalmente, una pia invocazione” (Ibidem, p. 35).
2. “Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, con spirito di fede e con animo misericordioso, pone se stesso o i suoi beni a servizio dei fratelli che si trovino in necessità” (Ibidem, p. 38).
3. “Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, in spirito di penitenza, si priva spontaneamente e con suo sacrificio di qualche cosa lecita” (Ibidem, p. 41). Questa indicazione ha come scopo quello di favorire gli esercizi di penitenza e di spingere dunque i fedeli a frenare le passioni e a non assoggettarsi ai desideri mondani.
4. “Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, in particolari circostanze della vita quotidiana, rende spontaneamente aperta testimonianza di fede davanti agli altri” (Ibidem, p. 44).

A queste quattro concessioni di carattere generale, la Chiesa ha però voluto aggiungere tutta una serie di altre concessioni – per la precisione, 33 – intese ad acquistare l’indulgenza plenaria o parziale. “Tutte queste concessioni si completano a vicenda e, mentre con il dono dell’indulgenza invitano i fedeli a compiere opere di carità e di penitenza, nel medesimo tempo contribuiscono a congiungerli più intimamente, per mezzo della carità, a Cristo e al suo Corpo mistico, la Chiesa” (Ibidem, p. 51).

Tra queste concessioni “aggiuntive”, alcune consentono di acquistare – una sola volta al giorno – l’indulgenza plenaria, fermo restando le tre condizioni necessarie di cui si è fatta menzione in precedenza (confessione, comunione e preghiere) e una piena disposizione dell’anima, che escluda ogni legame con il peccato, anche veniale.

Vediamo alcune delle pratiche a cui è legato l’acquisto dell’indulgenza plenaria:
- l’adorazione del SS. Sacramento per almeno mezz’ora (conc. 7,1);
- la recita, nei venerdì di Quaresima, della preghiera “Eccomi, o mio amato e buon Gesù” di fronte all’immagine di Gesù Crocifisso (conc. 8,2);
- partecipare il Venerdì Santo all’adorazione della Croce (conc. 13, 1);
- il pio esercizio della Via Crucis (conc. 13,2);
- la recita del Rosario mariano o dell’inno Akathistos (conc. 17,1);
- la recita solenne o il canto del Veni, Creator nel primo giorno dell’anno o nella solennità di Pentecoste; oppure dell’inno Te Deum nell’ultimo giorno dell’anno (conc. 26,1);
- la pia lettura o l’ascolto della S. Scrittura per almeno mezz’ora (conc. 30);
- visite a luoghi sacri, secondo un calendario definito (conc. 33).

Alcune concessioni per ottenere l’indulgenza parziale sono invece:

- fare l’atto di comunione spirituale o il ringraziamento dopo la comunione (conc. 8,2);
- dedicarsi all’orazione mentale (conc. 15);
- recitare piamente il cantico Magnificat o la preghiera Angelus Domini, o rivolgere devotamente alla Beatissima Vergine Maria (conc. 17,2) o a San Giuseppe, suo sposo, una preghiera approvata (conc. 19);
- recitare una preghiera approvata al proprio Angelo custode, come ad esempio l’Angelo di Dio (conc. 18);
- pregare per il Sommo Pontefice utilizzando una formula approvata (conc. 25).

È bene specificarlo ancora: questi elenchi riportano solo alcune delle concessioni!
Per conoscere appieno l’abbondanza con cui la Madre Chiesa ci schiude i tesori della misericordia divina, consigliamo la lettura del libretto cui abbiamo fatto costante riferimento nel redigere questo articolo: ilManuale delle indulgenze – Norme e concessioni (Libreria Editrice Vaticana, pp. 158, 8 euro).

 

Fonte: http://campariedemaistre.blogspot.it/2012/08/la-misericordia-di-dio-e-la-pratica.html

 

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