martedì 27 giugno 2017

DON MINUTELLA RIMOSSO E SOSPESO A DIVINIS. I FEDELI CHIEDONO SPIEGAZIONI AL VESCOVO: “NON ACCETTEREMO NESSUN NUOVO PARROCO”.





MARCO TOSATTI (27/06/2017)

I parrocchiani di don Alessandro Minutella, il sacerdote palermitano critico – in maniera formalmente eccessiva, e imprudente; ma al cuore non si comanda…- degli aspetti più problematici del regno del Pontefice, non ci stanno. Il Consiglio parrocchiale ha scritto al vescovo Lorefice, che ha rimosso don Minutella proibendogli di celebrare, amministrare i sacramenti, predicare e un po’ di altre cose, esprimendogli tutta la sua contrarietà, e affermando che non accetteranno nessun altro parroco. Hanno chiesto al vescovo di venire a spiegare alla base i motivi del provvedimento. e hanno chiesto a don Minutella di non andarsene. Più in basso troverete l’integrale della lettera.

Secondo alcuni parrocchiani, sentiti privatamente, e a parte le motivazioni ufficiali del provvedimento, “In concreto i motivi sono da attribuire al suo non omologarsi al magistero dell’attuale pontefice. Il problema è l’interpretazione di Amoris Laetitia, che per don Alessandro Maria Minutella non legittima la distribuzione di Gesù Eucaristia ai divorziati che vivono in condizione oggettiva di peccato. Don Minutella non fa altro che riaffermare il magistero di Giovanni Paolo II, il Papa della Famiglia – come lo ha definito Bergoglio – ed essendovi mancata chiarezza da parte dello stesso Francesco sulla questione non avendo risposto ai quattro cardinali – don Minutella si è attenuto alle disposizioni finora chiaramente vigenti in seno alla Chiesa cattolica”.

“E’ una condanna molto dolorosa” ci dice una parrocchiana “che fa trasparire l’esistenza di un vero e proprio regime autoritario di omologazione del pensiero”. Ci sono altri sacerdoti problematici a Palermo (ma in senso “iperprogressista” e gay friendly) e in Italia, che però vengono risparmiati dalla compiacenza degli ecclesiastici, sostengono i fedeli di don Minutella. Mentre invece per il parroco di San Giovanni Bosco sospensioni e anatemi sono stati fulminati rapidamente.

I parrocchiani lamentano poi che a don Minutella sia stata negata “la possibilità di celebrare l’ultima messa pubblicamente insieme ai suoi amati fedeli”. Anche don Leonardo Ricotta, della parrocchia di San Giovanni Bosco, è stato colpito in qualche modo dall’arcivescovo Lorefice, che gli ha ordinato di non tenere più le catechesi del sabato sera su “Radio Domina Nostra”, via facebook, e di astenersi dal tenere conferenze e dichiarazioni di ogni genere. Un’imposizione non facilmente comprensibile, dal momento che don Ricotta ha sempre tenuto un comportamento estremamente prudente.

Ecco la lettera:

A Sua Eccellenza

Corrado Lorefice

Arcivescovo Metropolita di Palermo

A nome di tutti i parrocchiani esprimiamo la nostra vicinanza, il nostro affetto e la nostra solidarietà al Parroco che per diversi anni ci ha amato intensamente, educandoci alla fede, guidandoci spiritualmente e spendendo tutta la sua vita, minuto per minuto, per il bene delle anime di questa Parrocchia.

Il decreto di rimozione dall’ufficio di parroco fatto conoscere a noi oggi ci lascia più che mai smarriti, sbigottiti se non addirittura confusi. Questo è un momento di grande sofferenza per noi come parrocchiani vedere rimuovere forzatamente il nostro amatissimo parroco e padre, don Alessandro Minutella. Senza questo sacerdote alla guida delle nostre anime ci sentiamo veramente smarriti e abbandonati dal nostro vescovo. Siamo come pecore senza il pastore! Lei, Eccellenza, non si è degnato di accogliere il nostro invito a venire nella nostra parrocchia. Ci chiediamo, pertanto, che problemi ha contro di noi – parrocchiani- che cerchiamo di vivere la nostra fede, speranza e carità in Cristo sotto la guida di questo umile, zelante e instancabile pastore delle anime, qual è padre Alessandro?

Questo decreto di rimozione dalla Parrocchia ci risulta privo di fondamenti, in quanto non riscontriamo nessuna cosa di sbagliato o erroneo nell’insegnamento e nel ministero sacerdotale di don Alessandro. Pertanto, questo decreto ci spinge, a ragione, a credere che i motivi siano altri e noi esigiamo che Lei, Sua Eccellenza, debba venire a spiegarci di persona. In spirito di rispetto e obbedienza alla Sua persona, come Vescovo di Palermo, noi sentiamo il bisogno urgente di rivolgerci direttamente a Lei, invitandoLa una volta ancora: che venga personalmente a parlarci come parrocchiani e a spiegarci il motivo per cui rimuove il nostro Parroco, altrimenti consideriamo questa rimozione come problema personale nei confronti di Don Minutella, addirittura motivato dall’antipatia personale o dalle calunnie fatte circolare da parte di alcuni confratelli presbiteri invidiosi e scomodati dal ministero fecondo, solido e consistente del nostro amatissimo parroco, don Alessandro. Questo nostro prete, noi lo riconosciamo come l’unico, coraggioso e disponibile a combattere, difendere, promuovere e propagare la dottrina vera della Chiesa Cattolica in momenti in cui sta dilagando il senso di confusione e di smarrimento nei fedeli.

Eccellenza, rendiamo noto a Lei, in modo inequivocabile, che non accoglieremo volentieri qualsiasi altro parroco senza che Lei venga a darci spiegazioni. Questa richiesta, cioè l’invito a venire nella nostra parrocchia scaturisce dal desiderio unanime dei parrocchiani che si sentono in questo momento in balia di smarrimento e abbandono da parte del Pastore della Diocesi. In tale contesto di visita, sarà Lei, Eccellenza, a rendere noto a noi l’eventuale nomina di un altro parroco alla guida delle nostre anime. Altrimenti, come detto sopra, non accetteremo volentieri che un altro sacerdote venga a prendere possesso della parrocchia. Noi, come comunità cristiana, ci prendiamo pienamente la responsabilità di questa nostra scelta, disobbedendo contestualmente a don Alessandro Minutella che ci ha voluto invitare alla calma. Qui la posta in gioco è il bene delle anime nostre! Non è neanche rispettoso nei nostri confronti – povere anime – vedere umiliare, maltrattare e infliggere di condanna dura un nostro parroco che si è speso senza riserva a servire questa nostra comunità. Le chiediamo, Eccellenza vescovo, di mostrarci un minimo di rispetto e affetto, accogliendo il nostro invito e degnarsi di visitare la nostra parrocchia.

Senza conoscere e ricevere la dimostrazione degli eventuali motivi, noi parrocchiani continueremo a considerare don Alessandro il nostro Pastore. Questo Parroco, il nostro Parroco, è uomo di Dio e si è speso sempre per noi quando tutti ci hanno abbandonati, incluso il Vescovo.

Non permetteremo l’insediamento di un nuovo pastore, perché il nostro c’è legittimamente e fedele al Magistero bimillenario della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Solamente accettando quanto Le chiediamo, dimostrerà il Suo rispetto e la Sua attenzione nei confronti della nostra Parrocchia.

Contestualmente ci rivolgiamo a lei, don Alessandro, a meno che lei non voglia abbandonarci come il Vescovo, e le chiediamo di non lasciarci soli, smarriti in questo momento, fino a quando il Vescovo non giustificherà il Suo provvedimento di rimozione e di condanna verso la sua persona sacerdotale, che noi parrocchiani – possiamo testimoniare – non abbiamo mai visto trattare da “figlio”. In questi anni abbiamo riconosciuto in lei, don Alessandro un pastore, un Padre, che ci ama e ci ha guidato con tutto il cuore. Se lei ci lascia ora, noi siamo abbandonati e smarriti del tutto. Non ci lasci! Resti qui finché il Vescovo spiegherà a noi i motivi. E a Lei, Sua Eccellenza, ricordiamo le Sue rassicurazioni rivolte a un membro del Consiglio Pastorale che le chiedeva se don Alessandro fosse stato eretico o disobbediente. Ebbene, Lei ha risposto di no. E di fronte all’obbedienza del nostro Parroco, vorrà Lei condannarlo nuovamente e strapparlo ai suoi parrocchiani?

Restiamo sgomenti di fronte alla Sua decisione, e ci siamo subito chiesti quale sia il grave errore compiuto dal nostro Parroco per essere dall’oggi al domani rimosso dalla Parrocchia. Ci è stato risposto che il Vescovo ha scritto nel decreto che don Alessandro fa affermazioni gravi nei confronti del Romano Pontefice con un sostanziale rifiuto della dottrina e del Magistero da Lui proposti. Le chiediamo, Monsignor Corrado, quale Magistero? Perché, se ci si riferisce – come pensiamo contestualmente – alla questione della Comunione ai divorziati risposati, proprio visto che il Vescovo Corrado Lorefice insieme a quelli di Sicilia è il primo in Italia che darà la Comunione ai divorziati risposati, sappiamo che, non solo il Papa non si è ancora del tutto apertamente espresso, ma che ci sono eminenti Cardinali sparsi nel mondo, come addirittura intere Conferenze Episcopali – come quella polacca – che hanno detto che non si potrà mai dare la Comunione ai divorziati risposati. Rammentiamo anche le esternazioni del Cardinale Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha confermato il Magistero inserito in Familiaris Consortio. E’ suo grave dovere venire a spiegarci se il Magistero precedente a Francesco debba considerarsi smentito.

Inoltre, se il problema è quello relativo all’interpretazione di Amoris Laetitia, prima di essere di don Alessandro, il problema è nostro come fedeli, più che mai oggi confusi e smarriti dalla presa di posizione di questo nuovo Magistero della Chiesa universale e di una grande porzione di Chiesa che, sebbene etichettata come farisei dal cuore duro e ipocriti fondamentalisti cattolici, ha tutto il diritto di avere risposte, non condanne.

La confusione suscitata dall’Esortazione Postsinodale “Amoris Laetitia” è stata sollevata da diverse autorità ecclesiastiche nel mondo, anche illustri cardinali della Chiesa Cattolica, ed è sotto gli occhi di tutto il mondo. Forse l’errore del nostro amato parroco è di essere un povero Cristo che dice la verità, senza i vergognosi compromessi di larga parte della gerarchia..

Perché, allora, prendere di mira questo semplice e umile sacerdote che cerca semplicemente di guidare le sue pecore sulla via della verità e della dottrina sana del Magistero perenne della Chiesa? Il suo decreto di rimozione, oltre che aumentare il nostro dolore, ci lascia veramente del tutto smarriti e umiliati. E che non si tratti di una questione personale che riguardi la moralità o la dottrina o ancora la fedele gestione pastorale della Parrocchia da parte di don Alessandro lo dimostra l’impatto immediatamente mediatico della questione. L’intera Italia segue ora con attenzione la questione. In realtà non è in gioco semplicemente il futuro di don Alessandro o della Parrocchia, ma della stessa Chiesa Cattolica.

Lei, si degni di accogliere il nostro invito se veramente a Lei sta a cuore il bene delle nostre anime. Per ora, noi teniamo qui il nostro Parroco, don Alessandro Minutella che continui a guidarci, ammaestrarci e santificarci come sempre. Egli è fatto per essere chiaramente un simbolo profetico di ciò che comporta oggi difendere il Magistero della famiglia secondo il Vangelo.

Noi andiamo avanti con Maria e Gesù

Palermo, 26 giugno 2017 Il Consiglio Pastorale, a nome dei parrocchiani









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