lunedì 4 maggio 2020

Glosse a...







Il presente contributo muove dal regina Coeli del 3 maggio 2020 del Santo Padre Bergoglio.

Tante le cose ivi affermate.

Alcune condivisibili altre invece gravemente capziose e svianti.

Partiamo dalle condivisibili.

Il Santo Padre prima del Regina Coeli propone alcuni paradigmi per operare il discernimento degli spiriti.

Rilevante e degno di nota quanto Egli afferma invitando a distinguere ciò che fa bene ad ognuno di noi da ciò che ognuno di noi vorrebbe fare, e che non necessariamente giova, invitando il fedele ad evitare le cattive inclinazioni del proprio Io ed a cercare non il proprio piacere quanto piuttosto la nostra edificazione.

Vorremmo che le cose belle fossero molte di più, ma purtroppo l'intervento del Santo Padre declina subito nell'equivoco.

Lasciamo perdere gli usuali riferimenti alla “creatività dell'amore” ovvero anche i cenni alla voce di Dio che (sic!) “... ha un orizzonte ...”.

Se il Santo Padre, in questi anni di felice suo regno, ci ha dato prova di cosa intenda Egli per creatività dell'amore (Amoris Laetitia, la dichiarazione di Abu Dabhi tutti atti, codesti, assolutamente in linea con certe correnti teologiche post-conciliari) allo stato, absit iniuria verbo, risulta piuttosto difficile comprendere a cosa si riferisca il Dolce Cristo in terra quando insegna che la voce di Dio ha un orizzonte.

Confidiamo che il Supremo Pastore con la solerzia e spontaneità che lo contraddistingue toglierà il velo dai nostri occhi.

Ma se l'orizzonte del Logos risulta allo stato, concetto affatto nigrificato di converso drammaticamente chiara, nella sua letteralità, è la papale asserzione secondo cui “la voce di Dio non obbliga mai...”.

Bisogna capire cosa si intenda per obbligare.

Obbligare significa esser in grado di suscitare un vincolo morale o giuridico.

Se certamente la Parola di Dio non è in grado di suscitare un vincolo giuridico immediatamente eseguibile, non di meno è capace di generare un vincolo morale che si impone alla coscienza del singolo come norma di condotta.

Sia dunque che si adotti il verbo obbligare nel senso giuridico sia che invece lo si adotti nel senso della capacità d'evocazione di norme “in foro interno” (diciamo così) la papale asserzione appare problematica perchè laddove adottata dovremmo conseguire che Dio non è in grado di inferire con la realtà essendo altro che, il Divin Verbo, una lex imperfecta.

Non pare che sia così e la prova è nell'esistenza dell'inferno.

Se la Voce di Dio non obbligasse, solo proponesse e mai imponesse, la condanna eterna per la violazione della legge di Dio sarebbe ingiusta. Tutto si può fare tranne che accusare di ingiustizia la Divina Monotriade.

La verità è che la Voce di Dio impone eccome e nient'affatto meramente propone.

Impone e richiede non solo condotte apprezzabili in foro esterno (gli atti umani) ma impone anche atti interiori.

La Voce di Dio, la Fede e in ultima istanza la Chiesa, ebbene sì, impongono atti interiori e pretendono di sindacare persino i pensieri.

Ancora una volta la prova è semplice e la si evince dalla Messa.

Confiteor Deo omnipotenti et vobis fratres quia peccavi nimis cogitatione, verbo et opere
.

Si pecca con i pensieri quando non si ascolta la voce di Dio anche in quel terreno tanto nebuloso e sfuggente che è la nostra mente ove ancora Dio, la Fede e la Chiesa pretendono di inserirsi.

La chiesa invero nella sua infinita saggezza, che derivava dall'aver sempre ascoltato e messo in pratica la voce di dio, obbligava anche nei pensieri perchè il buon pensiero produce sempre buone azioni.

Pensare male non è un atto irrilevante o neutro il marchese De Sade sta li a dimostrarlo e deve essere indirizzato, finanche vietato.

Nella mente della Chiesa, recte nella mente di Dio, non esiste la libertà di pensiero perchè non vi è alcuna libertà di praticare l'errore, a nessun livello.

*** ** ***

Quest'ultima riflessione ci porta dritti dritti all'ultimo doveroso rilievo.

Dopo il Regina Coeli il Santo Padre ha affermato di aver “...accolto la proposta dell'Alto Comitato della Fratellanza Umana affinchè il prossimo 14 maggio i credenti di tutte le religioni si uniscano spiritualmente in una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità per implorare Dio di aiutare l'umanità a superare la pandemia di coronavirus”.

Che un non meglio precisato alto comitato per la Fratellanza Umana, con tutto il vago sentore massonico che un tale sintagma si tira seco, possa avere accesso al Soglio è cosa che agghiaccia.

Ma in questa sede non si vuol certo affermare che la Chiesa Conciliare, dopo anni di dialogo, sia venuta a patti col mondo, recte con Beliar, secondo il vecchio auspicio massonico. No, lungi da noi.

Qui ci si vuole ricollegare alla prima parte di questo contributo rammentando che che l'errore non si declina solo nella mancanza del fedele al precetto di Dio, ma anche nella adesione dell'uomo, singolo o associato, a false religioni.

L'uomo che non accoglie Cristo secondo l'insegnamento della Chiesa non è un “credente in un'altra religione” bensì un errante.

E la preghiera di chi non ha la Vera Fede non è mai gradita a Dio.

Per amare Dio occorre conoscerLo e lo si conosce solo attraverso Gesù Cristo, l'Eucarestia, la Fede Santa e Cattolica che la Chiesa ci impone.

Una rapida ricognizione del Catechismo di San Pio X (nient'affatto abrogato) darà contezza di quanto sopra affermato e che costituisce dottrina cattolica certa ed infallibile che non è in discussione.

Laddove eretici, infedeli, giudei, pagani, atei vengano invitati ad associarsi ai Credenti in preghiera li si confermerebbe nel loro errore esiziale con grave danno per la loro anima.

Di converso, qualora i Credenti accettassero di pregare con chi non ha conosciuto Cristo, commetterebbero peccato contro il primo comandamento.

Affermare che la preghiera di tutti sia buona ed ascoltata da dio significa indefettibilmente diminuire o peggio escludere la Croce del Signore. Un qualche cosa di ben più blasfemo dell'antico “descende” e non più oltre tollerabile.

Ritengo assolutamente necessario mostrare la Verità.

Ritengo gravemente colpevole omettere di difendere la Verità.

Lo farò finchè avrò forza perchè è un dovere degli Uomini.



In qualche luogo, lì nella Terra di mezzo.

03/05/2020

Elendil










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