domenica 14 maggio 2017

Lettera ai santi Pastorelli





DOMENICA 14 MAGGIO 2017


di don Alfredo Morselli


Carissimi Santi Pastorelli,


ho ancora gli occhi bagnati di lacrime, dopo la cerimonia della Vostra canonizzazione: lacrime di gioia perché siete “santi”; lacrime di gioia per il milione di pellegrini presenti a Fatima, per chi sgranava Rosari su Rosari, per chi percorreva in ginocchio il piazzale; lacrime di gioia per l’impegno delle forze dell’ordine, di tutti i volontari, dei gestori delle case religiose…


Lacrime di dolore per molto di tutto il resto…


Non è comprensibile come si possa far santi voi due, MARTIRI DELLA RIPARAZIONE, senza farne alcun accenno; come si possa non parlare di quell'inferno dal quale avete strappato anime fino all'ultimo vostro respiro, diluendo il tutto come "un messaggio di pace".


Voglio ricordare quell’acqua che versavate sulle rocce, nella torrida estate; quella sete che pativate, quelle merende che facevate mangiare alle bestie, quelle corde macchiate di sangue che stringevate ogni giorno di più; quel disprezzo che avete patito, quelle irrisioni, quelle minacce… offerte per consolare i sacri Cuori di Gesù e di Maria.


Ah, Voi non avevate paura ad inginocchiarvi, ma che dico, a piegare la testa fino a terra, all’invito dell’Angelo.


Voi non smettevate mai di pensare all’inferno, e di trarre da questa meditazione nuovo zelo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.


Pensavate a chi veniva inghiottito da un mare di fuoco, sorte ben peggiore di chi affonda in un mare di acqua…


E Voi Giacinta, siete morta sola…
Per quella solitudine di bambina, sofferente in un ospedale, lontano dai suoi cari, aiutate la solitudine di chi, oggi, volendo rimanere cattolico, rivive l’esperienza - da Voi profeticamente anticipata - dell’incredulità circostante, del disprezzo, dello scrollare la testa da parte di quel mondo che, forse spiazzato anche lui, si trova a elogiare chi ha sempre combattuto.


Ma, cari santi Pastorelli, aiutateci soprattutto ad amare il Santo Padre, a fare continui sacrifici per lui; tanti ne avete fatti, profeticamente: forse più per il Pontefice che sarebbe venuto cent’anni dopo di Voi che per quello a Voi contemporaneo, ut non tradat eum in animam inimicorum eius, perché Dio non permetta che entri nel giro mentale dei suoi nemici (come ci fa pregare la Chiesa).


E intercedete, voi che avete visto l’inferno dei singoli, che avete visto, negli errori che avrebbe duffuso la Russia, l’inferno delle nazioni; che avete anche visto un’immagine dell’attuale inferno modernista della Chiesa, perché venga in fretta il tanto sospirato trionfo del Cuore Immacolato di Maria.


Che questo Cuore sia la dimora comune a Voi in cielo e a noi in terra; e otteneteci che, in punto di morte, venga a prenderci l’Immacolata, come è venuta ad accogliere Voi. Amen.









fonte: Messainlatino




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