domenica 17 ottobre 2021

L'ATTENTATO IN INGHILTERRA. Sir David, cattolico vittima del terrorismo islamico





Un parlamentare conservatore e cattolico britannico, Sir David Amess, è stato assassinato a Leigh-on-Sea, vicino a Londra, di fronte a una chiesa metodista, dove stava incontrando la sua comunità di elettori. L’omicida è un 25enne di origine somala, Ali Harbi Ali. Il movente potrebbe essere (ma quasi certamente ormai è) il radicalismo islamico.




ESTERI
Stefano Magni, 17-10-2021

Sir David Amess si trovava nel suo collegio di Southend West, per uno dei tradizionali incontri con la sua comunità. La politica britannica, con i suoi collegi uninominali, ha una forte connotazione locale. Vince il candidato che entra più in sintonia con la sua platea. E Sir David era molto amato dal suo popolo, come testimoniano i tributi che sta ricevendo da quando si è diffusa la notizia della sua morte. La dinamica del delitto è stata ricostruita da numerosi testimoni, dato che il fatto è avvenuto in pubblico. Sir David stava parlando con alcuni cittadini sulla scalinata della chiesa metodista di Leigh-on-Sea, poi si è mosso assieme a due donne del suo staff per entrare nell’edificio religioso e Ali Harbi Ali, uscito all’improvviso da un piccolo gruppo, gli si è avvicinato e lo ha pugnalato numerose volte, poi è fuggito. A nulla è servito il pronto intervento dei paramedici e il trasporto in ospedale su un’eli-ambulanza. Tre ore dopo essere stato colpito, Amess è morto.

Da subito si è ricollegato il delitto al precedente di Jo Cox, parlamentare laburista ed europeista uccisa da un estremista di destra, in piena campagna referendaria per la Brexit, nel 2016. Su questo punto, Sir David Amess era un po’ il caso opposto. Infatti è sempre stato un sostenitore molto attivo dell’uscita del Regno Unito dall’Ue. Cattolico, 69 anni, sposato e con cinque figli, aveva alle spalle 38 anni di carriera parlamentare (la prima volta che è stato eletto era il 1983, assieme al secondo governo Thatcher), da 14 anni rappresentava il collegio di Southend West, che voleva promuovere al rango di “city”. Nel 2015 era stato fatto cavaliere dalla regina, per meriti politici e sociali. Il cardinal Nichols, ricordandolo, dice di lui: «David ha vissuto la sua vocazione di cattolico nella vita pubblica con generosità e integrità. Ha servito in parlamento per quattro decenni, rispettato da tutti i partiti politici della Camera». La sua storia di voto non lascia dubbi sulla sua difesa intransigente dei principi non negoziabili. Di recente ha votato contro la legalizzazione del suicidio assistito, contro l’aborto in Irlanda del Nord e poi per limitarne la pratica anche in Inghilterra. Nel 2010 aveva giocato un ruolo importante per organizzare la visita di Papa Benedetto XVI nel Regno Unito.

Dopo che nel 2000, un altro parlamentare britannico, Nigel Jones, era stato aggredito e ferito a colpi di machete, Amess aveva scritto: «Tutti noi ci rendiamo prontamente disponibili alla nostra comunità e spesso abbiamo a che fare con persone, nel pubblico, che hanno problemi di salute mentale. (Un attacco, ndr) può capitare a ognuno di noi». La stessa riflessione era stata fatta anche dopo l’uccisione di Jo Cox, nel 2016. Ma i metodi della tradizionale politica inglese, il contatto diretto col pubblico, senza scorta e senza troppi controlli polizieschi, è continuato come segno di fiducia e di coraggio.

Dell’assassino si sa poco quando questo articolo va online. Secondo fonti di polizia della BBC, Ali Harbi Ali è un cittadino britannico di origine somala, 25 anni, non era inserito nella lista dei sospetti e dei potenziali terroristi. Era però stato inserito nel database sulla prevenzione, perché segnalato come persona a rischio di radicalizzazione. Secondo quanto affermano gli inquirenti, il movente è il radicalismo islamico. Si tratterebbe dunque di un attentato islamico e come tale viene trattato nelle indagini, affidate alla squadra anti-terrorismo di Scotland Yard. Ora il servizio segreto interno, l’MI5, sta cercando di capire se ha agito veramente da solo o se è parte di una cellula terroristica. Ora Ali è detenuto sempre in base alla legge antiterrorismo.

La giornata di ieri è stata caratterizzata dal cordoglio, con le bandiere a mezz’asta in tutto il regno, il premier Boris Johnson e il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer sul luogo del delitto a rendere omaggio all’ex collega assassinato, mentre arrivano condoglianze da tutto il Paese e dall’estero. Ma è iniziato da subito il dibattito sulla sicurezza dei parlamentari. L’antica tradizione del contatto con gli elettori potrebbe essere messa in discussione. Certo non sarebbe la stessa cosa incontrare il proprio rappresentante, con un poliziotto di mezzo. È invece “sorprendentemente” assente dal dibattito la natura dell’omicidio: il terrorismo islamico. Perché, se veramente di questo si tratta (e salvo colpi di scena, lo è), si tratterebbe del secondo attentato islamico in tre giorni, dopo quello di Kongsberg in Norvegia. Evidentemente c’è un nuovo modo per non parlarne: evitare di collegare i punti, minimizzando così il livello della minaccia, che invece è globale e potrebbe registrare un’escalation soprattutto dopo la ritirata dall’Afghanistan. Se ciascun singolo attentato è visto come un fatto isolato e il jihadismo viene considerato come uno dei tanti possibili moventi (lo stragista arciere di Kongsberg, ad esempio, è stato subito affidato ai servizi sanitari: malato di mente, dunque?) il jihadismo sparisce dal radar. Però sparisce da quello dei media, non dalla realtà. Sull’uccisione di Jo Cox è stato costruito un intero filone narrativo, in tutta Europa, contro l’estremismo di destra che ha portato all’assassinio di una politica europeista e progressista esemplare. Dubitiamo tutti che dopo l’uccisione di un bravo cattolico, da parte di un terrorista islamico, si rifletterà ancora per molto.











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