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by Aldo Maria Valli
Cari amici di Duc in altum, ho ricevuto una bella testimonianza e mi fa piacere, specie in questo tempo di Avvento, condividerla con tutti voi. Per ragioni di riservatezza ho omesso il nome della protagonista. Mi sembra significativo che le persone si aprano così attraverso il blog. Ormai siamo una comunità nel senso più vero della parola. Buona lettura.
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Testimonianza
Caro Valli,
desidero raccontarle la mia storia di conversione, di ritorno a Cristo.
Nasco formalmente cattolica, ma fino a due anni fa ero annoverata tra i “non praticanti”, qualunque cosa significhi questo termine, perché oggi si tende a definirsi così per non vedere la verità per come è, ossia che se credi allora devi anche praticare, altrimenti non credi.
A Messa “quando me la sento”, confessione non pervenuta e preghiere ogni tanto. Questa ero. Ho sempre voluto bene al Signore, ma sostanza poca.
Fino a due anni fa, dicevo. Ma se devo essere onesta questa storia d’Amore inizia nel 2018, grazie alla Vergine Maria.
All’epoca mio figlio ha solo sei mesi e gli viene diagnosticata una rara forma di epilessia infantile. Vedo l’inferno in faccia: è la disperazione. Della malattia, rara, non si sa molto. Arrivati nel grande ospedale cittadino, corro a cercare una cappella. Appena dentro, piango tutte le lacrime che ho, chiedendo alla Vergine di aiutarmi. Chiedo al Signore di guarirmi il bambino, gli dico che non voglio niente dalla vita, né ricchezze né successi: voglio solo che i miei figli, in particolare lui, siano sani.
Deve sapere che quando si tratta di epilessia non è facile trovare la cura adeguata, specie in termini di dosaggio, almeno così mi hanno detto. E questa forma un po’ particolare avrebbe potuto causare ritardi nello sviluppo psicomotorio.
Uscita dalla cappella mi sento pervasa da una forza e una pace che non so spiegarmi. Aspetto che mio figlio si addormenti per pregare il Rosario: non so quanti ne dico!
Già dopo la prima iniezione di farmaco, con una dose bassissima, meno di 1ml, mio figlio sta bene. Nel giro di una settimana l’elettroencefalogramma torna regolare, nessuno spasmo, TAC al cervello nella norma Il primario del reparto di neurologia infantile mi dice che una guarigione così rapida non l’ha mai vista in quarant’anni di professione: ha più del miracoloso che dello scientifico.
Ad oggi mio figlio, che ha ormai cinque anni, è sano come un pesce e molto vispo.
Quella storia mi ha profondamente segnata, ma ha anche sancito il mio primo legame stretto con Maria. Avevo ancora una devozione debole, ma la Vergine è paziente e mi ha aspettata. Forse la Medaglia miracolosa che da allora iniziai a portare al collo mi ha attirato molte Grazie.
Arriviamo al 2020. L’infausto 2020. Grazie al terrorismo mediatico, mi trovo anch’io tra quelli che hanno paura perfino di respirare. Non tanto per me, quanto per i miei figli.
Ancora una volta chiedo aiuto alla Vergine e lei subito corre da me. Ricordo molto bene quei giorni. Le dico: “Salvami”.
Succede che un giorno qualcuno posta su Instagram lo screenshot di un video di YouTube con un sacerdote che tiene una catechesi su san Michele Arcangelo.
Incuriosita, data la mia passione per gli angeli, vado ad ascoltare e scopro che il sacerdote invita a fare la novena per il 29 settembre. Allora cerco su YouTube la novena e, arrivata sul canale di un santuario, inizio a pregarla. Finita la novena, il giorno dopo faccio la consacrazione a san Michele.
In quei giorni, intuendo che i mass media non ci stanno raccontando la verità, chiedo alla Vergine e a san Michele di potermi rendermi utile, di poter fare qualcosa. Voglio “combattere”. Ma nella mia testa è ancora tutto a livello umano.
Inizio ad ascoltare le catechesi sui dieci comandamenti proposte dai sacerdoti di quel canale YouTube e… Lo ricorderò finché avrò vita: sto lavorando e intanto ascolto il sacerdote parlare. D’un tratto mi blocco: un raggio luminoso mi apre la scatola dei ricordi.
Incomincio a vedermi come in un film. A osservare tutti i miei peccati commessi in passato. Tutti. Sin da quando ero piccola. Anche quelli che uno dimentica facilmente. L’esperienza dura una manciata di secondi, e ne esco più morta che viva. Mi vedo per quella che sono, e sto male.
Capisco che ho bisogno di confessarmi, ma provo molta vergogna. Cosa dirà il mio parroco? Dentro di me inizia quindi una lotta: la mente dice che devo andare, non dormo tranquilla, mi sento sporca. Ma qualcosa o qualcuno mi frena con la scusa della vergogna.
Un mio amico con molta dolcezza in quei giorni cerca di farmi capire che se andrò a confessarmi poi starò bene. Ma non sono del tutto convinta. Penso: dovrei cercare un prete che non conosco. E poi mi dico che alcuni peccati, i più brutti, li potrò sempre confessare in punto di morte. Ma devo trovare un sacerdote che non sia il mio parroco.
“Casualmente” quella settimana mi viene il desiderio di andare a messa nel pomeriggio. Ci vado e trovo un sacerdote molto anziano, un uomo che mi appare subito buono e mite. È novembre. L’omelia è sui Novissimi. Niente di peggio per chi è nella mia situazione. D’un tratto penso che potrei chiedere a questo prete di confessarmi, ma non appena la messa finisce lui se ne va. Ormai però sono decisa. Torno il giorno dopo e questa volta riesco a parlargli: prendo appuntamento per la confessione.
Senza nemmeno sapere cosa sia, faccio una confessione “generale”, come lui stesso mi chiede. Poi mi dice: “Ti ringrazio, perché mi hai raccontato una conversione.”
Come mi sento leggera dopo! Ho confessato tutto, anche i peccati che avevo in mente di dire solo in punto di morte.
Nel frattempo inizio, con fatica, le quindici orazioni di santa Brigida, per un anno. Distrazioni del maligno a non finire. Durante il santo Rosario sento bestemmie nella testa. Per cercare di concentrarmi imparo le preghiere in inglese, ma non cambia molto. Le brutte voci smettono quando imparo le preghiere in latino.
Vengo anche sottoposta a prove di fedeltà al Signore. Io sono assolutamente ignorante in campo teologico e dottrinale, ma ho delle intuizioni che mi guidano.
Il Signore inizia a quel punto a mandarmi messaggi. Per quasi due anni trovo scritta sento la frase di Ef 6, 12: “La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”. Ogni giorno è così. La sento ovunque. Credo di impazzire. E non capisco perché.
Nel 2021 conosco una certa associazione. Decido di aderirvi, ma capisco presto che non è la mia strada. Avverto che dicono cose poco cattoliche. La prova è dura. Ripeto: non ho una formazione teologica o dottrinale, ma capisco quando c’è l’eresia. Il mio angelo custode, efficientissimo, mi dà sempre i consigli giusti. Deciso di allontanarmi da quel gruppo.
Inizio a frequentare la messa in rito antico, e la mia devozione cresce. Questa messa mi cambia profondamente. All’inizio non capivo il perché di tutti quegli inginocchiamenti, ma ora mi inginocchio a lungo anche alla messa parrocchiale novus ordo, e pazienza se altri, vedendomi, mormorano. Ho fatto investitura dello scapolare del Carmelo e consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Alla fine ho capito solo qualche mese fa che cosa volesse dirmi il Signore con Ef 6, 12. Io ho sempre chiesto al Signore di permettermi di aiutare chi avesse bisogno, ma in modo orizzontale. E invece ad un certo punto ho finalmente compreso. Sono stata chiamata tra le schiere dei combattenti per fare una battaglia non sul piano fisico, ma su quello spirituale.
È la preghiera, il pregare per altri che aiuta nel progetto di Dio, nel progetto della Vergine. La mia fede doveva maturare. E quando finalmente sono arrivata alla comprensione, ho smesso di vedere e di sentire quella frase.
Mi son fatta carico delle esigenze degli altri, partendo dai miei famigliari, pregando per loro. Facendo novene. E sa cosa succede? Le richieste arrivano una dopo l’altra. Finita una novena ne inizio un’altra. E molti rosari.
Di fronte alla difficoltà di trovare il tempo di pregare di più, si è aperta la porta della preghiera contemplativa. Si è aperta da sola, senza che io dovessi sforzarmi. So solo che ho iniziato con una pia invocazione inventata da me e ora mi rendo conto che vado avanti a dirla continuamente. Ovviamente il combattimento spirituale riguarda anche me personalmente. Se uno vuol progredire nel cammino di perfezione non può rifiutarsi di combattere il maligno dentro di sé.
Il Signore mi ha fatto e mi fa ogni giorno molte grandi Grazie. Una veramente grossa me l’ha fatta l’anno scorso. Riflettendo sul mio passato sono scoppiata a piangere di dolore. Ero al lavoro e sono andata a nascondermi in bagno per piangere.
Non ne faccio motivo di vanto, mi considero sempre un nulla e sono ben lontana dalla perfezione cristiana che il Signore vuole da me. Ma mi sono resa conto di come per intercessione della Vergine, che mi ha presa nel Suo Cuore Immacolato, io stia camminando sempre più svelta verso il Cuore di Cristo. È Lei la porta del Cielo. Se non le avessi chiesto aiuto, non penso che sarei qui ora.
Ecco, questa è la mia storia.
Grazie.
Prego per lei e per tutti i lettori di Duc in altum.
Lettera firmata
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