venerdì 24 agosto 2012

I medici contraddicono Beppino Englaro: «Su Eluana c’è stata eutanasia»

 
 



Beppino Englaro ha sempre detto che, morta (anzi, «liberata») Eluana, sarebbe sparito. Non avrebbe più detto niente. «Il silenzio, voglio solo il silenzio», ha sempre invocato. Tuttavia da quando Eluana è stata uccisa è diventato una sorta di star nazionale, onnipresente sui media, continuamente intervistato dai grandi quotidiani, abitué ormai consolidato dei principali salotti televisivi e dei festival nelle principali città.Englaro aveva anche assicurato che non avrebbe usato politicamente la sua vicenda. Tuttavia durante l’anno gira l’Italia (fin dentro le scuole), accompagnato dai radicali, chiedendo alla politica la creazione dei registri comunali sul testamento biologico. Lui stesso, a proposito di disinteresse politico, ha offerto la «massima disponibilità» a guidare il Partito Democratico in Lombardia.
Dopo la morte di sua figlia, lo hanno perfino fatto presidente onorario della Consulta di Bioetica Laica, guidata da Maurizio Mori, i cui responsabili (con l’appoggio di Mori stesso), sono divenuti noti al mondo pochi mesi fa per aver teorizzato la giustificazione dell’infanticidio, e ancor più recentemente per il tentativo di eliminare la libertà di coscienza dei medici, definendo “cattivi medici” gli obiettori di coscienza (l’85% dei medici italiani).

Recentemente Englaro è stato per l’ennesima volta intervistato da “Repubblica” in merito all’uscita del film di Marco Bellocchio, ispirato alla vicenda di Eluana (pare che fortunatamente l’ideologia sia stata messa da parte e la pellicola non sia uno spot pro-eutanasia). Il padre di Eluana è tornato sulla morte della donna, affermando incredibilmente che la sua non è stata eutanasia e che nemmeno si sia trattato di omicidio: «L’eutanasia non c’entra un fico secco! Ed è un reato. Ma volete che i magistrati della Cassazione ci abbiano autorizzato a uccidere?». Eluana, secondo il padre, non sarebbe nemmeno morta di fame e sete: «ma quale fame e quale sete… non sanno di cosa parlano».

L’intervistatore ha proseguito con le domande, ma a questo punto sarebbe interessante chiedere a Beppino come ritiene che sia morta sua figlia, sempre ammesso che la ritenga morta (se è morta dunque era viva? Oppure era morta 17 anni prima ed eravamo in presenza solo della sua pelle e delle sue ossa? Ma allora che senso ha togliere l’idratazione ad un cadavere?). Leggendo i commenti dei medici che hanno visitato Eluana, giuristi ed esperti di stati vegetativi, sembra proprio che Englaro stia continuando ancora oggi, forse inconsapevolmente, a mistificare la realtà pur di non riconoscere quanto è successo.

Il dott. Giuliano Dolce, luminare nella cura degli stati vegetativi, primario e direttore dell’Istituto Sant’Anna di Crotone, centro di eccellenza per la cura dei pazienti in stato neurovegetativo, ha visitato personalmente la povera Eluana pochi mesi prima della sua uccisione, affermando: «Ho visto che è stata curata bene e con molto affetto dalle suore. Per questo affermo che, quando le verrà tolto il sondino per l’alimentazione, ci vorranno almeno due settimane prima che arrivi la morte. La sofferenza fisica è scientificamente provata nei pazienti in stato vegetativo». Commentando l’incredibile sentenza del tribunale di Milano, che ha autorizzato l’uccisione della donna, ha detto: «la contraddizione scatta nel punto in cui viene comunque imposta, oltre che un’indispensabile umidificazione frequente delle mucose con l’ovatta bagnata sulle labbra, anche una somministrazione di ‘sostanze idonee ad eliminare l’eventuale disagio da carenza di liquidi’. Tradotto, la paziente deve essere idratata per evitarle sofferenza. Quindi non morirà di sete, ma di fame. Questo è un omicidio. Eluana è come un neonato: se le togli il latte muore perché non è in grado di alimentarsi da sola. Come si può dire che nutrirla è un atto di cura? Clinicamente non è malata, è un paziente guarito con difetto».

Contraddice completamente la versione di Beppino Englaro anche Franco Cuccurullo, presidente del Consiglio superiore di sanità e rettore dell’Università di Chieti, secondo cui: «Eluana non muore della patologia da cui è affetta, ma di fame e di sete. Anzi, viene fatta morire, quindi si tratta di eutanasia». Ha anche criticato l’opera di ricostruzione “indiretta” della volontà terapeutiche di Eluana attraverso il suo “stile di vita”, visto dagli occhi del padre Beppino (contraddetto però dalla migliore amica di sua figlia): «Penso che si apra una deriva pericolosa per le persone incapaci. C’è una forte spinta vitale in Eluana, tanto che per fermarla occorre sospendere idratazione e alimentazione. Credo che la morte sopraverrà per insufficienza renale dovuta a disidratazione, e questa non è la sua patologia». E infatti Eluana è morta per arresto cardiocircolatorio dopo una crisi di natura elettrolitica conseguente a disidratazione.

Venticinque tra i massimi neurologi italiani hanno al tempo sottoscritto (inutilmente) un appello contro la «condanna a morte» di Eluana, ritenendo «disumano il modo proposto di mettere a morte la paziente: l’agonia sarà lenta e porterà alla morte attraverso la lenta devastazione di tutto l’organismo».

Dello stesso parere anche l’avvocato Rosaria Elefante, presidente dell’Associazione nazionale biogiuristi italiani, consulente giuridico dell’European Task Force che raccoglie i massimi specialisti in stato vegetativo, nonché legale di 34 associazioni di familiari di persone disabili, la quale ha spiegato: «il caso Englaro dimostra come, aggirando le norme, si è applicata l’eutanasia in Italia, dove l’eutanasia è reato». La specialista ha spiegato nel dettaglio con grande professionalità le gravissime responsabilità dei giudici della Corte d’Appello di Milano.

Dunque, a quale gioco sta giocando Beppino Englaro? Lui, che alla morte di sua figlia non era nemmeno presente, perché in quei giorni manco si trovava a Udine: secondo quanto risulta dalle cronache, infatti, ha visitato sua figlia alla clinica “La Quiete” subito dopo il suo trasferimento notturno da Lecco, quando ancora era alimentata ed idratata, e poi l’ha rivista dopo morta, all’obitorio. Eluana è stata lasciata morire da sola, tra gli indicibili strazi causati dalla disidratazione, un grave reato è stato commesso e ancora oggi si tenta di mascherare la verità.

 

Fonte: http://www.uccronline.it


da Libertà e Persona

 

 

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