Pubblichiamo volentieri un articolo di un sacerdote della nostra diocesi di Pistoia, Don Giordano Maria Favillini, parroco della chiesa di san Paolo e Priore della Fraternità apostolica di Gerusalemme.
di don Giordano Maria Favillini
Nel periodo post conciliare sono nate molte comunità a carattere monastico recependo l’impulso dato da questo evento ecclesiale costituendosi in modo nuovo rispetto a quelle tradizionali, mantenendo però una continuità spirituale con l’antica tradizione monastica.
Questo è il caso delle Fraternità monastiche e apostoliche di Gerusalemme. Nel 1975 nasce la prima Fraternità monastica a Parigi ad opera di Pierre Marie Delfieux prete cappellano della Sorbona, il quale ritornato da un periodo trascorso nel deserto del Sahara, sulle tracce di Charles de Foucault, riceve dal Vescovo di Parigi il mandato di creare nella Chiesa di Saint Gervais un luogo di preghiera per la città. Nascono così le Fraternità di Gerusalemme, dopo Parigi ad oggi ne sono nate 8 in varie città d’Europa e una in Canada, nel 1998 nasce la prima Fraternità Apostolica di Gerusalemme vicino Lourdes e nel 2000 una seconda in Italia a Pistoia. Queste due Fraternità essendo diverse come missione vivono lo stesso carisma e possiedono la stessa spiritualità; una in una dimensione monastica di lavoro e preghiera, l’altra in un contesto di parrocchia.
Il carisma delle Fraternità di Gerusalemme si può sintetizzare con questa frase: portare Dio nel cuore delle città e le città nel cuore di Dio. La nostra vocazione è vivere una presenza monastica nelle città, secolarizzate, piene di attività e di ritmi serrati, congestionate e spesso anonime in cui i rapporti umani sono sempre più difficili, essere in queste realtà oasi di preghiera di contemplazione e di accoglienza. Quello che un tempo gli antichi monaci andavano a trovare nel deserto noi andiamo nelle città di oggi che spesso sono deserti di solitudine, anonimato e di alienazione; per noi non si tratta di fuggire dal mondo ma di amare poiché se si è monaci si è per amore.
In questo progetto si colloca la centralità dell’Eucarestia, essa è il centro della spiritualità di Gerusalemme, nel Libro di Vita al capitolo preghiera n. 22 si legge: “l’Eucarestia sia ogni giorno, culmine della tua preghiera continua, perché in questo modo tu raggiungi il grado supremo di unione con i fratelli, con i quali formi il Corpo di Cristo, essendone membra ciascuno per la sua parte e con Dio che dimora in te, mentre tu dimori in Lui”.
La vita di preghiera è concepita in stretta relazione con l’Eucarestia, in quanto Essa è la presenza orante all’interno della Chiesa e da questa fonte nasce l’intercessione, la lode, il ringraziamento tutto nasce dall’Eucarestia e tutto diventa Eucarestia, il lavoro materiale, l’accoglienza, le relazioni, l’apostolato. A conferma di tutto questo in ogni Chiesa delle fraternità l’Eucarestia viene esposta ogni giorno dal mattino alla sera e il giovedì notte c’è l’adorazione a cui sono invitati anche i laici, è una notte di veglia intorno al sacramento dell’amore perché questi non venga mai meno nella comunità ecclesiale.
Il nome Gerusalemme non evoca soltanto l’impegno pastorale di essere presenza orante nella città ma anche la dimensione escatologica delle fraternità in quanto siamo in cammino verso la Gerusalemme del cielo, la nostra città futura dove avremo stabile dimora, “desideri anticipare il cielo? Il cielo è una città” (Libro di vita n° 134). Al centro di questa città c’è il trono dell’Agnello, Lui è la lampada che illumina questa città del cielo (Ap, 21 ,23 e 22,3) così per noi mettendo al centro l’Eucarestia che è l’Agnello immolato, la vittima santa, anticipiamo ciò che un giorno vivremo, l’adorazione dell’Eucarestia vissuta al centro delle nostre città è l’annuncio della vita eterna, è mettere l’attenzione su ciò che è essenziale, da cui noi possiamo attingere luce di verità e forza per vivere rettamente.
Le nostre città vivono nella confusione non solo fisica ma anche esistenziale, la vita di molti cittadini e disorientata, ci sono molti tanti messaggi, tante proposte c’è bisogno di trovare un centro a cui guardare e questo centro è il Cristo presente nell’Eucarestia che va evidenziata e non tenuta nascosta, resa visibile perché possa parlare nel Suo silenzio eloquente all’umanità di oggi. Il mistero Eucaristico ispira anche le realtà costitutive della nostra vita monastica, la dimensione comunitaria si costituisce in quanto “noi siamo corpo di Cristo e sue membra associate al Sacrificio di Cristo che offre se stesso al Padre per la vita del mondo” (Libro di vita n° 147).
La Fraternità non è costituita per se stessa ma per il mondo e la missione che le è stata affidata e si potrà viverla bene soltanto se si coltiva la comunione e l’unità all’interno delle Fraternità; “Tra fratelli e sorelle si stabilisce un legame vivissimo di comunione attraverso la celebrazione quotidiana dell’ Eucarestia e la partecipazione allo stesso insegnamento dottrinale. Non è questo l’essenziale? Guidati dalla stessa Parola, nutriti dallo stesso Corpo….” ( Libro di vita n° 176). L’Unità si costruisce giorno dopo giorno non solo attraverso l’impegno personale ma soprattutto attraverso l’unione con Gesù che si realizza con la celebrazione Eucaristica, essa veramente ha il potere di unificare le nostre diversità e compie il miracolo della comunione che non è possibile soltanto con i soli sforzi umani.
La vita consacrata è bella se è un’avventura di santità e la santità non è nell’uomo essa viene essenzialmente da Dio, Lui solo è la fonte di ogni santità dunque il monaco o la monaca dovranno vivere questa profonda relazione con il Signore, alimentarla di giorno in giorno e l’Eucarestia è il mezzo indispensabile per realizzare tutto questo per vivere questa relazione. Il silenzio della presenza Eucaristica c’insegna a vivere il silenzio indispensabile per ascoltare la voce di Dio, L’Eucarestia che è la donazione totale del Cristo ci insegna che la vita consacrata è donazione totale, la nostra scuola di vita è l’Eucarestia. Concludendo si può dire che nella nostra vita di Fraternità di Gerusalemme la vita Eucaristica è la nostra ispiratrice, il nostro punto di riferimento, la fonte a cui attingere ogni giorno.
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Fonte: ZENIT.org - 1° luglio 2011.
di don Giordano Maria Favillini
Nel periodo post conciliare sono nate molte comunità a carattere monastico recependo l’impulso dato da questo evento ecclesiale costituendosi in modo nuovo rispetto a quelle tradizionali, mantenendo però una continuità spirituale con l’antica tradizione monastica.
Questo è il caso delle Fraternità monastiche e apostoliche di Gerusalemme. Nel 1975 nasce la prima Fraternità monastica a Parigi ad opera di Pierre Marie Delfieux prete cappellano della Sorbona, il quale ritornato da un periodo trascorso nel deserto del Sahara, sulle tracce di Charles de Foucault, riceve dal Vescovo di Parigi il mandato di creare nella Chiesa di Saint Gervais un luogo di preghiera per la città. Nascono così le Fraternità di Gerusalemme, dopo Parigi ad oggi ne sono nate 8 in varie città d’Europa e una in Canada, nel 1998 nasce la prima Fraternità Apostolica di Gerusalemme vicino Lourdes e nel 2000 una seconda in Italia a Pistoia. Queste due Fraternità essendo diverse come missione vivono lo stesso carisma e possiedono la stessa spiritualità; una in una dimensione monastica di lavoro e preghiera, l’altra in un contesto di parrocchia.
Il carisma delle Fraternità di Gerusalemme si può sintetizzare con questa frase: portare Dio nel cuore delle città e le città nel cuore di Dio. La nostra vocazione è vivere una presenza monastica nelle città, secolarizzate, piene di attività e di ritmi serrati, congestionate e spesso anonime in cui i rapporti umani sono sempre più difficili, essere in queste realtà oasi di preghiera di contemplazione e di accoglienza. Quello che un tempo gli antichi monaci andavano a trovare nel deserto noi andiamo nelle città di oggi che spesso sono deserti di solitudine, anonimato e di alienazione; per noi non si tratta di fuggire dal mondo ma di amare poiché se si è monaci si è per amore.
In questo progetto si colloca la centralità dell’Eucarestia, essa è il centro della spiritualità di Gerusalemme, nel Libro di Vita al capitolo preghiera n. 22 si legge: “l’Eucarestia sia ogni giorno, culmine della tua preghiera continua, perché in questo modo tu raggiungi il grado supremo di unione con i fratelli, con i quali formi il Corpo di Cristo, essendone membra ciascuno per la sua parte e con Dio che dimora in te, mentre tu dimori in Lui”.
La vita di preghiera è concepita in stretta relazione con l’Eucarestia, in quanto Essa è la presenza orante all’interno della Chiesa e da questa fonte nasce l’intercessione, la lode, il ringraziamento tutto nasce dall’Eucarestia e tutto diventa Eucarestia, il lavoro materiale, l’accoglienza, le relazioni, l’apostolato. A conferma di tutto questo in ogni Chiesa delle fraternità l’Eucarestia viene esposta ogni giorno dal mattino alla sera e il giovedì notte c’è l’adorazione a cui sono invitati anche i laici, è una notte di veglia intorno al sacramento dell’amore perché questi non venga mai meno nella comunità ecclesiale.
Il nome Gerusalemme non evoca soltanto l’impegno pastorale di essere presenza orante nella città ma anche la dimensione escatologica delle fraternità in quanto siamo in cammino verso la Gerusalemme del cielo, la nostra città futura dove avremo stabile dimora, “desideri anticipare il cielo? Il cielo è una città” (Libro di vita n° 134). Al centro di questa città c’è il trono dell’Agnello, Lui è la lampada che illumina questa città del cielo (Ap, 21 ,23 e 22,3) così per noi mettendo al centro l’Eucarestia che è l’Agnello immolato, la vittima santa, anticipiamo ciò che un giorno vivremo, l’adorazione dell’Eucarestia vissuta al centro delle nostre città è l’annuncio della vita eterna, è mettere l’attenzione su ciò che è essenziale, da cui noi possiamo attingere luce di verità e forza per vivere rettamente.
Le nostre città vivono nella confusione non solo fisica ma anche esistenziale, la vita di molti cittadini e disorientata, ci sono molti tanti messaggi, tante proposte c’è bisogno di trovare un centro a cui guardare e questo centro è il Cristo presente nell’Eucarestia che va evidenziata e non tenuta nascosta, resa visibile perché possa parlare nel Suo silenzio eloquente all’umanità di oggi. Il mistero Eucaristico ispira anche le realtà costitutive della nostra vita monastica, la dimensione comunitaria si costituisce in quanto “noi siamo corpo di Cristo e sue membra associate al Sacrificio di Cristo che offre se stesso al Padre per la vita del mondo” (Libro di vita n° 147).
La Fraternità non è costituita per se stessa ma per il mondo e la missione che le è stata affidata e si potrà viverla bene soltanto se si coltiva la comunione e l’unità all’interno delle Fraternità; “Tra fratelli e sorelle si stabilisce un legame vivissimo di comunione attraverso la celebrazione quotidiana dell’ Eucarestia e la partecipazione allo stesso insegnamento dottrinale. Non è questo l’essenziale? Guidati dalla stessa Parola, nutriti dallo stesso Corpo….” ( Libro di vita n° 176). L’Unità si costruisce giorno dopo giorno non solo attraverso l’impegno personale ma soprattutto attraverso l’unione con Gesù che si realizza con la celebrazione Eucaristica, essa veramente ha il potere di unificare le nostre diversità e compie il miracolo della comunione che non è possibile soltanto con i soli sforzi umani.
La vita consacrata è bella se è un’avventura di santità e la santità non è nell’uomo essa viene essenzialmente da Dio, Lui solo è la fonte di ogni santità dunque il monaco o la monaca dovranno vivere questa profonda relazione con il Signore, alimentarla di giorno in giorno e l’Eucarestia è il mezzo indispensabile per realizzare tutto questo per vivere questa relazione. Il silenzio della presenza Eucaristica c’insegna a vivere il silenzio indispensabile per ascoltare la voce di Dio, L’Eucarestia che è la donazione totale del Cristo ci insegna che la vita consacrata è donazione totale, la nostra scuola di vita è l’Eucarestia. Concludendo si può dire che nella nostra vita di Fraternità di Gerusalemme la vita Eucaristica è la nostra ispiratrice, il nostro punto di riferimento, la fonte a cui attingere ogni giorno.
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Fonte: ZENIT.org - 1° luglio 2011.
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