Pubblicato 17 marzo 2017 | Da Libertà e Persona
Alcuni anni orsono, all’epoca di Eluana Englaro, il direttore dell’Osservatore romano, Gian Maria Vian, prese le distanze dall’allora direttore di Avvenire, Dino Boffo, impegnato appieno nella battaglia. Vian voleva toni bassi. Toni che continua a mantenere: droga libera, eutanasia, utero in affitto, unioni civili… di qualunque cosa si parli l’Osservatore romano bisbiglia. Oppure molto peggio!
Come è accaduto questi giorni. Bisognava pur parlare di ciò di cui parlano tutti, tranne ormai gli organi di stampa cattolici, in preda a dubbi amletici: la vicenda dei tribunali che sdoganano l’utero in affitto.
Non sarebbe stato difficile dire quello che la biologia, la medicina, il buon senso indicano chiaramente: che per procreare un bambino, e per crescerlo, ci vogliono un uomo e una donna.
Che un figlio deve nascere dalla relazione, dall’alleanza tra l’uomo e la donna.
No, troppa parresia, oggi non ce la si può più fare.
E così il commento è stato lasciato a Lucetta Scaraffia, una studiosa che in un passato ormai lontano forniva contributi interessanti ed intelligenti.
Ebbe cosa ci ha raccontato la Scarraffia?
Anzitutto ha fatto una graduatoria: quanto sono discrete e brave le donne lesbiche che si fanno un figlio (comperando il seme maschile e negando un padre ai nascituri)!
Quanto sono pacchiani ed esibizionisti gli uomini gay che si producono un figlio cancellando le madri!
Dall’Osservatore romano ci aspetteremmo che qualcuno non faccia la graduatoria tra padre e madre. Che non si pieghi alla retorica femminista più becera. Sull’Osservatore romano ci aspetteremmo che venga ribadito l’ovvio: et pater et mater!
Ci aspetteremmo una battaglia a favore dell’alleanza uomo-donna, e non della divisione, della contrapposizione, dello scontro!
E invece, come si è detto, no!
E non è finita, perchè la condanna non cade soltanto sui gay (che si fanno un figlio) e non sulle lesbiche.
Ricade su tutti gli uomini del mondo e della storia! Tutti segnati da un inconfessato odio per le donne!
Per Scaraffia infatti, “siamo di fronte a un ennesimo capitolo della lotta degli uomini per rimettere le donne al loro posto, per emarginarle, per escluderle. Arrivando a escluderle dalla cosa più importante di tutte: la procreazione di un essere umano. Forse il loro sogno di sempre”.
Siamo al delirio puro: per la “cattolica” Scaraffia “il sogno di sempre” degli uomini in quanto tali sarebbe escludere le donne dalla procreazione!
Neppure le femministe più agguerrite erano mai arrivate a tanto: anzi, le più radicali hanno sempre sostenuto che gli uomini avrebbero sempre avuto il desiderio di relegare le donne alla sola procreazione!
Gentile Scaraffia, e tutti gli uomini che amano le loro mogli? Tutti quelli che si battono contro la schiavitù dell’utero in affitto (sdoganata, in Italia, spesso da giudici donna)? Tutti quelli che credono nell’alleanza uomo-donna?
Non era più vero e più corretto dire che ad odiare le donne e a volerle “escludere dalla cosa più importante di tutte” sono i sostenitori del gender, maschi gay o femministe pro utero in affitto che siano?
Qui l’articolo di Scaraffia: http://27esimaora.corriere.it/17_marzo_14/padri-gay-sentenze-che-aggirano-legge-escludono-donne-d84ae1b2-08de-11e7-bef2-a86317918da3.shtml
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