La copertina del libro "Il fumo di Satana" scritto da Sergio Russo, edito da Città Ideale.

La copertina del libro “Il fumo di Satana” scritto da Sergio Russo, edito da Città Ideale.





di Ester M. Ledda

«È nel rapporto con la liturgia che si decide il destino della Fede e della Chiesa»: questa frase di Benedetto XVI, un papa che ha curato moltissimo la liturgia, guida l’analisi dell’autore del libro Il fumo di Satana, Sergio Russo, sull’odierna crisi della Chiesa cattolica. In particolare si riflette su un gesto liturgico fondamentale: come si riceve la Santissima Eucarestia. Perché oggi un cattolico non s’inginocchia più davanti ad un Tabernacolo? Crede oppure no nella presenza reale di Cristo nelle specie del pane? Se la risposta è sì, è assurdo che non senta la necessità di adorare il suo Dio.

L’apostolo San Tommaso disse che, per credere alla risurrezione, pretendeva di vedere e toccare le pieghe della crocifissione. Nell’infinita Misericordia di Dio, fu accontentato: gli apparve Gesù Risorto e gli disse di toccargli le ferite. Ma l’Apostolo non le toccò; si mise in ginocchio e gridò: «Mio Signore e mio Dio!» (cfr. Gv 20, 19-29). Infatti, fin dai primi secoli, i cristiani si sono comunicati in ginocchio e portando il Corpo del Signore direttamente in bocca. Perché questa è adorazione.

Nella liturgia si adora Dio come lo adorano gli angeli in Cielo. Se si smette di adorare il Signore, se riceve l’Eucarestia come se si andasse al bar a prendere un panino, allora tutta la nostra fede e la nostra devozione vengono meno. Da qui nasce la crisi della Chiesa. Abbiamo smesso di adorare Dio e abbiamo cominciato ad adorare noi stessi. Da questa enorme fessura è entrato “il fumo di Satana”, espressione di montiniana memoria, che ha portato alle derive teologiche, pastorali e dottrinali degli ultimi 50 anni.  Non si contano più gli abusi liturgici che si verificano in ogni angolo della terra durante le Messe domenicali e feriali. “Cerimonie liturgiche” che la Strega definisce come “porno-liturgia”.

L’autore, non a caso, riporta una frase della Beata Teresa di Calcutta che ben riassume la prima parte del libro, dedicata alla “diagnosi”, e che pone le basi anche per la seconda parte, dedicata alla “cura”: «Il peggior male, alla base dell’attuale crisi all’interno della Chiesa, è l’atteggiamento moderno di ricevere la Comunione». La cura non può essere che ritornare alla vera devozione e alla vera adorazione: la grandezza dell’uomo sta proprio nell’inginocchiarsi davanti al suo Dio. Per questo il libro riporta moltissime preghiere da recitare, in ginocchio, davanti a Gesù Cristo Eucaristico, presente in tutti i tabernacoli del mondo per amore degli uomini. «Vogliamo adesso inginocchiarci di fronte al “nostro Signore e nostro Dio” – scrive l’autore – poiché desideriamo adorarLo, e nutrirci di Lui, e amarLo, amarLo, perdutamente amarLo…».

Il libro, inoltre, è arricchito dalla prefazione di Don Nicola Bux, uno dei più grandi liturgisti italiani, e da una nota pastorale di S. Ecc.la Mons. Mario Oliveri, Vescovo di Albenga-Imperia.

Un libro da leggere e da regalare, soprattutto ai seminaristi e ai sacerdoti. Buona lettura.





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