MARCO TOSATTI
La Nuova Bussola Quotidiana, il New Catholic Register e Settimo Cielo pubblicano oggi una lettera scritta il 25 aprile scorso dai quattro cardinali che hanno presentato i “Dubia” sull’Amoris Laetitia.
I cardinali Brandmūller, Burke, Caffarra, e Meisner nella lettera chiedevano un’udienza al Pontefice, per avere un chiarimento sui Dubia, e per esporre la situazione di confusione e smarrimento creatasi nella Chiesa a causa di interpretazioni opposte del documento emesso nell’aprile del 2016.
Nel settembre scorso i cardinali presentarono alla Congregazione per la Dottrina della Fede i “Dubia”, seguendo un metodo classico usato dai vescovi quando desideravano chiarimenti su un punto controverso.
Non c’è mai stata una risposta.
Ecco il testo della lettera:
Beatissimo Padre,
è con una certa trepidazione che mi rivolgo alla Santità Vostra, durante questi giorni del tempo pasquale. Lo faccio a nome degli Em.mi Cardinali: Walter Brandmüller, Raymond L. Burke, Joachim Meisner, e mio personale.
Desideriamo innanzi tutto rinnovare la nostra assoluta dedizione ed il nostro amore incondizionato alla Cattedra di Pietro e per la Vostra augusta persona, nella quale riconosciamo il Successore di Pietro ed il Vicario di Gesù: il “dolce Cristo in terra”, come amava dire S. Caterina da Siena. Non ci appartiene minimamente la posizione di chi considera vacante la Sede di Pietro, né di chi vuole attribuire anche ad altri l’indivisibile responsabilità del “munus” petrino. Siamo mossi solamente dalla coscienza della responsabilità grave proveniente dal “munus” cardinalizio: essere consiglieri del Successore di Pietro nel suo sovrano ministero. E del Sacramento dell’Episcopato, che “ci ha posti come vescovi a pascere la Chiesa, che Egli si è acquistata col suo sangue” (At 20, 28).
Il 19 settembre 2016 abbiamo consegnato alla Santità Vostra e alla Congregazione della Dottrina della Fede cinque “dubia”, chiedendoLe di dirimere incertezze e fare chiarezza su alcuni punti dell’Esortazione Apostolica post-sinodale “Amoris Laetitia”.
Non avendo ricevuto alcuna risposta da Vostra Santità, siamo giunti alla decisione di chiederLe, rispettosamente ed umilmente, Udienza, assieme se così piacerà alla Santità Vostra. Alleghiamo, come è prassi, un Foglio di Udienza in cui esponiamo i due punti sui quali desideriamo intrattenerci con Lei.
Beatissimo Padre,
è trascorso ormai un anno dalla pubblicazione di “Amoris Laetitia”. In questo periodo sono state pubblicamente date interpretazioni di alcuni passi obiettivamente ambigui dell’Esortazione post-sinodale, non divergenti dal, ma contrarie al permanente Magistero della Chiesa. Nonostante che il Prefetto della Dottrina della Fede abbia più volte dichiarato che la dottrina della Chiesa non è cambiata, sono apparse numerose dichiarazioni di singoli Vescovi, di Cardinali, e perfino di Conferenze Episcopali, che approvano ciò che il Magistero della Chiesa non ha mai approvato. Non solo l’accesso alla Santa Eucarestia di coloro che oggettivamente e pubblicamente vivono in una situazione di peccato grave, ed intendono rimanervi, ma anche una concezione della coscienza morale contraria alla Tradizione della Chiesa. E così sta accadendo – oh quanto è doloroso constatarlo! – che ciò che è peccato in Polonia è bene in Germania, ciò che è proibito nell’Arcidiocesi di Filadelfia è lecito a Malta. E così via. Viene alla mente l’amara constatazione di B. Pascal: “Giustizia al di qua dei Pirenei, ingiustizia al di là; giustizia sulla riva sinistra del fiume, ingiustizia sulla riva destra”.
Beatissimo Padre,
è trascorso ormai un anno dalla pubblicazione di “Amoris Laetitia”. In questo periodo sono state pubblicamente date interpretazioni di alcuni passi obiettivamente ambigui dell’Esortazione post-sinodale, non divergenti dal, ma contrarie al permanente Magistero della Chiesa. Nonostante che il Prefetto della Dottrina della Fede abbia più volte dichiarato che la dottrina della Chiesa non è cambiata, sono apparse numerose dichiarazioni di singoli Vescovi, di Cardinali, e perfino di Conferenze Episcopali, che approvano ciò che il Magistero della Chiesa non ha mai approvato. Non solo l’accesso alla Santa Eucarestia di coloro che oggettivamente e pubblicamente vivono in una situazione di peccato grave, ed intendono rimanervi, ma anche una concezione della coscienza morale contraria alla Tradizione della Chiesa. E così sta accadendo – oh quanto è doloroso constatarlo! – che ciò che è peccato in Polonia è bene in Germania, ciò che è proibito nell’Arcidiocesi di Filadelfia è lecito a Malta. E così via. Viene alla mente l’amara constatazione di B. Pascal: “Giustizia al di qua dei Pirenei, ingiustizia al di là; giustizia sulla riva sinistra del fiume, ingiustizia sulla riva destra”.
Numerosi laici competenti, profondamente amanti della Chiesa e solidamente leali verso la Sede Apostolica, si sono rivolti ai loro Pastori e alla Santità Vostra, per essere confermati nella Santa Dottrina riguardante i tre sacramenti del Matrimonio, della Confessione e dell’Eucarestia. E proprio in questi giorni, a Roma, sei laici provenienti da ogni Continente hanno proposto un Seminario di studio assai frequentato, dal significativo titolo: “Fare chiarezza”.
Di fronte a questa grave situazione, nella quale molte comunità cristiane si stanno dividendo, sentiamo il peso della nostra responsabilità, e la nostra coscienza ci spinge a chiedere umilmente e rispettosamente Udienza.
Voglia la Santità Vostra ricordarsi di noi nelle Sue preghiere, come noi La assicuriamo che faremo nelle nostre. E chiediamo il dono della Sua Benedizione Apostolica.
Di fronte a questa grave situazione, nella quale molte comunità cristiane si stanno dividendo, sentiamo il peso della nostra responsabilità, e la nostra coscienza ci spinge a chiedere umilmente e rispettosamente Udienza.
Voglia la Santità Vostra ricordarsi di noi nelle Sue preghiere, come noi La assicuriamo che faremo nelle nostre. E chiediamo il dono della Sua Benedizione Apostolica.
Carlo card. Caffarra
Roma, 25 aprile 2017
Festa di San Marco Evangelista
*
FOGLIO D’UDIENZA
Richiesta di chiarificazione dei cinque punti indicati dai “dubia”; ragioni di tale richiesta.
Situazione di confusione e smarrimento, soprattutto nei pastori d’anime, “in primis” i parroci.
Si presume che la richiesta d’udienza sia giunta al Pontefice nei giorni immediatamente successivi. E l’udienza non c’è stata, ed evidentemente non c’è stato, fra il papa e i cardinali, nessun contatto di altro tipo. Per questo motivo hanno deciso di rendere pubblica la richiesta di udienza; per evitare che i problemi sottolineati nei Dubia e nella lettera si cronicizzino, portando a letture talmente divergenti da svuotare alcuni sacramenti del senso che hanno sempre avuto nella Chiesa cattolica.
Che cosa accadrà adesso è molto difficile da prevedere.
Alcune considerazioni balzano agli occhi.
Il silenzio del Pontefice è inspiegabile.
La situazione paradossale esposta nella lettera è innegabile.
In Germania è corretto fare quello che in Polonia è peccato mortale, e questo vale per molti altri luoghi e diocesi del mondo.
Non voler vedere che un problema esiste, anche solo di logica, è inspiegabile; se non nell’ottica di una confusione voluta.
E’ possibile che l’udienza sia stata rifiutata perché si temeva che fosse il primo passo di una “correzione formale” di errore? Possibile. Ma chiudere le porte e celarsi dietro muri non risolve il problema.
Non rispondere è realmente abdicare a una responsabilità; non solo verso i cardinali, ma verso la Chiesa e il popolo di Dio.
Roma, 25 aprile 2017
Festa di San Marco Evangelista
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FOGLIO D’UDIENZA
Richiesta di chiarificazione dei cinque punti indicati dai “dubia”; ragioni di tale richiesta.
Situazione di confusione e smarrimento, soprattutto nei pastori d’anime, “in primis” i parroci.
Si presume che la richiesta d’udienza sia giunta al Pontefice nei giorni immediatamente successivi. E l’udienza non c’è stata, ed evidentemente non c’è stato, fra il papa e i cardinali, nessun contatto di altro tipo. Per questo motivo hanno deciso di rendere pubblica la richiesta di udienza; per evitare che i problemi sottolineati nei Dubia e nella lettera si cronicizzino, portando a letture talmente divergenti da svuotare alcuni sacramenti del senso che hanno sempre avuto nella Chiesa cattolica.
Che cosa accadrà adesso è molto difficile da prevedere.
Alcune considerazioni balzano agli occhi.
Il silenzio del Pontefice è inspiegabile.
La situazione paradossale esposta nella lettera è innegabile.
In Germania è corretto fare quello che in Polonia è peccato mortale, e questo vale per molti altri luoghi e diocesi del mondo.
Non voler vedere che un problema esiste, anche solo di logica, è inspiegabile; se non nell’ottica di una confusione voluta.
E’ possibile che l’udienza sia stata rifiutata perché si temeva che fosse il primo passo di una “correzione formale” di errore? Possibile. Ma chiudere le porte e celarsi dietro muri non risolve il problema.
Non rispondere è realmente abdicare a una responsabilità; non solo verso i cardinali, ma verso la Chiesa e il popolo di Dio.
http://www.marcotosatti.com/2017/06/20/dubia-a-l-i-cardinali-una-lettera-senza-risposta-unudienza-mai-concessa-il-silenzio-del-papa-paura-di-un-confronto/
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